Alfred Hitchcock considerava il dialogo cinematografico come una sorta di ultima spiaggia fra gli strumenti narrativi. Il punto di vista del maestro del brivido - che preferiva costruire i suoi film principalmente attraverso altri elementi espressivi del linguaggio cinematografico - non sminuisce certamente l'importanza della funzione drammaturgica del dialogo all'interno di un'opera filmica. In particolare l'utilizzo della parola per raccontare un legame tra personaggi spesso valorizza ulteriormente la narrazione. Amicizie, amori, rapporti affettivi. Il cinema è pieno di sentimenti e relazioni che anche attraverso le parole hanno trovato il giusto spessore. Ed è anche grazie ai dialoghi che Honey Boy conferisce una certa dose di rilevanza al rapporto tra padre e figlio, i due protagonisti della trama. Il cinema ha approfondito in diverse occasioni le complessità della paternità, ed ecco perché oggi ripercorriamo oggi questa lista delle pellicole da vedere in tal senso.
Percorrendo a ritroso la storia del cinema sorprende constatare come l'esplorazione narrativa sul legame tra padre e figlio abbia abbracciato stili e tipologie cinematografiche agli antipodi. Da Hollywood al cinema italiano, dall'animazione all'avventura, dall'Occidente all'Oriente, il cinema ha soltanto aggiunto il suo apporto ad una tematica secolare. Oggi riscopriamo i migliori film sul rapporto padre figlio, quelli da vedere che hanno scavato, in termini e con modalità differenti, in questo rapporto.
1. Ladri di biciclette (1948)
Tra i massimi capolavori del neorealismo italiano, Ladri di biciclette di Vittorio De Sica è un affresco tanto minimale nella scrittura quanto emozionante e pieno di lirismo funzionale al racconto nella regia che pone al centro della trama padre e figlio. Antonio Ricci (Lamberto Maggiorani) e il piccolo Bruno (Enzo Staiola) prendono possesso della narrazione, conducono il racconto verso la disperata ricerca di un oggetto che diventa fulcro imprescindibile di un'esistenza complicata, figlia della devastazione post-bellica. Le similitudini e le differenze tra genitore e figlio emergono con forza in un titolo imprescindibile per l'intensità con la quale racconta sia l'Italia ferita dalla Seconda Guerra Mondiale che il legame paterno.
2. Tarda primavera (1949)
Pochi registi nella storia del cinema hanno raccontato la cultura giapponese con lo stesso vigore e la medesima modernità di Yasujiro Ozu, tra i più grandi cineasti asiatici nella storia del cinema. Ozu nel 1949 sceglie di raccontare l'apprensione di un anziano padre (Chishū Ryū) nei confronti del futuro della figlia zitella e derisa dalla comunità (Setsuko Hara). Tarda primavera, sin dal titolo, esprime tutta la sua potenza nel raccontare due generazioni distanti che s'incontrano e non sanno lasciarsi. Intensi protagonisti di una vera e propria lezione di regia e montaggio che Ozu offre allo spettatore. Spettatore incapace di rimanere impassibile di fronte alla narrazione di un legame familiare che immortala alla perfezione le dinamiche di un microcosmo familiare nipponico nell'epoca post-bellica.
3. Il padre della sposa (1950)
Nei primi anni '90 Steve Martin ne è stato protagonista in un remake ma l'opera originale di Vincente Minnelli è inarrivabile. Brillante commedia dalla scrittura semplice ma efficace, nella quale viene delineata la nevrotica reazione di un padre (Spencer Tracy) alla notizia del matrimonio imminente della figlia Kay, interpretata da un'affascinante Elizabeth Taylor. Ne Il padre della sposa insieme al talento di Joan Bennett nel ruolo dell'entusiasta madre della sposa che si contrappone al marito, il film di Minnelli tratteggia con garbo e ironia il classico rapporto tra un burbero genitore e una figlia impaziente lasciare il nido familiare, in una commedia di stampo classico impreziosita dallo spessore dei suoi interpreti.
4. Il buio oltre la siepe (1962)
Dallo straordinario romanzo di Harper Lee, Il buio oltre la siepe, un film intramontabile nel quale giganteggia il talento di Gregory Peck nel ruolo dell'avvocato Atticus Finch. Un genitore ante litteram che affronta il peso dell'educazione dei propri figli solo sulle proprie spalle, incapace di nascondere le proprie fragilità e la sua bontà d'animo, trasmettendo ai propri figli - Jem e Scout - il valore primario per una famiglia: l'amore. Il crudele racconto di un'America razzista e perbenista non offusca le molteplici riflessioni dell'opera, che a distanza di decenni non perde nemmeno un grammo della sua profondità.
