Alla Berlinale è di scena il cinema indie a stelle e strisce. Oggi tocca all'intellettuale Noah Baumbach che presenta Frances Ha, la sua nuova fatica scritta a quattro mani con Greta Gerwig, musa del circuito indipendente dall'indiscutibile fascino che si è fatta notare dapprima nell'eccentrico horror Baghead dei fratelli Duplass per poi affiancare Ben Stiller in Lo stravagante mondo di Greenberg. Frances Ha, presentato in Panorama, è una pellicola low budget girata in bianco nero che racconta la storia di una donna impegnata a reinventarsi costantemente, forse perché la sua esistenza manca di un solido baricentro. Sullo sfondo la New York di Woody Allen, dei grattacieli, delle nuove opportunità e delle favole che qualche volta si avverano e qualche volta no.
Frances Ha è un film ricco di tematiche diverse. Si parla di indipendenza, di amicizia, di vita da single, di crescita. Come è nata l'idea alla base della storia?
Greta Gerwig: Noah mi ha chiesto di scrivere una storia per un personaggio da interpretare direttamente e io ho cercato di toccare i temi che mi stavano a cuore.
Noah Baumbach: Frances e Sophie sono migliori amiche, ma arriva un momento nella vita in cui l'amicizia non basta più e per andare avanti occorre operare dei cambiamenti nella propria esistenza. Frances e Sophie si trovano proprio in quella fase di transizione dall'adolescenza alla maturità.
Frances, però, non accetta la decisione dell'amica di convicere col fidanzato.
Greta Gerwig: Sophie è alla ricerca di una relazione adulta ed esclusiva e Frances non riesce a credere che la sua amica sia pronta a scegliere qualcun altro. Non riesce a capacitarsi del fatto che ci possa essere qualcuno più importante di lei per l'amica del cuore.
Un altro elemento importante è l'ambientazione. La storia si svolge a New York.
Greta Gerwig: Io non sono cresciuta a New York e non ballo per la strada sotto i grattacieli, ma già vivere lì è una scelta artistica. E' un luogo dove senti che tutto è possibile.
Nel film è presente anche il tema del viaggio.
Noah Baumbach: Frances Ha è una sorta di road movie dove però Frances non va da nessuna parte. Mentre scrivevamo la sceneggiatura abbiamo sentito che a un certo punto c'era una rottura. La storia era buona, ma non rappresentava più Frances e quindi abbiamo sentito la necessità di modificare il copione.
Greta Gerwig: La vita di Frances è un disastro. Quando il suo corpo non è organizzato per la danza è un disastro, quando la sua vita non è organizzata da Sophie è un disastro, ma l'amica è esclusivista e sente di non avere posto per più di una persona alla volta.
Greta Gerwig: La rottura di un'amicizia è sicuramente peggiore, perché le relazioni sentimentali spesso hanno un inizio e una fine. E' qualcosa di naturale che si verifica quando l'amore finisce. Ma non puoi spiegare la rottura tra due amici, non c'è una ragione. Non c'è nessuna canzone che descriva questo sentimento.
Noah Baumbach: In realtà la musica country è tutta basata su questa cosa.
Come mai nel film avete usato le musiche di George Delerue, frequente collaboratore di Truffaut e Godard?
Noah Baumbach: Volevamo una musica romantica, grande, suggestiva, emozionante. C'era la volontà esplicità di fare un omaggio ai film della Nouvelle Vague che amo e a cui mi ispiro, ma alla fine mi sembrava troppo ridondante e citazionista così abbiamo cercato di trovare un equilibrio inserendo anche pezzi moderni.
La scelta di girare in bianco e nero da dove deriva?
Noah Baumbach: Sentivo la necessità di creare un contrasto tra il look del film e un personaggio così moderno come Frances. Questo tipo di immagine evoca il passato e dà un senso di nostalgia.
Frances Ha presenta delle affinità con Lola Versus, un altro dei personaggi che hai interpretato. Queste somglianze sono volute?
Greta Gerwig: Le persone mi guardano e vedono il caos. Non so spiegarmi il perché. Come attrice mi piacerebbe interpretare ruoli sempre diversi quindi non cerco di ripetermi volutamente. Credo che non ci siano molte assonanze con Lola Versus, ma se ci sono è una scelta inconsapevole. L'esperienza di girare un film è sempre diversa, ogni set è un mondo a sé.
Noah Baumbach: Alla fine del film Frances accetta i limiti della propria personalità e questa, in un certo senso, è maturità. Riesce a vedere più chiaramente se stessa.
Come sono nate le coreografie che possiamo ammirare nel film?
Greta Gerwig: Quando abbiamo parlato della danza di Frances avevo ben chiaro cosa volevo. Non sono una ballerina professionista, ma amo la danza. Mi piacciono le persone sul palco, le coreografie collettive che esprimono gioia e potenza e così abbiamo spiegato la nostra idea al coreografo che ci ha aiutato a creare il tutto. Cercavamo un'immagine molto specifica.
La sceneggiatura è molto strutturata, ma c'è stato anche spazio per l'improvvisazione?
Greta Gerwig: No, in questo film era tutto scritto.
Noah Baumbach: Credo che gli attori debbano sentirsi liberi di osare, di sperimentare. Io cerco di farli sentire a loro agio, ma i miei film sono molto scritti. Non c'è grande spazio per l'improvvisazione.
A un certo punto del film Greta parte per Parigi, ma il viaggio non è un'esperienza positiva.
Noah Baumbach: Il viaggio a Parigi è una metafora, è un tentativo di cambiare la propria situazione. In generale per lei sarebbe una buona cosa, ma questo è il momento sbagliato per farlo perché non ha soldi e inoltre parte per le motivazioni sbagliate.
La bellezza di questo film è che un'opera davvero incentrata su una donna alla ricerca di sé stessa e nient'altro.
Greta Gerwig: Essendo un attrice, leggo molte sceneggiature che vedono protagoniste donne e sono orgogliosa che, in questo caso, non si parli di una donna alla ricerca di un partner. E' una storia completamente al femminile che non ha niente a che vedere con la ricerca dell'amore. Per me è una sorta di manifesto.
Non credi che Frances ami troppo la sua amica?
Greta Gerwig: Sì, penso proprio di sì. Frances ha relazione troppo stretta con lei. E' possessiva e Sophie è costretta a interrompere il rapporto per crescere e andare avanti nella vita.
Quanto è importante lo humour al cinema?
Noah Baumbach: Dipende dal film. Io credo che per questo film abbiamo ottenuto il giusto equilibrio. Questa è una commedia quindi credo di aver avuto ragione a usare lo humor.
Greta Gerwig: Personalmente ho difficoltà a pensare all'esistenza di cose prive di levità. Nella mia mente le cose divertenti e quelle tristi si confondono in ogni momento.