Lo scorso anno, dopo le Guild, Argo era già imbattibile, ma quest'anno tre film si sono divisi i favori dei sindacati di Hollywood. Vincerà il campione d'incassi ammirato dai registi, Gravity, o il glorioso underdog 12 anni schiavo? O arriverà l'upset del beniamino degli attori American Hustle?
A pochi giorni dalla vittoria del DGA di Alfonso Cuarón per il suo spettacolare Gravity, ci troviamo a fare il punto della situazione di corsa all'Oscar particolarmente interessante, anche per il valore delle forze in campo. Se ricordate, soltanto un anno fa, i sindacati hollywoodiani, SAG, PGA, DGA e WGA, avevano abbracciato un unico beniamino, Ben Affleck con il suo Argo, dopo che lo stesso Affleck aveva mancato la nomination all'Academy Award per la regia, cosa che sembrava aver pregiudicato le sue chance e rilanciato i plurinominati Lincoln di Steven Spielberg e Vita di Pi di Ang Lee verso l'Oscar più ambito. E invece la reazione dell'industry a quella "ingiustizia" fu di amplificare le simpatie per Argo, che, dopo aver fatto incetta di Guild, veleggiò trionfalmente verso l'Academy Award per il miglior film, lasciando ad Ang Lee, per forze di cose, l'Oscar per Best Director.
Il famigerato "split" dunque, l'eventualità rara in cui il premio per la regia finisca in mani che non sono quelle del regista del titolo insignito dell'Oscar per il miglior film, s'è verificato semplicemente perché Affleck non era in lizza, altrimenti Argo si sarebbe portato a casa un Academy Award in più. Anche per quest'anno molti esperti pronosticano uno split, ma la situazione è profondamente diversa. Vediamo come.
La discordanza delle Guild
Intanto, le Guild hanno preso strade diverse, indicando la possibilità di preferenze difformi nei vari rami dell'Academy of Motion Picture Arts and Science. Il SAG ha dato la sua indicazione più forte con il premio per l'ensemble, tradizionalmente un precursore affidabile per l'Oscar al miglior film, ad American Hustle - L'apparenza inganna, evidenziando una decisa inclinazione degli attori per l'opera di David O. Russell, cosa che non stupisce, dato che si tratta di un film tutto basato sulle performance e interpretato da un pugno di attori popolarissimi (il premio Oscar Christian Bale, la pluricandidata Amy Adams, il lanciatissimo Bradley Cooper, l'affascinante Jeremy Renner e la ragazza di fuocoJennifer Lawrence). Il Producers Guild ha sfornato un ex aequo senza precedenti, che ha premiato quello che a lungo è stato considerato come il favorito di questa Awards Season, un film girato in economia con circa 20 milioni di dollari di budget, 12 anni schiavo di Steve McQueen, accanto al sogno di ogni produttore, il mastodontico, emozionante campione d'incassi Gravity. A quest'ultimo pochi giorni fa è andato il Guild Award forse più prestigioso, il DGA, ma la volontà di celebrare una straordinaria impresa che ha aperto una nuova era per l'industria cinematografica è stata evidente per tutta la Awards Race. Cuarón, d'altronde, aveva già vinto per la regia anche ai Golden Globe, dove 12 anni schiavo aveva trionfato come miglior film drammatico e American Hustle tra le commedie/ musical.
Tre contendenti, dunque, con l'ultimo arrivato, The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese, che non ha lo spazio per recuperare ma ha contribuito a complicare la situazione dividendo ulteriormente il consenso. Una corsa all'Oscar così non la vedevamo da anni, perché, se nelle categorie dedicate agli interpreti è già tutto deciso con Cate Blanchett (Blue Jasmine), Matthew McConaughey (Dallas Buyers Club) e Jared Leto (Dallas Buyers Club) che hanno pronto da tempo il loro discorso di ringraziamento, e soltanto Lupita Nyong'o (12 anni schiavo) che appare vulnerabile nei confronti della Lawrence (American Hustle), nelle categorie principali in realtà è ancora tutto possibile. Se infatti dopo che gli è sfuggito il DGA il sogno di gloria per David O. Russell sembra allontanarsi, è anche vero che ci sono diversi film a cui è bastato il cruciale SAG ensemble per arrivare a vincere l'Oscar (pensiamo a Crash - contatto fisico di Paul Haggis, che battè a sorpresa I segreti di Brokeback Mountain nel 2006) e che gli attori sono il ramo più numeroso dell'Academy. La possibilità di un upset nemmeno troppo sorprendente (ha 10 nomination totali e ha centrato tutte e quattro le categorie attoriali!) ad appannaggio di American Hustle quindi non può essere esclusa.
