Ci sono voluti quattro anni di lavoro per portare a termine Oceania 2. Il regista David Derrick Jr., che ha lavorato all'originale del 2016, e il suo team di sceneggiatori hanno cominciato a scrivere la storia nel 2020, durante la pandemia. All'epoca, nelle intenzioni di Disney, doveva essere una serie tv, poi invece si è deciso di cambiare rotta: per questa nuova avventura di Vaiana ci voleva il grande schermo. E anche una barca più grande!
Nelle sale italiane, Oceania 2 mostra una protagonista ormai cresciuta: è una navigatrice e il suo popolo la riconosce come figura importante. Al punto che, perfino dall'aldilà, gli antenati decidono di affidarle una missione complicata: deve spezzare la maledizione del dio Nalo, che ha diviso i popoli dell'Oceania, ritrovando l'isola segreta Motufetu.
Questo nuovo capitolo potrebbe essere il primo di una lunga serie di film, come ci ha fatto intuire il suo autore, arrivato a Roma per presentarlo. Impossibile fraintendere: David Derrick Jr. parla perfettamente la nostra lingua. E ci ha tenuto anche a fare tutta l'intervista con noi in italiano! E sì, ha già delle idee per eventuali spin-off.
Oceania 2: intervista a David Derrick Jr.
In Oceania 2 la sorellina di Vaiana, Simea, le dice di portare sempre con sé un pezzo di casa. Che significa casa per il regista? E possiamo davvero portarla sempre con noi?
David Derrick Jr.: "Il personaggio della sorellina è molto speciale per me. La mia figlia maggiore si chiama proprio Simea e adesso ha 21 anni. Quentin invece, il più piccolo, ha 7 anni. Tra loro c'è un rapporto così forte, nonostante la differenza di età, che mi ha ispirato a scrivere una storia simile per Vaiana. Adesso per lei è più difficile dire arrivederci alla sorella quando deve partire. Ma tutto ciò che fa Vaiana è per Simea. La protagonista ha un'empatia profonda e vuole assicurare un futuro al suo popolo. E specialmente alla sorella".
L'importanza di cambiare idea
In Oceania 2 si parla dell'importanza di cambiare il proprio punto di vista. Non è mai facile, e per un artista può essere ancora più difficile. Può capitare di innamorarsi al punto di un'idea da non rendersi conto che magari non funziona. Come si fa quindi a essere pronti a rivedere le proprie posizioni?
David Derrick Jr.: "Fare animazione è un lavoro collettivo: ci vuole la collaborazione di tante persone. È come se fossimo un equipaggio di artisti. Ma può essere difficile, perché ognuno di noi ha le sue idee. La cosa fondamentale è che tutti fossimo d'accordo sulle tematiche del film. Ovvero che l'oceano ci unisce, non ci divide, e che nelle nostre vite non smettiamo mai di scegliere e scoprire chi siamo. Se tutti abbiamo questi obbiettivi, possiamo scoprire come raccontarli. Per me vince sempre l'idea migliore, non importa da chi venga".
Oceania 2, la recensione: un sequel che espande i confini
Il pollo Hei Hei
Uno dei personaggi del film originale che tornano in questo sequel è il pollo Hei Hei. Contrariamente a tanti animali dei classici Disney, Hei Hei non parla. Però è presente in ogni avventura. Che si tratti di una divinità sotto copertura? Il regista: "La creazione di Hei Hei è stata divertente. All'epoca del primo film non sapevano come usarlo. All'inizio era un pollo molto arrabbiato. Poi un animatore ha suggerito di trasformarlo in un personaggio stupido. In alcuni momenti del film ci sembra che ci sia qualcosa dietro ai suoi occhi: ma passa subito. Però è indistruttibile. Lo amiamo per questo".
Quindi possiamo aspettarci uno spin-off dedicato interamente a lui? David Derrick Jr.: "Vorrei un'avventura con Hei Hei e con i pesci di questo film, i saltafango. Esistono davvero, si trovano nelle Samoa. E nel film li abbiamo resi forse ancora più stupidi di Hei Hei. Vorrei vederli agire insieme: sarebbe la nostra versione di Scemo e più scemo".