5. Padre padrone (1977)
Basato sull'omonimo romanzo di Gavino Ledda, il film dei fratelli Taviani è una delle opere italiane più iconiche degli anni '70, nato inizialmente come sceneggiato per la tv e poi convertito in film. Una sorte che fece la fortuna di Padre padrone, vincitore della Palma d'Oro al Festival di Cannes, è una delle analisi più interessanti ed efficaci del gap generazionale che incorre tra un padre e un figlio, inserito in un contesto complicato come l'Italia rurale del ventesimo secolo. La storia del giovane Gavino e della sua crescita influenzata negativamente dalla presenza oppressiva del padre Efisio, interpretato perfettamente da Omero Antenutti. Nonostante il controllo del padre, il giovane troverà modo di costruire un percorso di vita personale, all'interno di uno scenario bizzarro e intenso in egual misura, che valorizza l'opera dei Taviani.
6. Kramer contro Kramer (1979)
Il cinema ha spesso cercato di raccontare il macrocosmo della società attraverso il microcosmo di un nucleo familiare e le dinamiche con le quali esso si evolve. Gli Stati Uniti di fine anni '70 trovano un manifesto piuttosto fedele nella storia che Robert Benton propone in Kramer contro Kramer, nel quale due genitori si danno battaglia per riuscire ad ottenere l'affidamento del piccolo Billy (Justin Henry). Un dramma estremamente moderno nella sua rappresentazione, in grado di trattare delle cause molto sentite anche ai giorni nostri. Splendide performance di Dustin Hoffman e Meryl Streep, calati perfettamente nel ruolo di un padre e una madre che a loro modo cercano di trovare il bandolo della matassa, districandosi tra le proprie rispettive contraddizioni.
Meryl Streep: i migliori film da vedere
7. Star Wars: Episodio V - L'impero colpisce ancora (1980)
Chi lo dice che i grandi successi commerciali non possano includere degli approfondimenti sui personaggi degni di tragedie shakespeariane. Nel terzo capitolo della prima trilogia di Star Wars, epico franchise fantascientifico creato da George Lucas a cavallo tra gli anni '70 e gli anni '80 si giunge al culmine della contrapposizione tra il malvagio Darth Vader (David Prowse) e l'impavido Luke Skywalker (Mark Hamill), con l'iconica sequenza nella quale il genitore celato dietro una maschera di rabbia e perfidia si svela al figlio, avversario nella lotta tra bene e male. Il Lato Oscuro che cede alla Forza dell'amore in un colpo di scena finale che ha mandato in visibilio generazioni di fan.
8. Indiana Jones e l'ultima crociata (1989)
Indiana Jones e l'ultima crociata è il capitolo psicologicamente più stratificato di tutta la saga di Steven Spielberg con protagonista l'archeologo avventuriero dalle affascinanti fattezze di Harrison Ford. Indiana Jones in questa nuova trama sarà costretto a fare i conti con il non semplice rapporto di Indy con il padre, Henry Jones, interpretato da Sean Connery. Il film regala la consueta dose di azione e peripezie ma in questo caso è palese un marcato approfondimento sull'aspetto più intimo e umano di Indiana Jones, confrontato all'ostile legame che intercorre con il genitore e anche a sé stesso. Proprio in questo terzo film della saga si scoprono le origini di svariate caratteristiche che hanno reso Indiana Jones nel tempo un'icona della cultura pop cinematografica.
9. Nel nome del padre (1993)
Jim Sheridan firma uno dei suoi titoli più significativi, Nel nome del padre, avvalendosi del talento di due attori straordinari quali Daniel Day-Lewis e Pete Postlethwaite e adattando il romanzo Il prezzo dell'innocenza di Gerry Conlon. Un film di denuncia che tratteggia in sé anche il rapporto tra un padre e un figlio, accusati ingiustamente di essere dei terroristi per conto dell'IRA e destinati a passare più di un decennio dietro le sbarre. L'autorevolezza di un regista come Jim Sheridan valorizza la regia di un film che riesce perfettamente a trasmettere lo spessore del libro all'interno di un linguaggio artistico differente. L'ottima caratterizzazione dei personaggi è fondamentale per trasmettere i tormenti e le inquietudini di un destino che accomuna padre e figlio.
