"Il rap non è solo musica. È una rima che ti apre in due. Un pensiero che non ti fa dormire". È Rose Villain a spiegarci in una frase che cos'è il rap. E quale deve essere il senso della seconda stagione di Nuova scena, il rap show di Netflix. Rose Villain, Fabri Fibra e Geolier, i giudici, anche 'sta volta, vogliono provare a trovare talenti in ogni angolo d'Italia: ma saranno ancora più esigenti. È proprio Fibra a spiegarci perché: ha avuto dei feedback dopo la prima stagione. E in tanti gli hanno detto: "Ma io conosco gente più brava a rappare". E allora la sfida è provare ad alzare il livello. La cosa ha senso: va detto che i protagonisti della prima stagione di Nuova scena, a differenza di quelli di altri talent, non hanno davvero sfondato nel mercato. Ma Nuova scena è un talent giovane, deve ancora costruire il suo rapporto con il successo. E poi il rap è diverso dal pop: per arrivare ci vuole comunque un percorso, la costruzione di una credibilità.

Su Nuova scena confermiamo quello che scrivevamo un anno fa. La grammatica di base è quella del talent, ma questo show in parte la rinnova. È un talent secco, duro, ritmato, veloce. È montato benissimo, e ha i giusti cliffhanger, da buona serie Netflix, tra un episodio e l'altro. Fate attenzione alle date: la seconda stagione è composta da 8 episodi, divisi in 3 parti. Durante i primi 4 episodi (disponibili dal 31 marzo), Fabri Fibra, Geolier e Rose Villain andranno a caccia dei migliori talenti emergenti in diversi angoli d'Italia e a Londra. Chi supererà le fasi di audition e cypher verrà messo alla prova negli episodi 5-7 (dal 7 aprile) in battle di freestyle, videoclip e featuring al fianco di alcuni tra i più grandi rapper italiani. Saranno tre gli artisti che accederanno alla finale (dal 14 aprile).
Rose Villain, Fabri Fibra, Geolier: giudici mai pieni di sé

Se Nuova scena è uno show riuscito lo deve anche ai suoi giudici. Rose Villain ha un modo diverso di fare rap, femminile, sensuale, diretta; Fabri Fibra è l'essenzialità: i capelli corti, un filo di barba, nessun orpello nel look, jeans e t- shirt nera. È l'autorevolezza. Geolier è Napoli, è il sud, è il colore: nelle prime scene appare vestito di rosso, con il cappellino da baseball del rap old school. È il rapper che è arrivato, ma che ha ancora la fame di arrivare più in alto. E di far arrivare in alto chi lo merita. Ma quello che ci piace di Nuova scena è che i giudici non sono mai protagonisti e non vogliono esserlo. Non litigano come quelli di X Factor, non sono pieni di sé come quelli di Masterchef. Vogliono davvero aiutare i ragazzi a diventare grandi.
Tra Londra, Torino, Genova e il Sud

Il rap nasce nelle strade. E ancora una volta, per la prima parte delle audizioni, si parte da qui. Fibra viaggia nel nordovest italiano. A Torino, città importante per la scena italiana, e l'Hiroshima Mon Amour, club fondamentale per il rap. E poi a Genova, tra i vicoli e i caruggi, dove sono nate grandi pagine della canzone italiana, cantautori che lasciavano il segno proprio con le parole, come fanno i rapper. "Non cerco un rapper, cerco un artista" dice invece Rose Villain. E per farlo vola a Londra, un posto pieno di contraddizioni e di contrasti. Siamo a Camden, nei luoghi cari ad Amy Winehouse. Geolier invece entra in scena su uno yacht che naviga nel Mar Ionio, un modo per dire di voler abbracciare tutto il sud. Lì, e in un paese della Puglia, lontano dal mondo urbano a cui è sempre stato legato il rap, vuole trovare i nuovi talenti.
Ci si affeziona a questi ragazzi

Già, i talenti. Ne resterà soltanto uno, come in Highlander. Ma intanto saranno in quattro quelli che arriveranno in semifinale e gireranno un videoclip. E saranno in tre quelli che arriveranno in finale. Ci si affeziona subito a questi ragazzi, e già sappiamo ci rimarremo male quando qualcuno si perderà lungo la strada per la finale. Ci sono piaciuti subito True Skill, piacentino dal rap secco e potente, e Lina Simons, nata a Pozzuoli da padre locale e madre nigeriana, cresciuta in chiesa e con un flow che passa dall'italiano al napoletano all'inglese e una voce soul piena di energia. Ci siamo affezionati a Nox, dalla Val D'Aosta ma di origini marocchine, dal flow nervoso, rabbioso, e dal timbro unico, dal canto arabeggiante, ma anche soul. Ci ha convinto Nachelo, con la sua energia e la sua identità, e la sua rabbia. Ci sono piaciuti JoeJoe, rapper timido e gentile, che sembra un ossimoro ma non lo è, ed Eos, romana, dolcezza e parole forti, luce negli occhi e anche una voce melodica.
Il cypher: quando i rapper diventano una crew

Tra le varie fasi della gara, ci piace sempre di più il cypher, che molti ragazzi vivono come un esame di riparazione. Ma è una grande cosa, invece: chi non è andato benissimo può trovare il riscatto. Ma, soprattutto, si trova in quella che si può definire una crew: deve scrivere le sue bars ma inserirle in un pezzo insieme ad altri 4 ragazzi, in cui ognuno dovrà brillare, ma dovrà far funzionare anche l'insieme. Imparare a fare gioco di squadra non è scontato. E stavolta, dai due gruppi di cinque, sono uscite delle grandi cose.
La forza (e il pericolo) di storie personali forti

In questa seconda stagione sembrano uscire di più le storie personali degli artisti. C'è chi è cresciuto senza padre, e ora ha anche la madre in galera. Chi si è visto addirittura uccidere il padre. Chi, ragazzino di colore nella Lombardia di qualche anno fa, si è sentito dire da altri bambini che giocavano a pallone "torna quando ti sarai lavato con la candeggina". Sono cose che possono entrare in delle barre potentissime, ma anche mandare in corto circuito chi le canta e bloccarlo. A Nuova scena c'è un continuo gioco sulle proprie emozioni. Si tratta di tirarle fuori per dare il meglio, ma facendo attenzione a fermarsi un attimo prima di rimanerne bruciati. A proposito di storie, a Nuova scena è bellissimo vedere i nuovi italiani, le seconde generazioni, ragazzi integrati e creativi. Forse a qualcuno questa cosa può ancora non piacere. Fatevene una ragione. Il nostro futuro è questo.