Per un vecchio nostalgico della prima invasione anime in Italia, pochi generi hanno lo stesso fascino di quello dei robot giganti. Praticamente la maggioranza dei titoli che venivano trasmessi dalle emittenti private avevano come protagonisti adolescenti che salivano a bordo di titani metallici dai colori sgargianti che combattevano, a colpi di armi improbabili (ma fighissime) contro invasori alieni per difendere la Terra dall'ombra della guerra (cit.).
Dopo aver toccato vette altissime, il genere robotico ha poi conosciuto un lento quanto sistematico declino, sostituito nel cuore degli spettatori da altri tipi di storie.
Ma il fascino dei giganti d'acciaio è rimasto a covare sotto le ceneri, in attesa di un titolo che possa riaccendere la sacra fiamma dei robofan. Dopo tante delusioni più o meno grandi, è forse Megaton Musashi a suonare il gong della battaglia? Vediamolo nella nostra recensione della serie anime che Crunchyroll ha reso disponibile in streaming, in contemporanea con l'uscita dell'ultimo gioco del franchise: Megaton Musashi Wired.
Hollow Earth
La storia di Megaton Musashi (no spoiler, tranquilli) prende il via dalla più classica delle ambientazioni: una tranquilla cittadina giapponese, dove le persone vivono le loro tranquilla quotidianità. Facciamo la conoscenza di Yamato Ichidaiji, liceale dal carattere aggressivo e litigioso, costantemente in cerca di risse. Yamato però è assalito da strani flashback, e ossessionato da una strana sensazione di malessere nei confronti del mondo che lo circonda, che gli appare strano e, in qualche modo, falso. Non riuscendo a darsi pace, e dopo essere stato coinvolto in un'aggressione da parte di strani esseri non del tutto umani, Yamato scopre così la terribile verità del mondo in cui vive, un mondo costruito sull'inganno e sull'orlo dell'annientamento totale.
Coinvolto in un piano disperato per l'ultima battaglia dell'umanità, Yamato si unisce a Ryugo Hijigata, teppista che è allo stesso tempo rivale e amico, e al freddo e determinato Teru Asami. A questi tre ragazzi viene affidato il compito di pilotare il più potente robot da combattimento, qui ribattezzati Rogue: un androide classe Megaton che, in onore del più famoso guerriero del Giappone, è stato ribattezzato Musashi.
Con il passare del tempo, altri individui si uniranno alla schiera dei combattenti, mentre la minaccia venuta dallo spazio diventa ogni giorno più letale.
Lancio nel passato
Parte di un progetto multimediale ideato dalla Level 5, ovvero la compagnia che ha creato brand di successo come il Professor Layton o Inazuma Eleven, Megaton Musashi nasce nel 2021 come videogame, per essere poi adattato come anime, col titolo originale di Megaton-kyuu Musashi (Classe Megaton Musashi) nell'ottobre dello stesso anno.
Sia il videogame che l'anime vedono in cabina di regia il fondatore dello stesso studio Level 5, Akihiro Hino, con il design dei personaggi curato da Takuzou Nagano, che aveva già curato quelli di Yokai Watch e Inazuma Eleven (e le similitudini tra quest'ultimo titolo e Musashi sono abbastanza evidenti).
La realizzazione tecnica dell'anime lascia alquanto a desiderare, con animazioni ridotte all'osso e diverse sbavature grafiche. La parte dei combattimenti tra robot è interamente realizzata in CG, usando sostanzialmente lo stesso motore grafico del videogioco (e si vede).
Ma, in qualche modo, questa mediocrità tecnica è poco importante. Anzi, paradossalmente, è un elemento fortemente caratterizzante del genere, che, salvo rarissimi casi, non ha mai brillato per la qualità delle animazioni o dei disegni.
Quello che importa è l'azione, il sangue bollente dei protagonisti, l'effetto esaltante di piloti che urlano a squarciagola il nome del loro attacco e le conseguenze pirotecniche dei loro colpi. E, in questo, Megaton Musashi è un degno rappresentante della categoria.
In più, la storia non lesina colpi di scena (a partire dalla scoperta della vera natura del mondo in cui vivono i protagonisti) e tenta anche un approfondimento delle figure sia degli umani che dei loro antagonisti alieni.
Risultato riuscito solo in parte, certo, sia per via degli evidenti limiti tecnici che di una scrittura che, purtroppo, non riesce mai davvero a trovare uno spunto originale, accontentandosi di funzionare al minimo e riproporre topoi consolidati come il trittico "attaccabrighe dal cuore nobile/freddo e carismatico/muscoloso e sempliciotto" che aveva già fatto il suo esordio in Getter Robot.
Piccola nota di merito al mecha design, effettivamente particolare a accattivante, anche se il primo impatto può risultare straniante per i puristi delle forme più proporzionate ed "eroiche" dei suoi predecessori.
Megaton Musashi è, a tutti gli effetti, un prodotto fuori dal suo tempo, figlio di un genere che ha probabilmente già dato il meglio di sé in passato e a cui Musashi non porta, alla fin dei conti, nulla di nuovo.
Manna per chi apprezza il genere e ormai è "costretto", per così dire, ad accontentarsi dei pochissimi titoli prodotti negli ultimi anni, ma siamo ben lontani da quel titolo originale e innovativo che avrebbe potuto rilanciare la super-robot mania.
Conclusioni
Affidare la recensione di un anime robotico al sottoscritto significa accettare implicitamente almeno un mezzo punticino in più nel voto finale, e un approccio un po' più comprensivo nei confronti dei difetti tecnici, per il solo motivo che... be', è un anime robotico. Megaton Musashi è, tutto considerato, un anime appena accettabile preso in sé, discreto se visto come parte del progetto multimediale, e una piccola nostalgica consolazione per chi è cresciuto a pane e pugni atomici rotanti.
Perché ci piace
- Il design dei robot è originale e intrigante.
- La sigla iniziale spacca.
- Un anime robotico "puro", di questi tempi, è prezioso....
Cosa non va
- ... ma magari un po' di cura in più nella realizzazione sarebbe stata gradita.