Medusa, la recensione: un nuovo titolo da binge watching che cerca il thriller, ma è solo soap latina

Dalla Colombia arriva la più classica delle miniserie da bingewatching: un giallo psicologico condito da intrecci da telenovela a tinte erotiche in una cornice da saga familiare. Su Netflix.

Un'immagine della serie tv Medusa

L'amore tra Netflix e la Colombia è esploso ormai qualche tempo fa con La regina del flow (in attesa di una terza stagione), una serie originale in grado di arrivare in top 3 in tutti quanti i Paesi in lingua spagnola dove la piattaforma streaming è attiva, ma anche negli USA, in Francia e in Italia. Mancava però un titolo in grado di rinvigorire come si deve questo rapporto, dopo vari tentativi più o meno riusciti.

Medusa Personaggi
Juana Acosta e Manolo Cardona in Medusa

Pare che questo sia successo con Medusa, uno dei titoli più lanciati a livello commerciale della piattaforma (con un piano di marketing incredibilmente peculiare e che vale assolutamente la pena approfondire). Si tratta di una miniserie di 12 episodi che dichiara di ispirarsi in qualche modo al personaggio della gorgone della mitologia greca, ma che in realtà guarda molto più vicino a noi.

Il prodotto è quello che si potrebbe definire una soap colombiana a forti tinte erotiche sotto un testosterone chiamato "Netflix effect". Di fatto la miniserie funziona solamente secondo le logiche narrative, le soluzioni formali e le logiche di personaggi che sono quelle tipiche della tradizione latina / sudamericana, ma inzuppate nel giallo psicologico a buon mercato che funziona benissimo per il binge watching domestico. Una volta guardato sotto il vestito, c'è però veramente poco.

Una Medusa dalla testa mozzata

Medusa Protagonista
Juana Acosta è Bárbara Hidalgo

Al centro della serie c'è il tentato omicidio della neo CEO di Medusa, tale Bárbara Hidalgo (Juana Acosta), ovvero rampolla di una della famiglie più importanti della Colombia, scelta dal patriarca Damian, per essere a capo della loro multinazionale multi settoriale. Una carica durata evidentemente poco, vista l'esplosione che la coinvolge, facendola sparire nel fondo dell'oceano Atlantico con l'eccezione di un dito.

Tutti i familiari hanno fretta di mostrarsi il più possibile addolorati e preoccupati, specialmente davanti al detective Danger Carmelo (Manolo Cardona), il quale non si lascia però impietosire neanche per un secondo e si convince invece molto presto che la scomparsa di Bárbara sia stata organizzata proprio da loro. I suoi sospetti ricadono specialmente sul fratello di lei, Cristian (Carlos Torres), ora nuovo CEO, e sul marito Esteban (Sebastián Martínez), un traditore e un arrivista.

Medusa
La famiglia dietro Medusa.

Il caso ha una svolta quando, improvvisamente, Bárbara ricompare sulla scena, senza un dito e soprattutto senza memoria e da brava figliol prodiga viene "riabbracciata" dalla sua numerosa famiglia. Alla donna bastano però pochi flashback per rendersi conto che qualcosa non quadra tra le ricostruzioni che le vengono date a proposito della sua vita, sulla quale dovrà, insieme al detective Danger, gettar luce il più in fretta possibile per capire chi la voleva morta. D'altro canto chi ci ha provato una volta, potrebbe cercare di terminare il compito da un momento all'altro.

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Una soap da algoritmo 2025

Medusa Scena
I fratelli Hidalgo

Ogni puntata di Medusa viene introdotta con una massima più o meno casuale, cercando di dare un tono filosofico ad una miniserie che è invece abbastanza precaria nel suo provare ad approfondire la psicologia umana. Piuttosto l'idea è quella di creare un meccanismo che sia in grado di coinvolgere generi e tematiche molto cari prima ai colombiani e poi al grande pubblico del 2025 il giusto per tenerlo incollato allo schermo per 12 episodi.

Il giallo con svelamento retrogrado si mischia con il thriller psicologico, l'action e il racconto politico a sfondo capitalista, il tutto filtrato attraverso il tentativo di costruire un grande apparato morale tutto visto dal punto di vista femminile. Lo sappiamo: è confuso, ma è quello che è. Di fondo, infatti, tutto gira con soluzioni, meccanismi e logiche da soap sudamericana con una dose di sessualità adeguata ad apparire trasgressiva. Quindi molto ammiccamento, geografia delle emozioni lasciata a briglia sciolta e ben poco raziocinio nella scrittura.

Medusa Netflix
Bárbara e Esteban, sposi perfetti

Medusa vive di una patina superficiale molto spessa, ma che, sfogliando gli strati accessori (che non sono pochi), si rivela essere un'affollata telenovela, piena di personaggi e di rapporti, che utilizza tutti gli stereotipi del genere per arrivare a dama. La buona riuscita dell'operazione dipende infatti molto dalla capacità degli attori di catturare il pubblico e di creare una buona chimica tra loro, perché la metafora della critica sociale e famigliare (i soliti "parenti serpenti"), così come la soluzione dell'enigma, sono entrambe assai scontate, oltre che costruite in modo assai mediocre.

Conclusioni

Netflix torna a puntare forte sulla Colombia con un Medusa, miniserie originale lanciatissima, pensata per essere una nuova operazione da binge watching assicurato. Il titolo mischia giallo, thriller psicologico e saga familiare, ma funziona solamente con i meccanismi da soap sudamericana con una carica erotica in più. La scrittura è quindi piuttosto superficiale e stereotipata, non all'altezza di gestire un apparato sovraccarico come quello pensato dagli autori, rendendo tutto grossolano nella gestione e prevedibile negli esiti.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
5.0/5

Perché ci piace

  • Miniserie ideale per un binge watching domestico.

Cosa non va

  • Una grande superficialità tematica.
  • Il giallo è altamente prevedibile.
  • Oltre i meccanismi da soap c'è poco altro.