Normal People torna su RaiPlay e ci ricorda perché abbiamo ancora il cuore spezzato

La serie tratta dal romanzo di Sally Rooney che ha lanciato Paul Mescal e Daisy Edgar-Jones è una delle più oneste e attuali riflessioni sull'amore e sul concetto di generazione. In streaming.

I protagonisti di Normal People.

Certe serie tv hanno una vita particolare. Normal People, complice la pandemia e un certo passaparola tra appassionati, ha fatto il giro del mondo: dagli Stati Uniti, dove era disponibile su HULU, ben prima di arrivare in Italia, nel 2020. Qualche mese dopo (da aprile a luglio) ci ha pensato il defunto servizio streaming StarzPlay a portarla da noi, e ampliare così il bacino d'utenza della serie tratta dall'omonimo romanzo di Sally Rooney.

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I protagonisti in una scena

Decaduta la piattaforma, è toccato a RaiPlay renderla nuovamente disponibile insieme all'altro titolo tratto da un libro della scrittrice, ovvero Conversations with Friends, uscendo dal catalogo per una questione di diritti. Dall'11 aprile la serie torna disponibile (gratuitamente) su RaiPlay. Occasione perfetta per (ri)vederla.

Normal People: persone normali, la forza sta tutta lì

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Un primo piano di Daisy Edgar-Jones

La trama della serie irlandese è talmente semplice da apparire quasi banale in superficie, eppure scavando poco sotto se ne coglie subito la profondità. Connor e Marianne sono due ragazzi di estrazioni sociali diverse (la madre di lui fa la donna delle pulizie nella casa di lei), ma vanno nella stessa scuola e sono entrambi apparentemente taciturni e solitari. Due anime quindi destinate ad incontrarsi, piacersi e lasciarsi, per poi riavvicinarsi. Un vero e proprio romanzo di formazione ai tempi moderni, una guida all'educazione sessuale e sentimentale di due giovani che continuano a ritrovarsi nel corso degli anni.

Non si segue la loro storia (non solo d'amore) in un solo giorno della loro vita come One Day, ma in alcuni momenti decisivi per il loro formarsi, dal liceo agli anni universitari e dei primi impieghi. Il serial ha avuto tanti meriti: far conoscere un'autrice incredibile, nella lingua e nel contesto sociale, marcatamente irlandese ma, allo stesso tempo, decisamente universale. Normal People, poi, ha rivelato il talento di due interpreti che devono tutto a questo show (tanto che ci sono tornati con lo spirito in più di un'occasione): Paul Mescal e Daisy Edgar-Jones.

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Coming of age nella serie su RaiPlay

Normal People Episode 108
Una sequenza ambientata in Italia

Sono loro due il nucleo di Normal People. Due interpretazioni struggenti e coinvolgenti, due anime alla ricerca della propria identità e del proprio posto nel mondo e all'interno di una coppia. Una serie onesta, schietta e coraggiosa proprio come l'età che racconta; soprattutto nel ritrarre una ragazza più spigliata e sicura di sé, ma non senza i propri tumulti interiori, e un ragazzo al contrario vulnerabile, fragile, pieno di insicurezze e dubbi sul proprio 'io' e su ciò che verrà. Entrambi disposti a spogliarsi, letteralmente e metaforicamente, davanti alla macchina da presa, anche nelle scene sessuali che divengono in realtà veicolo di quei corpi per raccontarci l'evoluzione dell'animo al loro interno. Due personalità in cerca di una guida, che forse manca alla generazione dei millennial, tra rimpianti e rimorsi.

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Connor, così lontano, così vicino

La regia infatti insiste su primi piani e dettagli, proprio per far arrivare al pubblico tutta l'intimità di una storia così viscerale e così vera, così unica nell'essere come tante altre, mentre la fotografia utilizza la luce per mostrare i contrasti di chiaro e buio che colpiscono continuamente i protagonisti. Un racconto sincero e travolgente che, pur essendo passato qualche anno, ci fa sentire di aver lasciato il cuore tra quelle pagine e quelle inquadrature, senza mai averle abbandonate per davvero, come se fosse un'istantana malinconica.

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Normal People: Daisy Edgar-Jones e Paul Mescal

Qualcosa di simile a quanto accaduto con Past Lives e alla storia d'amore spezzata del trio protagonista. Mettere in scena i muri che costruiamo pur di tenere lontani gli altri, i voli pindarici e i cosiddetti "film mentali" che riusciamo a creare nella nostra testa spesso prima ancora che accada qualcosa o come reazione involontaria e meccanismo di difesa: non è mai stato fatto in modo talmente semplice eppure intrinseco da riuscire a far breccia nei nostri cuori, e non separarcene più. Quasi lasciando una ferita post-visione, un dolore fisico, una cicatrice invisibile che ancora tentiamo di sanare. E se non è questa la serialità emotiva più potente che c'è, allora, qual è?