Una casa è spesso il luogo più rappresentativo della storia di una famiglia, felice o tragica che sia. Ecco perché è diventato un topos narrativo negli horror, spesso infestato da quelle stesse presenze che l'hanno abitata e vissuta. Nelle comedy invece è il luogo di ritrovo per eccellenza, come la riunione familiare del pranzo della domenica, set perfetto per la commedia degli equivoci più disparata.
Fatte queste premesse, non sorprende che proprio una casa sia al centro di No Good Deed la nuova serie originale Netflix da Liz Feldman, già creatrice di Dead to Me che aveva parlato di nascita e morte e tutto ciò che vi era nel mezzo mescolando i generi. Ora ha trovato un nuovo modo originale di farlo, anche se apparentemente sembra già visto.
No Good Deed: tutto (e tutti) per una casa
Al centro dell'intreccio della comedy Netflix c'è proprio un'abitazione: quella dei Morgan, Paul (Ray Romano) e Lydia (Lisa Kudrow), pieni di debiti dopo un doppio mutuo in zona residenziale così ambita da tutti i vicini. Lei è stata una grande pianista affermata e acclamata ma ora un problema di salute rischia di fermare la sua carriera. Proprio in quel posto inoltre è anche successo qualcosa che ha distrutto la loro famiglia. Decidono quindi di metterla sul mercato per guadagnarne il più possibile e provare a risolvere i propri problemi.
Paradossalmente tre famiglie si recano all'open house convinte che quella casa potrebbe aggiustare le rispettive difficoltà e grattacapi. C'è l'attore delle soap opera in caduta libera JD Campbell (Luke Wilson++) che vuole far felice la moglie Margo (Linda Cardellini**, che ritrova Feldman dallo show precedente), mentre quest'ultima ha un proprio segreto da nascondere.
C'è la coppia di neosposi con bimbo in arrivo formata dall'architetto Carla (Teyonah Parris) e dallo scrittore Dennis (il sempre più poliedrico O-T Fagbenle) che la vede come la scommessa dei propri sogni, nonostante le ingerenze della madre di lui. Infine c'è la coppia LGBT composta da Leslie (Abbi Jacobson) e Sarah (Poppy Liu) che dopo aver rinunciato alla fecondazione in vitro vorrebbe utilizzare i propri risparmi sul luogo dove vivere.
Un mix anomalo di generi nella serie Netflix
No Good Deed è un interessante frullatore che contiene diversi stili e toni del racconto, proprio come Liz Feldman aveva già dimostrato in Dead to Me - Amiche per la morte. C'è la commedia, il dramma, tutte le sfumature nel mezzo, gli incredibili e fortuiti casi del destino e delle coincidenze. Ma c'è soprattutto il concetto di famiglia, quanto mai attuale e variegato negli Stati (e nel mondo) di oggi, e il rapporto tra genitori e figli.
Come quelli estraniati della coppia protagonista, che ha vissuto un grande dolore come gli altri personaggi e che ancora ne devono tristemente scoprire nel corso degli episodi. È come se American Horror Story: Murder House incontrasse Desperate Housewives e i suoi apparentemente perfetti quartieri residenziali con la staccionata bianchi e i prati sempre potati al punto giusto... e il marcio ben nascosto dentro casa. Il mystery è proprio l'altro elemento preso in prestito dalla precedente serie della creatrice per accrescere la tensione narrativa e mantenere la curiosità intatta nello spettatore.
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Interpreti comici di prim'ordine
Per una volta il cast scelto non è solo un elenco di grandi nomi sulla carta ma diviene funzionale alle sfumature del racconto, mentre la regia e la fotografia giocano coi chiaroscuri e le ombre delle vite dei suoi protagonisti a contrasto coi colori pastello e con la luce della casa che è il fulcro del desiderio e dell'intreccio. Lisa Kudrow e Ray Romano mostrano tutta la propria verve (tragi)comica guidando un ensemble che riesce a toccare svariati livelli di dramma e commedia, compreso un ritrovato Denis Leary di Rescue Me nei panni di Mikey, un sibillino vecchio conoscente dei Morgan che conosce anche la storia di quella fatiscente abitazione. Ora sarete pronti a conoscerla anche voi.
Conclusioni
No Good Deed è un interessante prosieguo nel curriculum di Liz Feldman su Netflix dopo Dead to Me. In comune c’è lo stile peculiare che mixa svariati elementi e generi insieme e il tema portante del destino e del caso. In questo caso però la dark comedy è corale e punta sul talento versatile dei suoi tanti interpreti che rappresentando varie coppie e vari nuclei familiari diversi mostrando non solo un diverso rapporto generazionale ma anche diverse storyline che collidono in quella casa che rappresenta gioia e dolore per chi abita le sue mura. Che se solo potessero parlare…
Perché ci piace
- La casa come topos narrativo di un genere.
- Il cast, a partire da Lisa Kudrow e Ray Romano.
- Il rapporto genitori-figli e i diversi nuclei familiari analizzati.
- Il mix tra dramma, commedia e mystery...
Cosa non va
- ...forse un po' altalenante.
- Non tutte le storyline appassionano allo stesso modo.