Record sfiorato per Oppenheimer: come previsto con ampio anticipo, è il dramma storico realizzato da Christopher Nolan a guadagnare la pole-position per i premi Oscar 2024, aggiudicandosi un totale di tredici nomination per la novantaseiesima edizione degli Academy Award. Storia dello scienziato J. Robert Oppenheimer e del famigerato Progetto Manhattan, che avrebbe portato alla creazione della bomba atomica, Oppenheimer festeggia così un altro importante traguardo nel bel mezzo di una awards season che si sta rivelando un autentico plebiscito per il capolavoro di Nolan, in attesa della cerimonia di premiazione in programma per il 10 marzo. Per il resto, le nomination agli Oscar 2024 hanno riservato poche ma significative sorprese, rispettando quasi del tutto i pronostici della vigilia e confermando il sostegno trasversale di cui godono altri titoli di punta della scorsa annata, in particolare Povere creature! di Yorgos Lanthimos e Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese.
In tal senso, un dato significativo di queste candidature risiede in una peculiare (e per nulla scontata) attenzione verso il cinema d'autore, soprattutto europeo, e per acclamati "titoli da festival" che non sempre, tuttavia, trovano spazio nei favori nel vasto ed eterogeneo bacino elettorale dell'Academy. Al contrario, quest'anno nella competizione come miglior film e in numerose categorie di rilievo figurano le due pellicole di punta dello scorso Festival di Cannes: il dramma giudiziario Anatomia di una caduta, della regista francese Justine Triet, e La zona d'interesse, incursione nella "banalità del male" dell'Olocausto firmata dal cineasta britannico Jonathan Glazer, con cinque nomination a testa. E per la prima volta nella storia degli Oscar, a competere come miglior film ci sono tre opere dirette da registe donne: Anatomia di una caduta della Triet, il dramma romantico Past Lives di Celine Song e, ovviamente, il fenomeno Barbie di Greta Gerwig.
Miglior Film: Oppenheimer capofila tra i "magnifici dieci"
I dieci titoli in gara per l'Oscar principale sono infatti gli stessi dieci titoli già candidati al Producers Guild Award, nonché i dieci film che più di ogni altro hanno catalizzato l'attenzione di critici e addetti ai lavori nelle scorse settimane. Capofila della rosa per il miglior film sono appunto Oppenheimer di Christopher Nolan (tredici nomination, il secondo maggior numero di sempre), la commedia grottesca Povere creature! di Yorgos Lanthimos (undici) e l'amaro affresco storico Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese (dieci), seguiti a ruota dall'assoluto campione d'incassi dell'annata, vale a dire Barbie, e dal biopic di Netflix Maestro, diretto e interpretato da Bradley Cooper, rispettivamente con otto e sette candidature. A quota cinque nomination, accanto ad Anatomia di una caduta e La zona d'interesse si aggiungono American Fiction di Cody Jefferson, satira sugli stereotipi di matrice razziale, e The Holdovers di Alexander Payne, ritratto ironico e commovente di un rapporto tra professore e allievo; chiude la 'classifica' dei plurinominati Past Lives, con una seconda nomination per lo script autobiografico di Celine Song.
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Miglior Regista: Trier, Glazer e la decima volta di Scorsese
Previsioni confermate pure per l'Oscar alla miglior regia: il britannico Christopher Nolan torna in competizione sei anni dopo Dunkirk, ma arriva una seconda nomination anche per il regista greco Yorgos Lanthimos cinque anni dopo La favorita. Raggiunge addirittura quota dieci nomination in questa categoria (e sedici in totale) il leggendario Martin Scorsese, che con Killers of the Flower Moon ha firmato uno dei film più acclamati della sua illustre carriera; attualmente, Scorsese è al secondo posto nella classifica dei registi più nominati agli Oscar, dopo le dodici candidature di William Wyler. E come avevamo pronosticato, il directors branch ha dimostrato ancora una volta la sua tendenza a compiere scelte 'autoriali': ecco dunque che a completare la cinquina sono Jonathan Glazer per La zona d'interesse e Justine Triet per Anatomia di una caduta, mentre Greta Gerwig, a dispetto dell'ottimo riscontro ai vari precursors, deve accontentarsi della nomination per la sceneggiatura di Barbie, in coppia con il marito e co-autore Noah Baumbach.
