Mike, la recensione: l'uomo dietro l'icona per un biopic che tenta di superare la didascalia

Dall'autobiografia La versione di Mike, arriva la miniserie in due puntate sul celebre presentatore che ha fatto la storia della tv italiana. Il risultato? Convincente. In anteprima alla Festa di Roma e su Rai1 il 21-22 ottobre.

Claudio Gioè nei panni di Mike Bongiorno.

Se pensiamo ai presentatori che hanno fatto la storia della tv e della radio italiana c'è un nome che spicca in mezzo agli altri: Mike Bongiorno. La sua doppia nazionalità, la sua vita privata tenuta tale, un comportamento sempre impeccabile in scena: questi i ricordi principali per chi lo ha conosciuto già adulto e nella fase più florida della sua carriera. Ma qual è l'origin story dell'uomo dietro il presentatore?

Mike Claudio Gioe Rischiatutto
Mike: Claudio Gioè è Mike Buongiorno alla conduzione di Rischiatutto

Prova a chiederselo Mike, la miniserie in due parti commissionata dalla Rai complice il centenario della radio che coincide con la nascita del conduttore e i 70 anni della televisione. La prima puntata è stata presentata in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2024 per poi approdare in prima serata su Rai1 il 21 ottobre.

Mike: un'intervista biografica

Mike Serie Scena
Una scena della fiction

La struttura della miniserie Rai è davvero da manuale, fin troppo: all'apice della sua carriera televisiva in Italia e in seguito alla morte del padre, rimasto a New York, Bongiorno viene convinto a partecipare ad un'intervista "a cuore aperto" in cui svelare i retroscena della propria vita, soprattutto privata, fino a quel momento tenuta sempre riservata. Una chiacchierata girata in due giornate, proprio come le due puntate della fiction, in cui il Mike di mezza età (interpretato da un'incredibile Claudio Gioè) si alterna a quello adolescente (Elia Nuzzolo) che cerca il proprio posto nel mondo, diviso tra due Paesi e soprattutto dilaniato dalla guerra mondiale e dal rischio di deportazione nazi-fascista.

Alterna, forse, non è il termine più corretto dato che gran parte del minutaggio, almeno nel primo episodio visto alla Festa, è dedicato proprio all'infanzia e adolescenza di Mike con pochi momenti in cui possiamo assaporare la bravura di Gioè, che restituisce le movenze e la parlata del celebre conduttore di 'Allegria' con un lavoro certosino. Ci si concentra quindi principalmente su Nuzzolo, che si è trovato ad interpretare due big dello spettacolo italiano dopo Max Pezzali, credibile anche se un po' acerbo come Young Bongiorno. Convince anche Valentina Romani, fin dallo sguardo dolce e dal sorriso sincero, nelle vesti della (seconda) moglie di Mike, Daniela Zuccoli, che rimarrà con lui fino alla fine. Anche il loro ri-incontro fa parte dell'espediente narrativo per raccontare quel determinato periodo temporale.

Una miniserie che prova a non essere canonica

Mike Scena Fiction
La chimica tra Gioè e Romani è palpabile

Mike viene dall'autobiografia La versione di Mike scritta dallo stesso Bongiorno insieme al figlio Nicolò ed edita da Mondadori, adattata per la tv da Salvatore De Mola e diretta da Giuseppe Bonito (oramai di casa nelle fiction e in Rai dopo Brennero). La forza di questo progetto sta nelle tante curiosità che racconta sul celebre conduttore che lanciò i quiz televisivi nel nostro Paese. Scopriamo così, da spettatori, i suoi sacrifici più che i suoi successi, gli ostacoli che ha dovuto superare più che i riconoscimenti ottenuti fin dal primo programma della televisione italiana.

Mike
Elia Nuzzolo è un giovane Mike

Iniziò a lavorare da giovanissimo ma dovette affrontare, insieme alla madre, la Storia con la S maiuscola. Una vita vissuta a metà, tra gli Stati Uniti e l'Italia, figura paterna e materna, guerra e ricostruzione. Proprio come lui che non si dava mai per vinto e continuava a reinventarsi e soprattutto a rimanere 'sul pezzo' come diremmo oggi, dimostrandosi estremamente attento alla politica e ai cambiamenti sociali nel mondo, non mancando di ottenere critiche per questo.

Mike Scena
Bongiorno, padre e figlio

Eppure sarà proprio questo dualismo identitario a renderlo un'importante figura e voce dall'Italia verso gli Stati Uniti, uno sguardo oltreoceano e viceversa. In questo emerge la ricostruzione storica di New York a livello di scenografie e costumi, pur risultando un po' posticcia. La fiction sembra chiedersi infatti quale fosse la casa di Mike. Ecco: molto dipende dai periodi della vita raccontati nella miniserie, credendo che nella seconda metà ci sia più spazio per Gioè, enfatizzando l'apporto dato da Bongiorno alla cultura e alla storia italiana. Andando oltre il tubo catodico.

Conclusioni

Mike, almeno nella prima metà vista, ha buone premesse ma un’esecuzione di stampo un po’ troppo classico per ricordare la figura di Mike Bongiorno, fondamentale per la storia della radio e della tv italiana. Claudio Gioè restituisce un ritratto (in)credibile, così come Valentina Romani, e gli aneddoti si rivelano la forza di questo racconto storico un po’ troppo generale e poco centrato, meno legato ad un momento specifico della vita del presentatore di quanto avremmo preferito.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.6/5

Perché ci piace

  • Claudio Gioè e Valentina Romani.
  • Il dualismo identitario di Mike e i retroscena della guerra.
  • La ricostruzione di New York...

Cosa non va

  • ... forse un po’ posticcia?
  • La struttura quasi didascalica e il lungo flashback con Elia Nuzzolo.
  • Una prima parte che si affida troppo alla seconda per una sua riuscita completa.