Amin (Shain Boumedine) ha appena lasciato Parigi e la facoltà di Medicina per tornare a casa, dagli amici di sempre: tra un tuffo in mare e l'esuberanza del cugino Tony (Salim Kechiouche), il ragazzo è determinato a scrivere un film, ma il richiamo dell'estate, e soprattutto la morbida figura di Ophélie (Ophélie Bau), non fanno che distrarlo.
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Presentato in concorso alla 74esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, esce nelle sale italiane il 24 maggio Mektoub, My Love: Canto Uno, nuovo film di Abdellatif Kechiche, in cui, dopo La vita di Adele, con cui ha vinto la Palma d'Oro a Cannes, torna a parlare della giovinezza, del suo impeto, di corpi che si intrecciano e di voglia di vivere.
Tra i protagonisti figurano anche Lou Luttiau e Alexia Chardard, interpreti delle turiste Céline e Charlotte, che si lanciano in giochi di seduzione con il protagonista, ballano, mangiano, amano con spensieratezza, senza preoccuparsi del domani.
Abbiamo incontrato le attrici al Lido, dove abbiamo chiesto se il film, prima parte di una trilogia ispirata al romanzo La blessure, la vraie, storia semi-autobiografica del giornalista François Bégaudeau, abbia fatto loro pensare ai versi di Lorenzo il Magnifico "Quant'è bella giovinezza, che si fugge tuttavia!": "Personalmente sì, perché è abbastanza difficile vivere il presente, credo che ci voglia molta maturità per farlo" ha risposto Luttiau, proseguendo: "Siamo una generazione che vuole crescere troppo velocemente: a 15 anni vorremmo averne 25. È un peccato... accade alla nostra età, ma non solo: non necessariamente a 20 anni, anche a 30 o 50".
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La magia del set di Kechiche
Kechiche ha la capacità incredibile di rendere ogni suo film come una finestra sulla vita reale: nelle sue pellicole sembra non ci sia set. D'accordo Chardard: "Eravamo così coinvolti da avere lo stomaco scombussolato. Eravamo completamente immersi, pieni di adrenalina, eravamo al limite, e di colpo ci siamo lasciati andare completamente. C'erano 8-9 telecamere che ci riprendevano contemporaneamente: alcune fisse, altre con operatori. Kechiche vuole che ci si dimentichi completamente delle telecamere. E in effetti quando la scena parte ci si dimentica del tutto di ciò che è attorno a noi".
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