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Miglior Attore: dentro Cooper e Giamatti, fumata nera per DiCaprio
Tutto come da copione anche per l'Oscar per il miglior attore: una cinquina che vede Bradley Cooper festeggiare la sua quinta candidatura in qualità di interprete, e la quarta come protagonista, grazie alla sua performance del compositore Leonard Bernstein in Maestro. Quest'anno Cooper è candidato anche in qualità di co-produttore e di co-sceneggiatore della pellicola, mentre sono alla loro prima nomination Colman Domingo per un altro biopic targato Netflix, Rustin, nel ruolo dell'attivista Bayard Rustin, Jeffrey Wright per il succitato American Fiction e l'immancabile Cillian Murphy, già premiato con il Golden Globe per la sua tormentata interpretazione in Oppenheimer. E dopo ben diciotto anni, torna in competizione agli Oscar con una seconda candidatura il veterano Paul Giamatti, splendido protagonista di The Holdovers e potenziale favorito per la vittoria. Resta escluso invece uno dei beniamini dell'Academy, Leonardo DiCaprio, per Killers of the Flower Moon, e sfumano le flebili speranze di Andrew Scott, con l'apprezzatissimo Estranei del tutto ignorato dai giurati.
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Miglior Attrice: fuori Margot Robbie, la vera sorpresa è Annette Bening
L'ondata di consensi per Anatomia di una caduta porta in competizione per l'Oscar pure la strepitosa Sandra Hüller: l'attrice tedesca, impegnata nei panni di una scrittrice accusata dell'omicidio del marito, si affianca alla lanciatissima Emma Stone, già alla sua quarta nomination grazie alla vivace e disinibita 'creatura' impersonata nel film di Lanthimos; a Carey Mulligan, comprimaria di Bradley Cooper in Maestro e alla sua terza candidatura nel ruolo della devota moglie di Bernstein; e a Lily Gladstone, prima nativa-americana candidata in questa categoria grazie al suo struggente ritratto di Mollie Kyle in Killers of the Flower Moon. A completare la cinquina è una veterana di Hollywood, Annette Bening, beneficiaria di una delle maggiori sorprese di queste nomination: la Bening ha ottenuto la quinta candidatura della propria carriera, e la quarta come attrice protagonista, per il dramma sportivo Nyad, spodestando Barbie in persona, vale a dire Margot Robbie. A dispetto delle otto nomination per la commedia della Gerwig, la Robbie ha mancato infatti la rosa degli Oscar, benché sia comunque in lizza come co-produttrice del film.
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I candidati supporter: Ferrera, De Niro e il ritorno di Jodie Foster
A rendere ancora più spiazzante l'omissione di Margot Robbie (che tuttavia avevamo messo in conto fin dalla scorsa estate) è il fatto che l'Academy abbia candidato non solo il carismatico Ken di Ryan Gosling, ma pure America Ferrera, in gara come miglior attrice non protagonista pur essendo rimasta semi-invisibile ai vari precursors. La nomination alla Ferrera costituisce l'unica, parziale sorpresa nelle cinquine dedicate agli interpreti secondari. A Gosling si affiancano nomi del calibro di Robert Downey Jr per Oppenheimer, Mark Ruffalo per Povere creature!! e l'instancabile Robert De Niro, alla sua ottava nomination grazie a Killers of the Flower Moon, insieme a Sterling K. Brown per American Fiction. Fra le attrici, Danielle Brooks registra l'unica candidatura per il musical Il colore viola, in una categoria che la vede accanto ad America Ferrera, Da'Vine Joy Randolph per The Holdovers, Emily Blunt per Oppenheimer e Jodie Foster, comprimaria di Annette Bening in Nyad: per la Foster, alla sua quinta nomination, si tratta di un sospirato ritorno agli Oscar dopo ben ventinove anni di assenza.
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Garrone sfida La zona d'interesse, nomination da record per Hayao Miyazaki
Ignorato in passato per Gomorra e Dogman, il regista romano Matteo Garrone farà il suo debutto alla notte degli Oscar grazie al dramma sulle migrazioni Io capitano, trentesima produzione italiana candidata come miglior film internazionale nella storia dell'Academy. Garrone tenterà l'impresa virtualmente impossibile di sfidare La zona d'interesse, superfavorito per l'Oscar; in gara insieme a lui e Glazer ci sono inoltre il maestro Wim Wenders con il film giapponese Perfect Days, il dramma tedesco The Teacher's Lounge di Ilker Çatak e La società della neve dello spagnolo J.A. Bayona, mentre resta fuori dalla cinquina Foglie al vento di Aki Kaurismäki. Tra i film d'animazione, invece, il mitico Hayao Miyazaki stabilisce un vero e proprio record: a ottantatré anni, grazie a Il ragazzo e l'airone, diventa il regista più candidato in questa categoria con quattro nomination, a pari merito con Pete Docter: riuscirà a conquistare la sua terza statuetta, dopo l'Oscar per La città incantata e il premio alla carriera nel 2014?