Non solo glamour e cinema, ma anche coincidenze fortunate e occasioni mancate. A rendere più elettrizzante un evento speciale come la Notte degli Oscar sono quegli aneddoti che si nascondono tra record, numeri e date, e che spesso svelano coincidenze davvero sorprendenti o collegamenti particolari tra un personaggio e l'altro. Senza prenderci troppo sul serio, diamo uno sguardo alle piccole curiosità che riguardano i film e le personalità candidate a questa 89esima edizione degli Academy Awards: dal record di Meryl Streep al "nuovo Leonardo DiCaprio" che però non può contare certo sullo stesso sostegno che fu riservato al divo, senza escludere ovviamente le possibilità e i record di La La Land.
Leggi anche: Oscar 2017: il record di La La Land e il nostro commento alle nomination
1. La La Land: A Lovely Oscars Night?
Con 14 nomination, La La Land ha ottenuto lo stesso numero di candidature da record di due classici come Eva contro Eva e Titanic. A sua volta Titanic vinse 11 statuette, un record che condivide con Ben Hur e Il signore degli anelli - Il ritorno del re. Il film di Damien Chazelle è il primo musical (con storia e musiche originali) a ricevere una nomination per il miglior film dai tempi di All That Jazz (1979) e il terzo in assoluto dopo Due marinai e una ragazza (Canta che ti passa) (1945). Inoltre La La Land primeggia nel novero delle nomination che riguardano le categorie tecniche: con la candidatura ricevuta per il montaggio sonoro, Ai-Ling Lee e Mildred Iatrou Morgan sono il primo team femminile ad essere considerato per questo riconoscimento.
Leggi anche: James Cameron: 60 anni, ma il futuro del cinema è sempre lui
2. La benedizione di Damien
Se Damien Chazelle dovesse vincere, a 32 anni, sarebbe il "miglior regista" più giovane della storia degli Academy Awards. Il primato del candidato più giovane in questa categoria però resta di John Singleton che aveva solo 24 anni quando ebbe la nomination per Boyz'n the hood - strade violente, ma Jonathan Demme gliela "mangiò" (con fave e chianti) per Il silenzio degli innocenti e si portò a casa la statuetta.
Leggi anche: La La Land e Whiplash: il cinema di Chazelle tra il suono della passione e il ritmo dell'ossessione
3. Una vittoria senza l'appoggio dello Screen Actor Guild?
Sempre a proposito di La La Land, è interessante sottolineare che se il film vincerà il premio per il Miglior Film sarà il primo film a trionfare senza aver ricevuto una candidatura al premio per l'ensemble dello Screen Actors Guild. Da quando esiste il sindacato degli attori era capitato solo una volta: nel 1995 con Braveheart - cuore impavido.
Leggi anche: La La Land, i numeri musicali: tutte le magie di Damien Chazelle
4. Il ritorno di Mel Gibson
A proposito di Braveheart: Mel Gibson, candidato per La battaglia di Hacksaw Ridge, torna al Kodak Theatre con un piccolo record che potrebbe portargli fortuna (se non per gli Oscar, almeno per questa nuova fase della sua carriera). Mel infatti è il regista che vanta il gap più lungo che sia intercorso tra una vittoria (nel 1995, proprio con Braveheart) e la successiva nomination. Ben 21 anni. Tra l'altro dev'essere un anno particolarmente fortunato per l'Australia (e gli australiani), Paese che debutta nella categoria per il miglior film straniero con Tanna.
Leggi anche: Ricordatevi di Mel: il sangue, la fede e gli uomini nel cinema di Gibson
5. Meryl Streep, un record importante e un obiettivo ambizioso
Con la sua ventesima candidatura, ottenuta per il suo ruolo in Florence, la Streep si conferma Regina degli Oscar, e chiaramente una favorita dell'Academy. Al momento è l'interprete che vanta il record del maggior numero di candidature (20) e se dovesse vincere, arriverà allo stesso numero di statuette vinto da Katharine Hepburn, premiata quattro volte come miglior attrice. Con un piccolo sforzo da parte dell'Academy, potremmo vedere il record della Hepburn perdere esclusività dopo 35 anni. Poi chissà, a quel punto Meryl potrebbe decidere di puntare a conquistare altri record in altre categorie - dalla regia agli effetti speciali - e poi conquistare il mondo. Mica male per un'attrice "sopravvalutata", no?
