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Non fatevi ingannare dal teaser trailer in cui i protagonisti si baciano a 360 gradi (come in Romeo + Juliet) per un minuto: Non mi uccidere non è "Twilight all'italiana", come in molti hanno pensato. Il secondo film di Andrea De Sica (autore di I figli della notte e della serie Baby) è un horror pieno di scene d'azione, con protagonista Alice Pagani, ormai sempre più volto simbolo della nuova generazione di artisti che stanno cercando di reinventare il cinema italiano.
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Disponibile sulle principali piattaforme di streaming (Apple Tv app, Amazon Prime Video, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV e per il noleggio su Sky Primafila e Mediaset Play Infinity) dal 21 aprile per acquisto e noleggio, Non mi uccidere racconta la storia di Mirta, adolescente che si innamora del coetaneo Robin (Rocco Fasano). I due si promettono amore eterno e si uccidono in una cava, sfidando la morte.
Inaspettatamente Mirta si risveglia. Non è però la stessa ragazza di prima: il bisogno di sangue e carne umana si manifesta molto presto. La nuova realtà è sconvolgente. In più ci si mette anche una strana organizzazione che le dà la caccia e la scomparsa del corpo di Robin. Sangue, combattimenti, carne che si stacca dalle ossa: Non mi uccidere è un teen drama molto particolare. Ne abbiamo parlato con i protagonisti e con il regista.
La video intervista al regista e al cast di Non mi uccidere
Non mi uccidere: le scene di combattimento
Grazie al ruolo di Mirta Alice Pagani ha potuto fare sullo stesso set cose che le attrici di Hollywood impiegano un'intera carriera a girare: scene splatter, un lungo combattimento in un corridoio in stile Old Boy, riemergere da una tomba come Uma Thurman in Kill Bill. Un'esperienza importante per l'attrice: "È stata una sfida. E io amo le sfide: ne ho bisogno per sentirmi in vita come attrice. Credo sia stato un ottimo lavoro di formazione e un bel messaggio da mandare: ho potuto sperimentare moltissimo con il mio corpo e scoprire cosa si prova a fare delle scene d'azione e viaggiare nelle tinte dell'horror, che ha un linguaggio a sé. Ha un linguaggio molto delicato, ha bisogno di una profondità. Mi sento molto fortunata a essere stata scelta da Andrea."
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Sulla scena del corridoio Andre De Sica ha aggiunto: "Alice ha fatto un lunghissimo lavoro di preparazione su se stessa, con un gruppo molto valido di stunt-man. La coreografia è nata da un'idea visiva abbastanza precisa: volevo che fosse una liberazione violenta fatta tutta d'un fiato. Quindi non volevo stacchi di montaggio, non volevo costruirla troppo. Doveva essere Alice a sostenere questo crescendo di violenza tutto in un'unica inquadratura, quindi un piano sequenza, senza montaggio. Mi piaceva il fatto di non enfatizzare: era così forte di suo che soltanto vedere questa trasformazione della protagonista era una cosa che colpisce nella sua essenzialità e verità. Con Alice è stato come fare un musical: abbiamo imbastito una coreografia, l'abbiamo preparata, come uno spettacolo di danza. Il problema però è che c'erano le botte: e possiamo dire che un paio di volte ad Alice è sfuggita di mano la spranga e ha quasi spaccato il naso a uno stunt-man. Spero che se la scena è venuta efficace è proprio perché lei l'ha resa talmente credibile da farla essere vera. Alice Pagani meglio di John Wick, assolutamente."
Non mi uccidere e la rabbia giovane
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Rocco Fasano, già portavoce degli adolescenti in Skam Italia nel ruolo di Niccolò, anche in Non mi uccidere è un ragazzo che parla di rabbia, di amore, di sentimenti forti. A Mirta dice che la rabbia la aiuterà a sopravvivere. La rabbia, soprattutto quando si è giovani, è un sentimento positivo o no? Secondo l'attore: "È un po' difficile definire la rabbia come una cosa positiva. Sicuramente se viene processata nel giusto modo può essere anche una cosa positiva. Ogni pulsione naturale è in qualche modo positiva. Però la rabbia è anche un sentimento molto pericoloso, che ti consuma dentro. Questo film parla proprio di questo. Il mio personaggio, così come quello di Mirta, è caratterizzato da questa rabbia che porta alla rabbia adolescenziale che loro devono processare per andare avanti e, nel caso di Mirta, diventare adulti, diventare una persona più forte."