Never Too Late, Non è mai troppo tardi... ma è veramente così? Ci ha accompagnato un brivido nel guardare la serie co-prodotta da Rai Fiction e Propaganda Italia, perché il mondo che ci racconta potrebbe essere il nostro. Anzi, è il nostro traslato qualche anno nel futuro. Si tratta infatti di una serie teen ecologista che tratteggia un mondo del prossimo futuro verosimile, inquietante nella sua probabile veridicità. Una serie che arriva su RaiPlay (e con il primo episodio live su TikTok alle 15, 17 e 19 con il cast in chat per interagire col pubblico) con l'obiettivo non solo di intrattenere con la sua storia e i suoi personaggi, ma anche di sensibilizzare il pubblico mostrando le conseguenze di un mondo in crisi e l'esigenza di un comportamento consapevole. Affinché non sia, in effetti, troppo tardi.
Un mondo senza ossigeno
Siamo nel 2046 e l'atmosfera terrestre è troppo ricca di anidride carbonica, facendo soffrire il pianeta per mancanza di ossigeno. Una situazione drammatica in cui il potere è nelle mani delle Milizie Verdi, che da anni negano alle persone il contatto con la natura per poter intervenire su di essa e curarla. Una delle poche foreste sopravvissute è a Nur, in Sardegna, circondata da un muro invalicabile e sorvegliata da droni. Ed è lì che decidono di entrare cinque ragazzi, cresciuti senza aver mai potuto toccare un albero o fare un bagno a mare, rischiando la vita per scoprire la verità riguardo la scomparsa dei loro genitori, riprendere in mano le redini del futuro e cambiare il mondo. Ma saranno in tempo?
Never Too Late: intervista ad Arianna Becheroni e Roberto Nocchi
Della storia e dei suoi personaggi abbiamo parlato con due dei protagonisti, Arianna Becheroni e Roberto Nocchi, incuriositi proprio dallo spazio che si dedica alla loro costruzione e al loro percorso. "È necessaria una forte componente d'immaginazione, perché il mondo in cui viviamo ci cambia, ha un effetto potente" e plasma le figure che ne fanno parte. Nocchi ci ha parlato del tanto lavoro fatto insieme alla collega Arianna Becheroni, "finiva il set, tornavamo a casa e passavamo la notte a provare, a improvvisare, e ci siamo accorti che stavamo cambiando: parti da te stesso, da alcuni elementi, ma devi nascondere alcuni elementi che suoi tuoi propri per arrivare al personaggio. Parti da te per arrivare a qualcosa di completamente diverso."
E nello specifico del suo personaggio, Nocchi ci dice che "Jacopo è una persona simpaticissima, molto estroversa, completamente disinibita. Questo non significa che però non abbia dei suoi punti di debolezza. E ha questa amicizia fortissima con Maria, il personaggio di Arianna, che è una persona estremamente vitale." Un'amicizia tra personaggi che si riflette anche nei rispettivi interpreti: "Abbiamo fatto davvero un bellissimo lavoro" ha aggiunto infatti Arianna Becheroni, "siamo arrivati a una confidenza tale con i nostri personaggi che con uno schiocco di dita eravamo loro, uno switch molto forte. E penso che questi ruoli ci abbiano influenzato anche nella nostra vita personale. È difficile riuscire a staccare completamente il lavoro dalla vita privata nel periodo delle riprese."
Quanto alla sua Maria, la Becheroni racconta che "è molto severa con se stessa e con gli altri, è chiusa, ha subito un po' di traumi dai genitori perché sono due poli opposti che dividono lei in due. Non sa infatti dove andare e da che parte stare e questo si vede, però la sua insicurezza la ricopre di un velo di cattiveria." Maria ha però un'evoluzione, condivisa anche dalle altre figure di Never Too Late: "Tutti i personaggi nell'arco della storia fanno un'evoluzione bellissima, è proprio bello vedere il cammino della serie."
L'evoluzione tecnologica
Un lavoro interessante è stato fatto anche sul piano della tecnologia rappresentata in Never Too Late, perché siamo in un futuro in cui è andata in qualche modo indietro. "Se vuoi vivere in questa società" ci dice Arianna Becheroni, "e vivere bene, sei obbligato a dover usare un cellulare. Altrimenti non puoi ascolta musica, non puoi avere indicazioni, non puoi fare nulla. Però secondo me non la stiamo usando bene, non fa bene ai giovani. Anche dopo il Covid, ci siamo messi tutti in questa bolla artificiale dove per avere dei rapporti interpersonali basta il cellulare e non c'è più l'abitudine a guardarsi negli occhi: spesso parlo con delle persone che distolgono lo sguardo, non sono abituati all'effetto che fa avere una persona davanti."
È d'accordo Roberto Nocchi: "La tecnologia è un qualcosa di assolutamente fondamentale, non possiamo ormai prescindere da essa, ma allo stesso tempo ci assorbe, non facciamo che pensare ai social e siamo ffettivamente dei prodotti. È molto interessante il discorso che si fa sulla tecnologia nella serie, perché è un futuro in cui ci sono poche risorse, quindi è una tecnologia che non è portata alle sue estreme conseguenze, abbiamo delle cose molto avanzate, però al contempo è una tecnologia che si fonda sul riuso."