Leggi anche: No, Meryl Streep non è sopravvalutata, sono tutti gli altri ad esserlo
6. Moonlight: alla luce della polemica, tutte le nomination diventano nere
Senza voler togliere nulla al talento e alla qualità artistica dei film e personaggi candidati, la cospicua presenza di persone di colore tra le candidature di quest'anno è almeno in parte una conseguenza della polemica #OscarSoWhite che fu portata avanti anche dopo la Notte degli Oscar dello scorso anno. Questa robusta presenza "black" tra i candidati ha contribuito a mettere a segno una serie di primati. Per quanto riguarda Moonlight, ad esempio, Joi McMillon è la prima donna afro-americana ad essere stata candidata per il Miglior Montaggio e Barry Jenkins invece è la seconda personalità di colore ad essere stata nominata sia per regia che per sceneggiatura 25 anni dopo la candidatura di John Singleton per Boyz n the Hood. Ma la scelta di dare spazio a candidati non caucasici riguarda anche altre pellicole, tra cui Arrival: Bradford Young, ad esempio è il primo afro-americano ad essere stato nominato per la Miglior Fotografia.
Leggi anche: Come la polemica #OscarSoWhite può rendere l'Academy migliore
7. Viola (Davis) is the new Black
Con la sua terza candidatura - che quest'anno è arrivata per la sua interpretazione in Barriere - Viola Davisè la personalità di colore con più nomination nella storia degli Oscar, in qualsiasi categoria. E nel 2017, per giunta, fa parte del terzetto di attrici nere candidate tra le migliori "non protagoniste" insieme alla Naomie Harris di Moonlight e la Octavia Spencer de Il diritto di contare. L'ultima volta che si era verificata una combinazione del genere, fu nel 2007, quando tre attrici non bianche si ritrovarono a competere nella stessa categoria: la Jennifer Hudson di Dreamgirls (che vinse) e le due star di Babel, Rinko Kikuchi e Adriana Barraza.
Leggi anche: Barriere: oltre i confini del palco
8. Denzel Washington, un divo senza (troppe) barriere
Se quest'anno vincesse la statuetta per l'interpretazione in Barriere, Denzel Washington potrebbe piazzarsi al settimo posto nella lista degli interpreti che hanno vinto tre Oscar (il suo per Glory era da non protagonista) e sarebbe il primo afro-americano della classifica, della quale fanno parte Ingrid Bergman, Walter Brennan, Daniel Day-Lewis, Jack Nicholson e ovviamente Meryl Streep.
Leggi anche: Denzel Washington: 10 ruoli che ce lo hanno fatto amare
9. Fuocoammare, un piccolo record italiano
Il documentario di Gianfranco Rosi non ha trovato spazio tra le candidature per il miglior film straniero, ma in compenso concorre per l'Oscar al miglior documentario e per l'Italia si tratta del debutto assoluto in questa categoria. Insieme a Fuocoammare, tra l'altro, compete un altro film da record: OJ: Made in America, che dura ben 7 ore e 47 minuti ed è il film più lungo che sia mai stato candidato dall'Academy (l'avranno visto tutto-tutto?).
Leggi anche: Fuocoammare: Gianfranco Rosi e Lampedusa, tra tragedia e umanità
10. Dev Patel, la rivincita del Leone
Neanche la popolarità di The Millionaire permise a Dev Patel di ottenere una nomination. Quest'anno però è candidato con Lion - La strada verso casa ed è il primo attore indiano candidato agli Oscar, se escludiamo star di origini indiane come Ben Kingsley o Merle Oberon.
Leggi anche: Lion: L'intensa storia vera di Saroo e la strada verso casa
11. Isabelle Huppert: Lei, una straniera alla conquista dell'Academy
Dopo la sua candidatura a sorpresa nella categoria per la Miglior Attrice (seguita alla vittoria ai Golden Globes), se Isabelle Huppert vincesse potrebbe entrare a far parte della rosa di fortunati attori che hanno vinto per la loro performance in una lingua straniera, insieme a Sophia Loren (La ciociara) e Marion Cotillard (La vie en rose). Altri interpreti che hanno vinto per ruoli non in lingua inglese (e in più lingue) sono Robert De Niro (Il padrino - Parte seconda ), Roberto Benigni (La vita è bella), Benicio Del Toro (Traffic), Penelope Cruz (Vicky Cristina Barcelona) e Christoph Waltz (Bastardi senza gloria).