Il frontrunner "perdente"
Tra gli altri due film, dopo un premio pesante come il DGA non può che essere Gravity il frontrunner ufficiale, nonostante la relativa penuria di premi come miglior film ottenuti durante la stagione e la mancanza di una nomination vitale come quella per la sceneggiatura (c'è un film, d'altronde, che vinse 11 Oscar senza la menzione per lo script, e che con Gravity ha molte cose in comune: parliamo naturalmente di Titanic). 12 anni schiavo però ha vinto decisamente di più fino ad ora, è il favorito dalla critica, ha tre nomination attoriali, quindi agli attori non è certo spiaciuto, e ha quel curioso pareggio del PGA che sembra favorire più il film di McQueen che quello di Cuarón.
E qui riemerge l'ipotesi dello split, che vorrebbe il messicano premiato per la regia e 12 anni schiavo con l'Academy Award per Best Picture, il che sembra assolutamente coerente con quanto accaduto finora, e compatibile con le scelte delle Guild (manca il Writers Guild che sara consegnato il prossimo 1 febbraio, e che avvantaggerà solo il possibile spoiler American Hustle visto che gli altri due non sono in corsa).
Sarebbe uno split anomalo, perché di norma quando avviene è il regista del film arthouse a ottenere il premio per la regia, e il film più popolare a trionfare nella categoria principale - uno degli split più famosi fu quello dell'89, con A spasso con Daisy vincitore dell'Oscar come miglior film, e quello per la regia andato a Oliver Stone per Nato il quattro luglio; un po' più di recente, nel 2002, c'è stato quello Chicago/ Roman Polanski per Il pianista; inoltre, secondo molti, il metodo di votazione, che è diverso per le due categorie (in quella per Best Picture si deve indicare la preferenza da 1 a 9 per tutti i film candidati; per la regia si vista semplicemente il preferito), favorirebbe una vittoria di Gravity anche come Miglior film se c'è davvero tutto questo consenso per Cuarón.
Nell'angolo di quest'ultimo ci sono anche i rami tecnici dell'AMPAS. Gravity parte in pole position per montaggio, fotografia, score, sonoro ed effetti speciali; anche se le cose dovesse volgere al peggio, insomma, rischia di lasciare il Dolby Theater il 2 marzo con più statuette di tutti.
La parola ai BAFTA
Da qui al giorno della cerimonia, l'unico premio significativo sono gli inglesi British Academy Film and Television Awards, dove i nostri tre rivali si presenteranno rispettivamente con 11 (Gravity) e 10 nomination (12 anni schiavo e American Hustle). La vittoria di uno dei tre nella categoria principale potrebbe diventare l'ago della bilancia influenzando gli indecisi: il gala londinese dei BAFTA si svolgerà infatti il 16 febbraio, e la deadline di voto per l'AMPAS è fissata per il 25. Insomma, la gara è ancora aperta, e potremmo trovarci ad assistere a uno show davvero emozionante soprattutto se l'Academy britannica si divide tra i frontrunner. Se sarà split ai BAFTA, possibile che lo sia anche agli Oscar, ma non è implausibile che i votanti inglesi si raccolgano attorno al conterraneo Steve McQueen regalandogli supporto assoluto e spianandogli la strada verso l'Oscar, anche quello per la regia.
Le altre categorie
Per noi italiani, tuttavia, il momento più emozionante arriverà ben prima del gran finale, all'annuncio del vincitore dell'Academy Award destinato al miglior film straniero. La categoria è sempre abbastanza imprevedibile, e possiamo fare poco affidamento sulla solerzia dei membri dell'AMPAS nell'infilare nel lettore gli screener dei candidati non in lingua inglese. Ma La grande bellezza del nostro Paolo Sorrentino, con il suo Golden Globe, parte senz'altro favorito.
Così come favorito per la vittoria come miglior film d'animazione è Frozen - Il regno di ghiaccio,visto che il suo avversario più quotato, Si alza il vento di Hayao Miyazaki, ha diviso e può dirsi già soddisfatto della nomination, e visti gli incassi stratosferici; tra i documentari, in vantaggio sugli altri c'è l'acclamato The Act of Killing - L'atto di uccidere di Joshua Oppenheimer e Christine Cynn.
E voi, chi credete sia destinato a trionfare in quest'appassionante contesa? Per chi fate il tifo? E soprattutto, siete pronti a una nuova, estenuante, inimitabile Notte degli Oscar?