L'ultima volta che abbiamo parlato con Tim Burton è stato nel 2016, per il press tour di Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali. In quell'occasione ci ha detto che, anche se lo avevano fatto soffrire molto, non avrebbe voluto vendicarsi dei suoi ex compagni di scuola. Sei anni dopo però ha diretto i primi quattro episodi di Mercoledì, serie Netflix disponibile in streaming dal 23 novembre.
"Quando ho letto la sceneggiatura ha riportato a galla tutti questi ricordi di quando andavo a scuola. Quando ero uno studente ero la versione maschile di Mercoledì. Sono rimasto sorpreso di quanto la capisca e mi identifichi in lei e il suo pensiero. Sì: mi ha fatto ricordare molte cose" ci ha detto a Lucca, dove la serie creata da Alfred Gough e Miles Millar (già autori di Smallville) è stata presentata in anteprima al Lucca Comics & Games 2022.
Il regista si identifica molto in questo personaggio, anche se non è sempre così d'accordo con il suo dire la verità a tutti i costi: "Può essere pericoloso! Dire la verità è importante, ma per sopravvivere devi anche essere un po' diplomatico. E lei non lo è! Jenna Ortega è stata molto brava: mostra cosa succede quando sei onesto ma ha un effetto negativo".
Mercoledì: intervista a Tim Burton
Mercoledì, la recensione della serie di Tim Burton: Essere un Addams oggi
Tim Burton: Mercoledì, la vendetta, il disegno e il potere delle storie
In Mercoledì ritroviamo la giovane Addams non più bambina ma adolescente: espulsa dal liceo, i genitori Gomez e Morticia (interpretati da Luis Guzmán e dal premio Oscar Catherine Zeta Jones) la iscrivono quindi alla Nevermore Academy, scuola per ragazzi dotati di poteri speciali.
Il potere di Mercoledì è avere delle visioni che predicono il futuro: il problema è che non riesce a controllarle, possono manifestarsi all'improvviso toccando un oggetto o una persona. Il superpotere di Tim Burton invece è il disegno o il cinema? "Entrambi" ci ha detto, spiegando meglio: "Mi piace creare cose. Che sia un disegno o un film, o qualsiasi cosa, mi piace l'idea di creare. Può essere anche una cosa semplice, ma penso sia importante. Nutre la tua anima e ti fa andare avanti". E a proposito di disegni: il mostro che vediamo nel primo episodio è Burton al 100%: "Mi sono divertito a disegnarlo: ho ripensato a certe cose della mia giovinezza, ho cercato di dargli qualcosa di mio. Volevo creare un mostro che ricordasse la mia immaginazione del passato".
Chi è Jenna Ortega, la Mercoledì di Tim Burton
Un'altra cosa che ha nutrito il giovane Burton sono le storie: "È quello che ha aiutato me da ragazzo! I miei genitori non potevano aiutarmi, la scuola nemmeno, ma guardare certi film invece mi aiutava. Prima dei film le persone raccontavano le favole. Le storie sono sempre state importanti per capire la vita. Fanno parte degli esseri umani".
Sulla vendetta invece ha idee diverse rispetto a Mercoledì Addams: "È un'idea divertente. La vera vendetta non è una cosa bella. Può essere un'idea romantica: c'è qualcosa di poetico, potente e drammatico. Questa è la parte positiva. Quella negativa è che ti ossessioni troppo con qualcosa a cui non dovresti pensare. Mi piace solo la parte romantica della vendetta".
Mercoledì, la spiegazione del finale della serie Netflix: Tim Burton saluta gli Addams... per ora
Mercoledì oltre a leggere molto, scrive anche molto. Ama la lingua italiana perché è quella di Machiavelli. Visto che è stato diversi giorni in Italia, a Lucca, Tim Burton ha imparato qualche parola? "No, ma stavo giusto dicendo che parlo a malapena l'Inglese e non conosco altre lingue, ma l'Italiano è così bello. Mi piace molto: è una delle mie preferite perché è una lingua da film. È passionale, romantica, forte e pura. Quindi anche se non la capisco, comprendo l'emozione".