Leggi anche: Elle: l'ambiguo, irresistibile revenge movie al femminile di Paul Verhoeven... e Isabelle Huppert
12. Thomas Newman, quando le nomination (e i record) restano in famiglia
Thomas Newman è alla 14esima candidatura per la colonna sonora di Passengers e per la sua famiglia questa nomination rappresenta già un successo, oltre che un record. Si tratta infatti della novantesima candidatura ottenuta da un membro della famiglia Newman, una prestigiosa dinastia di compositori della quale fanno parte, oltre a Thomas, suo padre Alfred, gli zii Lionel ed Emil, il cugino Randy e i fratelli Maria e David. Praticamente invece di giocare a tombola, come tutte le famiglie normali, giocano a chi vince l'Oscar.
13. La colonna sonora di Jackie
Mica Levi, candidata per la miglior colonna sonora originale per Jackie, con Natalie Portman, è la prima donna, da quindici anni a questa parte, che riceve una candidatura in questa categoria. L'ultima compositrice ad ottenere questo riconoscimento fu Rachel Portman per il suo lavoro in Chocolat. Evidentemente il cognome Portman porta fortuna alle signore?
Leggi anche: Jackie: ritratto di una First Lady
14. Amy e Aaron, gli snobbati
Nonostante la loro candidatura ai Golden Globe, Amy Adams e Aaron Taylor-Johnson sono stati snobbati dall'Academy. E Aaron rappresenta una novità, visto che è il primo attore non protagonista e vincitore di un Golden Globe a mancare la candidatura agli Oscar dal 1976, l'anno in cui capitò la stessa cosa a Richard Benjamin, interprete di The Sunshine Boys.
Leggi anche: Amy Adams: da Animali notturni ad Arrival, l'annata spaziale di una diva da Oscar (o quasi)
15. Kevin O'Connell is the new DiCaprio
A proposito di Amy Adams, molti hanno indicato nell'attrice la "nuova DiCaprio", perché dopo soltanto cinque candidature non ha ancora vinto un premio. In realtà c'è qualcuno che vanta il record assai più frustrante di ben 21 nomination e nessun premio: si tratta di Kevin O'Connell, tecnico del suono ed eroe. Lui è uno di quegli artisti che danno suono e vita ai film, e pur riconoscendo il suo talento, l'Academy non lo ha mai preniato.
16. "Poveri" ma belli
Per la prima volta in questo millennio, al momento delle rispettive nomination, nessun film tra gli otto candidati ha incassato più di 100 milioni di dollari al boxoffice americano.
17. Dopo tutto questo tempo?
Con la nomination postuma ottenuta per l'adattamento del suo testo teatrale Barriere, August Wilson è colui che ha dovuto aspettare il periodo di tempo più lungo intercorso tra la sua scomparsa e la candidatura: 11 anni, 3 mesi e 22 giorni.
18. Kubo e gli effetti magici
Kubo e la spada magica è il secondo film d'animazione (tutto animato, per la precisone) ad essere nominato nella categoria per i migliori effetti speciali. Il primo fu Nightmare Before Christmas, ma Jack Skellington si vide soffiare l'ambita statuetta non da Babbo Natale ma dai dinosauri di Jurassic Park.
Leggi anche: Kubo e le nuove frontiere della stop motion della Laika
19. Moana e Miranda, a un passo dall'EGOT
Se vincesse la statuetta per la miglior canzone con Oceania, Lin-Manuel Miranda potrebbe mettere a segno un traguardo professionale da sogno e diventare EGOT, ovvero entrare a far parte di quella ristretta rosa di personalità che nell'arco della loro carriera hanno vinto un premio Emmy, Grammy, Oscar e Tony.
Leggi anche: Oceania, la storia di una "principessa Disney" che guida il suo popolo
20. Jimmy Kimmel: il debutto con gli Oscar e la "doppietta" con gli Emmy
Il conduttore della cerimonia degli Oscar è alla sua prima volta con un evento di tale prestigio, e a pochi mesi dalla conduzione degli Emmy. Non capita così frequentemente, per un personaggio dello spettacolo di condurre due show di tale portata e a distanza ravvicinata.