Non conosci Papicha, recensione: quando resistere è “alla moda”

Recensione di Non conosci Papicha, produzione franco-algerina presentata al Festival di Cannes nel 2019.

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Non conosci Papicha: una foto del film

Scrivere la recensione di Non conosci Papicha significa tornare indietro nel tempo, a quando tutto sembrava più semplice e normale: no, non il periodo in cui è ambientato il film stesso (la guerra civile in Algeria, durata dal 1991 al 2002), bensì il Festival di Cannes del 2019, durante il quale l'opera prima di Mounia Meddour fu presentata all'interno della sezione Un Certain Regard, inaugurando un percorso che l'ha portata fino ai César, dove ha conquistato i premi per la migliore rivelazione femminile (l'attrice Lyna Khoudri, prossimamente alla corte di Wes Anderson e già premiata alla Mostra di Venezia nel 2017 come miglior interprete femminile nella sezione Orizzonti) e per il miglior esordio, che la cineasta ha condiviso con i produttori (tra questi un apparentemente insospettabile Xavier Gens, noto regista horror transalpino e marito di lei nella vita). Tempi più semplici rispetto a quelli attuali, con il film che esce nelle sale italiane a quasi un anno dal debutto nei cinema francesi, in un periodo che tradizionalmente è poco propizio per le nuove uscite nel nostro paese a prescindere, e in questo caso ancora più del solito. Un destino forse un po' ingrato per un'opera piccola, delicata e potente, meritevole di ben altri spazi sin da quella prima proiezione nella Salle Debussy, il 17 maggio 2019, quando nessuno avrebbe messo in dubbio la possibilità di andare al cinema o ai festival.

Accadde ad Algeri

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Non conosci Papicha: un'immagine del film

La trama di Non conosci Papicha (titolo che deriva da un termine franco-algerino usato per indicare le ragazze civettuole) ruota attorno alle vicende di Nedjma (Lyna Khoudri), giovane studentessa che si dedica al francese ma sogna di diventare stilista. Lascia regolarmente la residenza universitaria con la sua migliore amica per recarsi nei locali notturni, dove vende alle coetanee le proprie creazioni. Ma la guerra civile è dietro l'angolo, e la ragazza si ritrova sotto pressione anche da parte di chi vuole che lei aderisca alle norme islamiche sul piano morale ed estetico. Lei, determinata a non farsi mettere i piedi in testa dal singolo o dalla comunità, decide di resistere a modo suo, organizzando una sfilata di moda, un gesto di ribellione che esprime la voglia di libertà nel bel mezzo di un conflitto che rischia di distruggere completamente ogni forma di libero arbitrio. Ma sarà davvero possibile portare a termine questo progetto di resistenza?

Ieri e oggi

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Non conosci Papicha: una scena

Figlia d'arte (il padre era un noto regista, morto ad Algeri nel 2000 quando la guerra era ancora in corso), Mounia Meddour Gens si serve del proprio esordio dietro la macchina da presa per raccontare, con il giusto distacco cronologico e personale (lei è nata a Mosca e vive da anni in Francia, così come Lyna Khoudri la cui famiglia si è trasferita in Europa all'inizio del conflitto), un periodo tragico della Storia del suo paese. Una ferita ancora aperta (forse il motivo per cui l'uscita cinematografica in Algeria, prevista lo scorso settembre, è stata annullata senza spiegazioni), evocata con il giusto equilibrio tra il racconto intimo e l'affresco storico, tra il ritratto ben delineato di una gioventù dai desideri universali e la ricostruzione di un evento specifico, la cui colossale portata drammatica è percepibile anche all'interno di una costruzione drammaturgica che, per ovvi motivi pratici legati alle esigenze di un'opera prima, privilegia gli interni e le conversazioni, lasciando gran parte della guerra sullo sfondo in termini visivi ma senza sacrificarne la forza tematica.

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Non conosci Papicha: un momento del film

E per quanto il titolo italiano possa essere stato ritenuto necessario per tentare di contestualizzare un originale francese di una sola parola (Papicha, appunto), alla fine risulta un po' fuorviante perché impariamo a conoscere Nedjma praticamente subito, e vivere insieme a lei il contrasto fra desiderio e realtà, in un meccanismo narrativo e formale dove l'ardore delle sue passioni corrisponde, in termini di intensità, a quello delle armi da fuoco che seminano morte nelle strade di Algeri. E tramite lei impariamo a conoscere un altro lato di un conflitto che, per quanto situato in uno spazio-tempo molto preciso, contiene echi di altre guerre simili, ancora in corso. La storia di Papicha è quella di un paese nel corso di un decennio particolare, ma è anche un racconto universale capace di conquistare tutti, come ha fatto a partire da quell'apprezzato esordio nel Palais di Cannes poco più di un anno fa e potrà fare ora in Italia grazie a Teodora Film, di cui non si può che ammirare la determinazione nell'aver scelto un titolo così delicato e a tratti fragile per contribuire alla riapertura delle sale nel nostro paese.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di Non conosci Papicha con una certa soddisfazione, felici di sapere che una delle più interessanti scoperte del Festival di Cannes 2019 sia finalmente disponibile anche nelle sale italiane. Il pubblico potrà così vedere sullo schermo la grintosa Nedjma e la sua toccante lotta contro l'oppressione, sullo sfondo di un vero conflitto che la regista racconta con passione e impegno.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
3.1/5

Perché ci piace

  • Lyna Khoudri è una rivelazione folgorante.
  • L'equilibrio tra dramma intimo e affresco storico è gestito molto bene.
  • Le specificità del conflitto algerino non incidono sull'impatto di una storia dal sapore universale.

Cosa non va

  • Sconsigliato a chi si aspetta un film più convenzionale sulla guerra civile.