La Screen Actors Guild of America e la Hollywood Foreign Press Association hanno espresso il loro giudizio: nei giorni scorsi sono state annunciate infatti, ad appena un giorno di distanza fra loro, le nomination per gli Screen Actors Guild Award, ovvero i premi assegnati da oltre duemila membri sorteggiati fra gli iscritti al sindacato degli attori, e quelle per i Golden Globe, le prestigiosissime sfere dorate attribuire dai novantatré componenti dell'associazione della stampa estera.
Nella nostra rubrica sulla Oscar race non potevamo quindi non dedicare ampio spazio a commentare le suddette candidature, che influiranno in misura notevole su quelle per i premi Oscar. Questo sabato, tuttavia, è stato tempo di premi anche sull'altra sponda dell'Atlantico: e quindi andremo a scoprire i vincitori degli European Film Award, i massimi riconoscimenti del cinema europeo, giunti nel 2014 alla loro 27esima edizione...
Birdman e Boyhood in pole position, sorpresa Grand Budapest Hotel
Osservando l'elenco delle nomination ai Golden Globe e ai SAG Award, è possibile rilevare come entrambe le giurie abbiano selezionato in pratica gli stessi concorrenti, con pochissime differenze. A svettare, in termini numerici, è in entrambi i casi Birdman (o Le imprevedibili virtù dell'ignoranza): l'apprezzata commedia di Alejandro González Iñárritu incassa infatti sette nomination ai Golden Globe e quattro nomination ai SAG Award, più di qualunque altra pellicola, piazzando nelle relative cinquine anche tre dei suoi interpreti: il protagonista Michael Keaton, nel ruolo più celebrato della sua carriera, e gli attori supporter Edward Norton ed Emma Stone. Birdman è tallonato dall'altro indiscusso frontrunner della stagione, Boyhood di Richard Linklater, che dopo aver fatto incetta di premi ai Los Angeles Film Critics Association Award si aggiudica cinque nomination ai Golden Globe e tre nomination ai SAG Award, portando in lizza per entrambi i premi gli attori supporter Ethan Hawke e Patricia Arquette (anche nel loro caso, candidatura all'Oscar ormai blindata).
Ma il successo più significativo è stato quello di Grand Budapest Hotel: la malinconica e fiabesca commedia di Wes Anderson, ambientata nell'Europa dell'Est all'inizio degli anni Trenta, ha ottenuto infatti quattro nomination ai Golden Globe in categorie fondamentali, vale a dire miglior commedia, miglior regia, miglior sceneggiatura e miglior attore per Ralph Fiennes, ed ha strappato anche la candidatura per il miglior cast ai SAG Award. A questo punto aspettiamoci di vedere Grand Budapest Hotel pure nella lista dell'Academy, dove la nuova opera di Anderson ha ottime chance di figurare fra i concorrenti per l'Oscar come miglior film. Per il resto, com'era lecito aspettarsi, Golden Globe e SAG hanno selezionato entrambi, nelle cinquine di maggior peso, alcuni "titoli da Oscar" già molto quotati: The Imitation Game di Morten Tyldum (cinque nomination ai Golden Globe), La teoria del tutto di James Marsh (quattro nomination) e Foxcatcher - Una storia americana di Bennett Miller, che lancia la volata a Steve Carell (protagonista) e Mark Ruffalo (supporter) e ai Golden Globe strappa anche la candidatura come miglior film.
Il riscatto di Selma ai Golden Globe, Gone Girl snobbato come miglior film
Ottime notizie per Selma - La strada della libertà: dopo essere stato completamente ignorato ai SAG Award, probabilmente perché non c'era ancora stato il tempo per proiettare il film a beneficio dei giurati, il dramma storico diretto da Ava DuVernay ha conquistato quattro nomination ai Golden Globe, imponendosi nelle cinquine per miglior film e miglior regia, oltre a quella per il miglior attore a David Oyelowo, che presta il volto a un'icona quale Martin Luther King. Più complesso, invece, il caso de L'amore bugiardo - Gone Girl: il thriller di David Fincher, fra i pochissimi, autentici capolavori di quest'anno, vede pluricandidata la sua magnetica protagonista, Rosamund Pike, e ottiene un totale di quattro nomination ai Golden Globe, fra cui miglior regia e sceneggiatura. Tuttavia, Gone Girl si è ritrovato escluso dalla cinquina più importante, quella per il miglior film drammatico, a dispetto dell'apprezzamento ricevuto nelle altre categorie chiave; noi, comunque, siamo pronti a scommettere - e a sperare - che l'Academy non commetta lo stesso errore e trovi posto per Gone Girl anche nella rosa dei candidati per il miglior film dell'anno.