Nel nome di Daniel Day-Lewis - 60 anni di ossessione, metodo e istinto
10. La vita è bella (1997)
Uno dei titoli più acclamati e rinomati del cinema italiano degli ultimi vent'anni. Il dolce legame tra il piccolo Giosuè (Giorgio Cantarini) e il padre Guido (Roberto Benigni), deportati in un campo di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale. Se guardata come una semplice, intensa e commovente favola, La vita è bella può confermarsi come uno dei film più toccanti e poetici, più che nel raccontare il dramma del nazifascismo - che rimane sullo sfondo - nel catturare il cuore dello spettatore per il sincero e spontaneo legame tra padre e figlio, chiamati ad affrontare un dramma umano e storico. Guido usa gli strumenti consapevoli in possesso degli adulti per avvolgere nella fantasia la quotidianità del figlioletto, cercando di proteggere la candida innocenza dalla quale è pregna l'infanzia.
11. Alla ricerca di Nemo (2003)
La Pixar ha dimostrato in svariate occasioni di avere a cuore le dinamiche familiari. Le difficoltà e le conquiste della crescita di un bambino, l'elaborazione di un lutto, la perseveranza nell'inseguire un sogno. La storia del pesciolino Nemo che viene catturato e rinchiuso in un acquario australiano è soprattutto la forza d'animo del padre, Marlin, determinato a sconfiggere le proprie paure pur di salvare e ritrovare l'amato figlio. Alla ricerca di Nemo coniuga perfettamente l'intrattenimento dell'animazione all'esplorazione della rapporto inscindibile di un padre con il figlio. La tenacia dell'amore che vince sull'impossibile e regala emozioni a cui la Pixar ci ha abituato ormai da diversi anni.
12. Il ritorno (2003)
Opera prima del regista russo Andrej Zvjagincev, Il ritorno approfondisce un legame paterno nato in ritardo, quello fra due fratelli, Ivan e Andrej, e il padre che irrompe nelle loro vite a dodici anni di distanza per stravolgerle completamente. Premiato con il Leone d'Oro alla Mostra del Cinema di Venezia, Il ritorno affascina lo spettatore soprattutto attraverso i gesti e gli sguardi dei protagonisti inseriti in un contesto nel quale le immagini e la fotografia avvolgono lo spettatore in un dramma domestico d'innegabile bellezza. Poche volte il cinema degli ultimi decenni ha raccontato in maniera così efficace i tormenti di un rapporto familiare.
13. Big Fish - Le storie di una vita incredibile (2003)
Giganti, villaggi con abitanti spensierati, campi di asfodeli, gemelle siamesi. Tim Burton abbellisce una vita ordinaria con avventure incredibili. Nulla sembra banale nella vita di Edward Bloom, nella quale regnano avventure, imprese e coraggio. Ma Big Fish è soprattutto un film sulla difficoltà di un figlio (Billy Crudup) di comprendere il proprio padre (Albert Finney e Ewan McGregor da giovane). Un rapporto che si ricuce, tenta di capirsi e di comprendere insieme la straordinarietà della vita, in uno dei finali più intensi ed emozionanti che il cinema degli anni 2000 abbia mai proposto. La ciliegina sulla torta è la meravigliosa colonna sonora di Danny Elfman.
14. Nebraska (2013)
Una caccia al tesoro in direzione Omaha è quella che vede protagonisti padre e figlio in Nebraska. L'anziano Woody Grant è convinto di aver vinto un milione di dollari alla lotteria e parte per un lungo viaggio dal Montana in compagnia del figlio David (Will Forte). Un'occasione per analizzare gli anacronismi generazionali e fare i conti con il passato senza troppa retorica nostalgica. Intenso, malinconico e profondamente rispettoso nei confronti del personaggio principale, magnificamente interpretato un burbero e caparbio Bruce Dern.
15. Father and Son (2013)
Uno degli aspetti più interessanti e distintivi della società contemporanea giapponese è rappresentato dalle dinamiche che intercorrono all'interno di un nucleo familiare. Kore'Eda Hirokazu è un cineasta molto sensibile a questo tipo di racconti e Father and Son è uno degli esempi più incisivi per spiegare la sua poetica. Il film racconta l'educazione severa e rigorosa di un padre nei confronti del figlioletto, prima di scoprire un terribile equivoco che riguarda proprio il piccolo. Uno dei titoli contemporanei più interessanti e dediti alla ricerca di risposte adeguate alla domanda sull'essenza dell'essere genitore.
Il Giappone e l'importanza delle tradizioni, da Koreeda alla Kawase