Proprio nei giorni in cui, complice la presentazione della Festa del Cinema di Roma, in Italia si ci indigna per l'annuncio di Avetrana, la serie sull'omicidio di Sarah Scazzi, arriva in tutto il mondo in streaming su Netflix Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez, la seconda stagione della serie antologica di Ryan Murphy & Ian Brennan, che arriva dopo il successo (incredibile e mondiale) di Dahmer - Mostro: La storia di Jeffrey Dahmer con Evan Peters.
Questa volta al centro, come da titolo, i fratelli Menendez, accusati a metà anni '90 di aver ucciso entrambi i genitori e che tuttora stanno scontando un doppio ergastolo a vita in carcere; mentre è già stato ordinato un terzo ciclo di episodi con protagonista Charlie Hunnam nei panni del serial killer Ed Gein, che ispirò Psycho e Il silenzio degli innocenti.
Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez, fratelli serpenti
Ryan Murphy e Ian Brennan tornano sul luogo del delitto e questa volta si concentrano non su un pluriomicida, com'è tipico del genere true crime che tanto piace e impazza, ma sulla tragica storia di una sola famiglia, che si è vista distrutta interamente nell'arco di una notte.
È il 1989 e José e Mary Louise 'Kitty' Menendez (due grandi Javier Bardem e Chloë Sevigny) vengono fucilati dai figli, Lyle (Nicholas Alexander Chavez) ed Erik (Cooper Koch), che inizialmente accusano la mafia e poi vuotano il sacco tramite lo psicologo di famiglia. Tanti i racconti contraddittori che si susseguono nel corso di quelle settimane da parte dei due ragazzi, che si trovano ad affrontare un doppio processo (verranno condannati nel 1996) e un'accusa chiaramente di parte, proprio negli anni in cui si affrontava un altro grande caso di cronaca americana: quello di O.J. Simpson.
Chi sono i veri Mostri?
Per Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez gli autori, per non ripetersi pedissequamente, hanno scelto un altro tipo di approccio e di percorso per presentare al pubblico affamato di binge watching la vicenda: qui non si denuncia l'operato della polizia bensì si mette in dubbio il vero movente di quanto accaduto. Da un lato l'accusa - nella persona sullo schermo di Paul Adelstein, sempre ottimo - che sostenne l'eredità e il cospicuo patrimonio familiare - i Menendez grazie agli affari del padre erano più che benestanti - come unica motivazione del duplice omicidio con premeditazione. Dall'altra gli accusati, che tutt'oggi difendono la propria tesi, la stessa della difesa - rappresentata dall'avvocato interpreto da Ary Graynor - ovvero abusi emotivi, psicologici e fisici che tormentarono i due fratelli fin dall'infanzia.
Un dubbio instillato tanto nella giuria che dovette decidere il loro destino - l'alternativa era la pena di morte - quanto negli spettatori di oggi in streaming, che possono scegliere a chi credere. Poche prove furono trovate e dimostrate sull'effettiva molestia da parte della coppia, eppure qualcuna c'era, e sappiamo bene quanto le vittime siano restie a denunciare finché non si sentono quasi costrette a farlo. Sull'altro piatto della bilancia, tanti sembravano essere gli indizi che contraddicevano a più riprese le dichiarazioni dei due fratelli, compresa la premeditazione del caso, eppure tutto appariva così pregiudizievole e di parte, e sappiamo quanto sotto shock si tendano ad esporre versioni diverse di uno stesso fatto accaduto.
Dahmer - Mostro: La storia di Jeffrey Dahmer, la spiegazione del finale: il Male puro esiste?
La serie true crime Netflix raddoppia
Se Dahmer - Mostro: La storia di Jeffrey Dahmer si chiedeva Il Male nasce così o tale diventa?, Monsters sembra chiedersi e chiedere al proprio pubblico se i veri Mostri siano i figli per il terribile e sanguinolento delitto che hanno commesso, oppure i genitori che li hanno fatti vivere in un tale stato di terrore da portarli a credere di non avere nessun'altra scelta al di fuori di quell'atto così definitivo e da cui non si poteva più tornare indietro.
Murphy e Brennan sono maestri nell'esporre i fatti come sono accaduti, raccontando più punti di vista ma senza voler propendere per nessuna delle parti coinvolte o farlo capire allo spettatore, lasciandogli gli strumenti per poter decidere da sé. Proprio come se nel '96 avessero seguito questa terribile storia vera dal vivo o tramite il telegiornale e si fossero affidati alla comunicazione mediatica, che sappiamo tende a spettacolarizzare il dolore. Se Dahmer era dedicata alle vittime e non al carnefice (è sempre bene ricordarlo), con tanto di nomi in sovrimpressione, e non intendeva giustificare nessuno, qui si prova semplicemente ad indagare le cause che possano aver portato al disgregamento di un nucleo familiare.
Nathan Lane è Dominick Dunne, reale scrittore e giornalista dell'epoca, che si preoccupò di seguire la vicenda e riportarne gli sviluppi, che sembravano non avere fine ed essere diventati una soap opera crime dietro e fuori le sbarre, proprio come il processo in tribunale: uno show in piena regola come quello recente Depp/Heard che abbiamo vissuto tramite tv e giornali. La scrittura asciutta e la regia chirurgica vogliono portare il pubblico a riflettere, proponendo un poker di attori volutamente ed esageratamente teatrale, quanto silenzioso in modo inquietante quando la scena lo richiede. Proprio come la storia narrata, l'emblema del dualismo e del molteplice punto di vista.
Conclusioni
Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez è un convincente secondo capitolo di questo viaggio antologico nella mente dei più grandi casi di cronaca nera americana della storia. Questa volta non siamo di fronte ad un serial killer, ma ad un brutale doppio omicidio di sangue familiare da parte di due fratelli, che tutt’ora difendono non la propria innocenza ma le motivazioni che li hanno spinti a tanto. Ryan Murphy e Ian Brennan, maestri in questo genere dopo il lavoro anche in American Crime Story, confermano il proprio piglio analitico nell’esporre i fatti senza influenzare lo spettatore ma lasciandogli le carte scoperte in modo che possa decidere da solo. Un cast ben in parte e una messa in scena studiata a puntino completano il quadro generale di presentazione della serie.
Perché ci piace
- Nicholas Alexander Chavez, Cooper Koch, Javier Bardem, Chloë Sevigny, Nicholas Alexander Chavez: quattro ottimi interpreti per quattro punti di vista.
- La domanda di fondo: chi sono i veri Mostri?
- L’analisi di tutti i fatti e delle persone coinvolte, pur trattandosi di una storia vera romanzata.
Cosa non va
- Potrebbe risultare più caotica di Dahmer, ma forse era la diversa storia a richiederlo.
- A qualcuno potrebbe sembrare che in fondo ci sia un punto di vista sul racconto dietro la macchina da presa.