Gli attori e le attrici: pioggia di consensi per Gyllenhaal, Aniston e Streep
La tradizione vuole che, salvo rarissimi casi, essere candidati sia al Golden Globe che al SAG Award costituisca una sorta di "lasciapassare" per guadagnarsi un posto anche nella relativa cinquina dell'Academy. Qualora la tradizione venisse rispettata, sarebbe un'ottima notizia per Jake Gyllenhaal, per Jennifer Aniston e per un'attrice, tale Meryl Streep, che agli Oscar non ha mai avuto bisogno di fare troppa fatica per incantare i membri dell'Academy. Jake Gyllenhaal è stato pluricandidato grazie alla sua sorprendente performance nel thriller metropolitano Lo sciacallo - Nightcrawler, satira nerissima sul sensazionalismo dell'informazione, ma agli Oscar potrebbe comunque ritrovarsi escluso a causa della concorrenza estremamente agguerrita. Nomination a portata di mano, invece, per Jennifer Aniston, protagonista del dramma indipendente Cake: la svolta drammatica della Aniston sembra aver convinto tutti o quasi, e benché la star di Friends non abbia chance di sfilare statuette all'immensa Julianne Moore di Still Alice, l'Academy potrebbe assegnarle un posto nella cinquina. Escludendo purtroppo, ancora una volta, la super-meritevole Marion Cotillard, che in Due giorni, una notte regala una delle più sublimi prove d'attrici degli ultimi anni (ma l'Academy, si sa, è refrattaria a candidare interpretazioni in lingua non inglese). Hilary Swank vede naufragare le proprie speranze di tornare in corsa per l'Oscar con il western The Horseman, ignorato dal pubblico così come dalle giurie dei vari premi, mentre scendono pure le quotazioni della Amy Adams di Big Eyes, esclusa dai SAG Award.
Nella categoria per il miglior attore supporter, ha ricevuto una doppia nomination uno dei veterani più stimati di Hollywood: il grande Robert Duvall, comprimario di Robert Downey Jr. nel dramma The Judge, film non particolarmente amato dalla critica ma che potrebbe far tornare Duvall, uno dei beniamini dell'Academy, in competizione per l'Oscar (con buona pace del Tom Wilkinson di Selma e del Josh Brolin di Vizio di forma, che non hanno raccolto alcuna candidatura). Più incerta, invece, la competizione fra le attrici supporter, con Patricia Arquette ed Emma Stone che ipotecano la candidatura all'Oscar, in una cinquina che dovrebbe accogliere anche Jessica Chastain, in corsa per il Golden Globe grazie ad A Most Violent Year (ignorato però nelle altre categorie, nonostante le eccellenti recensioni), e Keira Knightley per The Imitation Game. Quotazioni alle stelle, dopo il successo ottenuto ai Golden Globe e ai SAG, per la succitata Meryl Streep, in corsa per il pittoresco ruolo della Strega nel musical di Rob Marshall Into the Woods. La sensazione, tuttavia, è che stavolta l'Academy potrebbe scegliere, contro ogni previsione, di mettere da parte la divina Meryl (nominata pure un anno fa per I segreti di Osage County) per fare posto ad una candidata a sorpresa, come Carmen Ejogo per Selma o Laura Dern per Wild.
Ida trionfa agli European Film Award e vola verso l'Oscar
Alla 27esima edizione degli European Film Award, assegnati sabato nella città di Riga, in Lettonia, ad essere incoronato dalla European Film Academy è stato il bellissimo Ida di Pawel Pawlikowski, rigoroso dramma intimista girato in bianco e nero ed incentrato sulla figura di una giovane novizia che, nella Polonia del 1962, si confronta con il proprio passato e con la sua scelta di prendere i voti. Ida si è aggiudicato i trofei per miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura e miglior fotografia, oltre al People's Choice Award, ed ha ottenuto inoltre la nomination al Golden Globe come miglior film straniero; al momento, la sofisticata pellicola di Pawlikowski si preannuncia insomma come il potenziale favorito nella corsa all'Oscar per il miglior film straniero, in qualità di rappresentante della Polonia. Nell'analoga cinquina, i giurati dei Golden Globe hanno selezionato anche Force Majeure dalla Svezia, Viviane da Israele, Leviathan dalla Russia e Tangerines dall'Estonia, escludendo invece altri titoli molto quotati, ovvero Due giorni, una notte (Belgio), Mommy (Canada) e Il regno d'Inverno - Winter Sleep (Turchia), che tuttavia potrebbero sempre trovare posto nella cinquina dell'Academy.
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Accanto al trionfo di Ida, gli European Film Award hanno ricompensato anche Timothy Spall, premiato come miglior attore per la sua acclamata performance in Turner di Mike Leigh, nel ruolo del pittore Joseph Turner; e Marion Cotillard, operaia che combatte per mantenere il proprio posto di lavoro in Due giorni, una notte dei fratelli Dardenne, destinataria dello European Film Award come miglior attrice. Spall e la Cotillard non sembrano avere molte chance di penetrare nelle rispettive cinquine ai prossimi Oscar, anche a causa della concorrenza da parte di film con maggiore visibilità, ma non abbandoniamo del tutto la speranza che l'Academy possa riservarci qualche bella sorpresa all'annuncio delle nomination. Sempre a proposito degli European Film Award, l'Italia può festeggiare le vittorie de La mafia uccide solo d'estate di Pierfrancesco Diliberto (Pif) come miglior commedia e de L'arte della felicità di Alessandro Rak come miglior film d'animazione, mentre una veterana del cinema europeo, la grande regista e sceneggiatrice Agnès Varda, autrice di Senza tetto né legge, è stata onorata con lo European Film Award alla carriera.