Un piccolo film dal cuore grande. Un film di semplicità e di dolcezza, di sentimenti e di speranze. Le speranze che passano attraverso le scelte giuste, da compiere con coraggio e consapevolezza. Se basta poco per far un buon film, Simone Riccioni sfrutta al meglio lo spazio e la dimensione di una storia intima, scevra dalle sovrastrutture. Non era facile, perché opere del genere, sorrette più dalla passione che dal budget, corrono sempre sul filo del rasoio, tra la macchietta e la didascalia, tra la goffaggine e lo squilibrio (e ve lo garantiamo, ne abbiamo viste tante, troppe).
Eppure, il regista, che scrive, produce e si auto-dirige (lodevole fare cinema oggi, anche con pochi mezzi, ma ben strutturati), spinto dalla stessa passione, mette la storia al centro del film, dimostrando tra l'altro un certo gusto visivo, applicando al meglio il suo sguardo. Un sguardo presente, ma mai invasivo, armonioso e sincero. Ecco, Neve, colpisce soprattutto per la sua sincerità. Un candore che ci coinvolge, in una storia molto meno banale di come potrebbe superficialmente sembrare.
Neve, la trama: una strana amicizia
E se "di legami umani" si tratta, il film ha protagonista una bambina di dieci anni che da il titolo al film, Neve, interpretata dalla bravissima Azzurra Lo Pipero (e speriamo continui a coltivare il suo talento). Piccola, schiva, timida, ostile all'ambiente scolastico (siamo in un piccolo paese nelle Marche) perché vessata dalle compagne che, puntualmente, la prendono in giro. Neve non parla, ma ama l'arte. Soprattutto, ama il teatro. Così, sua mamma Marta (Margherita Tiesi) decide di iscriverla ad un workshop teatrale, tenuto da Leonardo Morino (Simone Riccioni), un aspirante attore di provincia che, come può, prova a sbarcare il lunario. Tra Neve e Leonardo, inaspettatamente, e non senza difficoltà comunicative, nascerà un rapporto profondo. Anche perché Marta non risponde più al telefono...
Temi importanti, senza banalizzazione
E sì, lo avrete capito: Neve affronta tematiche rilevanti, tuttavia senza banalizzarle (il problema di certi titoli è proprio questo: sfruttare un tema importante, finendo però per semplificarlo). Il bullismo, l'accettazione di sé, il confine del dolore come un punto da cui ripartire. Addirittura, inserisce in modo intelligente il valore dell'arte inteso come spunto di conoscenza, libertà e realizzazione, passando anche attraverso l'arte come strumento di guarigione. Con intelligenza, Riccioni non sceglie la strada dell'emozioni scontate, né predilige un tono monocromatico, anzi. Allarga il più possibile lo spettro, colorando invece che sbiadendo.
E questa è una trovata interessante perché poi va a rispecchiare la personalità vivace e guizzante della protagonista, per un romanzo di formazione sicuramente istantaneo e sicuramente ingenuo, ma pure tenerissimo nella sua voglia di essere cinema a modo, svincolandosi da certi paradigmi e puntando tutto sull'empatia. Del resto, se alcune emozioni non hanno grammatica, Neve parla un linguaggio naturale, puntando alla sostanza più che all'apparenza (e su qualche product placement che aiuta allo scopo). Dunque, tra sfumature e colori, tra qualche sorriso e qualche lacrima, il film di Simone Riccioni ci ricorda una regola troppo spesso dimenticata: non sono i soldi a fare un film, ma le idee.
Conclusioni
Simone Riccioni scrive, dirige e interpreta Neve, un piccolo film dalle sfumature tenere e dolci, che senza banalizzarle riflette su alcune tematiche contemporanee decisamente importanti. Una storia semplice, ma non semplicistica, sorretta da una digressione sull'arte e il teatro che risulta funzionale allo scopo. Rivelazione la giovane protagonista, Azzurra Lo Pipero.
Perché ci piace
- La protagonista, Azzurra Lo Pipero, giovanissima e brava.
- I toni caldi.
- Temi importanti, non banalizzati.
Cosa non va
- Una certa ingenuità.