All'inizio della nostra recensione di Mi stai ammazzando, Susana vogliamo rivolgerci agli amanti delle commedie romantiche. Uscito nel 2016, ma arrivato solo ora in Italia sulle maggiori piattaforme digitali dal 1 aprile (parliamo di Tim Vision, Infinity, iTunes, Apple Tv, Chili, Rakuten e Cg Digital), il film di Roberto Sneider è un'ottima storia d'amore, a tratti divertente, a tratti sofferente, che in patria è riuscita a vincere il premio Ariel, il più ambito dell'industria messicana, al Miglior Film. E dobbiamo ammettere che questo adattamento cinematografico del libro Città deserte di José Agustin rifugge dall'essere una semplice storia romantica di una coppia che si lascia e si ritrova. Nel raccontare un conflitto tra marito e moglie, questa storia, che all'epoca, aveva interessato anche un genio come Alfonso Cuaròn, descrive un rapporto complicato (e a tratti tossico) e lo fa con una leggerezza di fondo che riesce a intrattenere un pubblico variegato.
La donna che trama
La trama del film, a prima vista, sembra molto semplice. Eligio (Gael García Bernal) è un mediocre attore di telenovelas che trascorre una vita lasciva tra lavoro, amici e una moglie che non sembra causargli problemi. Anzi, presentandosi come un fiero uomo messicano, Eligio sembra avere il controllo della sua vita, e anche di quello della moglie Susana (Verónica Echegui), scrittrice che sta avendo un discreto successo. Un giorno, dopo essere tornato ubriaco da una serata con gli amici, Eligio si sveglia non trovando Susana. Gli armadi svuotati, il cellulare sulla scrivania, nessun biglietto. Susana se n'è andata improvvisamente lasciandolo. Eligio non accetta la fine della loro relazione e decide di indagare e trovarla, fino a viaggiare negli Stati Uniti, nello stato dell'Iowa. È lì che la moglie si trova, vincitrice di una borsa di studio alla Middlebrook University dove segue un corso di scrittura e dove, forse, ha trovato un nuovo amore, il polacco Slawormir. Eligio proverà in tutti i modi a riprendersi la moglie e a convincerla di seguirlo in Messico. Forse, col passare del tempo, i due riscopriranno una passione che mancava da tempo o, forse, le vecchie abitudini torneranno prepotenti a dividerli ancora di più. Ma soprattutto Eligio dovrà cercare di capire quanto la vicenda sia conseguenza del suo comportamento, chiedendosi se davvero il loro era un rapporto perfetto come si è sempre vantato.
Una coppia di attori ben legati
A differenza dei personaggi che sono costretti a interpretare, il gran merito del film è quello di far funzionare incredibilmente bene la coppia di attori protagonisti. Gael García Bernal e Verónica Echegui dovrebbero essere corpo e voce di una coppia perfetta, di due metà che sembrano destinate a stare insieme. Ed è così: quando devono duettare o comparire insieme nella stessa scena, i due riescono a catalizzare l'attenzione dello spettatore e a fare in modo che il pubblico tifi per loro. Con un buon lavoro di scrittura, Eligio e Susana riescono ad esprimere loro stessi in tutte le loro sfumature, evitando il rischio di trasformarsi in personaggi polarizzanti e macchiettistici. Si ha, invece, l'impressione di assistere a un ritratto di coppia in cui entrambi, a fasi alterne, hanno torto e ragione. Nonostante il film abbracci il punto di vista di Eligio, un personaggio non privo di problematiche che tra poco andremo ad analizzare, Sneider riesce nell'impresa di non colpevolizzare né l'uno né l'altra, ma anzi cerca sempre di abbracciare più punti di vista rendendo possibile tifare solo per un'entità sola: la coppia felice. Proprio sul cambio di tono continuo e, in certi momenti, addirittura repentino, il film talvolta sembra avvolgersi su sé stesso. Soprattutto nella parte centrale si ha l'impressione di un rallentamento eccessivo e di una breve ripetitività che manca di sorprendere negli sviluppi narrativi.
Contro (?) il machismo
È proprio il personaggio di Eligio, quello che più assomiglia a un protagonista assoluto (essendo la storia raccontata dal suo punto di vista e abbracciando per più tempo la sua conoscenza delle vicende), a causare il problema più grande del film. Perché oltre all'intrattenimento, ad alcuni momenti prettamente comici e ad altri più drammatici (bellissimo il primo confronto nella stanza tra la coppia), Mi stai ammazzando Susana sembra, già a partire dal titolo, compiere un lavoro di distruzione sul ruolo maschile all'interno della coppia. Quella frase che verrà pronunciata dallo stesso Eligio, come tipica esagerazione, diventa invece la descrizione migliore per quello che Susana ha deciso di fare: far valere la propria voce in una società come quella messicana in cui il machismo domina imperante. La rottura della coppia di sposi diventa quindi anche la storia di un'emancipazione, perché non può esserci unione se manca la parità. La storia di Eligio diventa quindi la storia di un uomo che è costretto a morire (e con lui il comportamento abusivo che compie continuamente, a parole e a gesti) e a rinascere come un uomo nuovo, rinnovato, meno maschilista e più incline a comprendere la partner. Peccato che proprio nella scena finale del film un particolare gesto non sembra possa avere conseguenze, facendolo sembrare un semplice gioco che, però, getta una luce molto oscura e triste alla vicenda.
Conclusioni
A conclusione della nostra recensione di Mi stai ammazzando Susana vogliamo, però, sottolineare gli aspetti più positivi del film messicano. Con qualche momento più drammatico, questa commedia drammatica riesce a intrattenere e a stimolare qualche riflessione importante sul ruolo femminile di una coppia. I due attori protagonisti catalizzano la scena e mostrano tutto il loro talento, la scrittura e la regia riesce a valorizzarlo. Non è grave un rallentamento nella parte centrale che toglie un po’ l’effetto sorpresa sugli sviluppi della trama, almeno non quanto una scena finale un po’ disturbante che sembra non dare il giusto peso a un gesto che, in quel momento, appare parecchio fuori contesto.
Perché ci piace
- La commedia riesce a unire leggerezza e dramma nel migliore dei modi.
- I due attori protagonisti sono talentuosi e rubano la scena: un’alchimia ben riuscita.
- Scrittura e regia valorizzano le tematiche e donano ai personaggi delle buone sfumature di carattere.
Cosa non va
- Una parte centrale che rallenta la narrazione e non riesce a costruire sviluppi sorprendenti.
- Una scena finale che stona un po’ con il percorso fino a quel momento raccontato.