Cantante e attore, certo, ma anche musicista, scrittore e soprattutto pittore. David Bowie è stato un artista a tutto tondo, un uomo che ha influenzato intere generazioni con le sue opere ma anche con le due dichiarazioni, con il suo look, con le sue scelte di vita. Impossibile, quindi, racchiudere in un solo documentario tutti questi aspetti, raccogliere e raccontare tutto ciò che ha fatto nei cinque decenni che hanno costituito la sua incredibile carriera. E infatti questo Moonage Daydream non è un documentario tradizionale, ma piuttosto un esperimento di videoarte dedicato a Bowie che potrebbe spiazzare chi non conosce l'artista e voleva sapere di più della sua vita e degli eventi che l'hanno caratterizzata, ma al tempo stesso potrebbe elettrizzare e conquistare i fan più esperti.
Il regista Brett Morgen (Kurt Cobain: Montage of Heck) sceglie quindi di mettere da parte i fatti, non raccontare nulla o quasi degli eventi che hanno segnato la carriera di Bowie, addirittura sceglie di non mettere mai alcun tipo di didascalia informativa: canzoni, film, quadri non hanno titolo, non hanno credits, sono semplicemente parte di un flusso immaginifico e sperimentale composto da musica e opere d'arte in generale (non necessariamente di Bowie, ma comunque a lui care o legate), dichiarazioni (queste invece sempre e solo di Bowie stesso), interviste e materiale di repertorio.
Keep your 'lectric eye on me, babe
Al centro di questo flusso però c'è sempre lui: a volte giovanissimo, altre sul finire della sua carriera; durante concerti dal vivo o ospite di interviste e trasmissioni radiotelevisive; durante un viaggio in oriente o a Berlino, con Brian Eno, in studio di registrazione. Bowie è ovunque, ogni volta sempre diverso, camaleontico ed alieno come solo lui è riuscito ad essere. Sfuggevole, "fluido" diremmo oggi, ed il documentario, con il suo straordinario montaggio, rispecchia in pieno questo aspetto, riuscendo così a rappresentare, pur senza i "fatti" di cui parlavamo sopra, tutto ciò che c'è da sapere su questo artista unico.
Che non era le sue canzoni, le sue interpretazioni al cinema o a Broadway, e nemmeno i suoi quadri. Ma era l'insieme di tutto questo e molto altro ancora: più che qualsiasi altra rockstar dello scorso secolo la vita pubblica e privata di Bowie è stata un insieme di suggestioni apparentemente contrastanti, da Nietzsche a John Coltrane, da Kubrick al cinema di fantascienza; tutti elementi presenti in questo film, ma perfettamente amalgamati insieme al resto. Come se fosse un unico grande flusso di coscienza di un artista che oggi non c'è più, ma che non ci lascerà mai. Anche grazie a questo bellissimo Moonage Daydream.
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Conclusioni
Non un documentario classico, ma Moonage Daydream è un vero e proprio gioiello di regia e montaggio, uno strepitoso omaggio ad uno dei più grandi artisti del ventesimo secolo. Un’opera che sarebbe stata molto apprezzata in prima battuta da David Bowie.
Perché ci piace
- David Bowie non è mai stato banale in tutta la sua vita: ogni canzoni, ogni performance, ogni intervista e ogni dichiarazione presente nel film è un gioiello a se stante.
- Montato in modo magistrale, una perfetta unione tra immagini, musica e dichiarazione dello stesso artista.
Cosa non va
- Chi non conosce abbastanza bene la carriera di David Bowie, o comunque avrebbe preferito un documentario più classico e informativo, potrebbe rimanere spiazzato.