In inglese il termine "scrubs" indica la scrupolosa operazione di pulizia delle mani che i chirurghi eseguono prima e dopo l'ingresso in sala operatoria. Normalmente quindi, questa parola dovrebbe farci pensare a cose spiacevoli, suggerirci scene cariche di tensione in cui un chirurgo provvisto di nervi saldi e stomaco di ferro si prepara a una rischiosa partita con la morte per salvare un paziente in condizioni critiche. Ma da un po' di tempo a questa parte, questo termine ha assunto per molti di noi un altro significato, che richiama allegria e distensione piuttosto che ansia e pericolo, e più precisamente a partire dal 2 ottobre 2001, data d'esordio della serie tv creata da Bill Lawrence, e il cui titolo è, appunto, Scrubs.
Per cogliere al volo l'atmosfera del telefilm bastano i trenta secondi della sigla d'apertura, una sequenza in cui un sapiente montaggio incrociato ci mostra diversi personaggi in divisa da tirocinanti eseguire la stessa mansione, quella cioè di esaminare la cartella clinica di un paziente e di sistemarne una radiografia sull'apposito vetro di lettura: tutto normale, se non fosse che la radiografia è posizionata al contrario, e in trasparenza s'intravede il titolo della serie, Scrubs appunto. La colonna sonora della sigla, una scanzonata melodia di Lazlo Bane intitolata I'm Not Superman (che pare sia stata suggerita a Lawrence da Zach Braff, l'attore che interpreta il protagonista della serie), contribuisce a definire il tono ironico e giocoso che differenzia la serie da un altro celebre telefilm ospedaliero, E.R.- Medici in Prima Linea, tutto giocato, al contrario, su drammaticità e suspense.
Il telefilm ci apre le porte del Sacred Heart Hospital, un'ospedale di Los Angeles in cui ogni giorno ci si trova a fronteggiare emergenze e a trattare casi clinici la cui soluzione non è mai scontata né a portata di mano. Protagonista della serie è il tirocinante John Dorian alias "JD", neolaureato brillante e sensibile che finirà per essere l'autentico fulcro della vita dell'ospedale, intepretato dall'ormai celebre Zach Braff (The Last Kiss, La mia vita a Garden State). Ad affiancarlo nelle sue avventure ospedaliere sarà l'amico e specializzando in chirurgia Chris Turk, e la bella ma nevrotica dottoressa Elliot Reid, con cui JD stabilisce fin da subito un'intensa quanto complicata affinità sentimentale. Gli altri personaggi che giocheranno un ruolo importante nelle esperienze quotidiane di JD sono: il sarcastico dottore Perry Cox, interpretato dal grande John C. McGinley (una carriera di successi tra cui Talk Radio di Oliver Stone e Seven di David Fincher); l'infermiera Carla Espinosa (Judy Reyes), fidanzata di Turk; il cinico e autoritario Bob Kelso (Ken Jenkins), direttore del Sacred Heart Hospital; Jordan Sullivan, femme fatale e membro del consiglio di amministrazione dell'ospedale nonché ex-moglie di Cox (ma nella realtà è la dolce metà di Bill Lawrence); e infine l'Inserviente, imprevedibile personaggio interpretato da Neil Flynn e regolarmente impegnato a congengnare scherzi e burle di ogni tipo ai danni di JD.
Questo il nucleo principale che anima le vicende della serie, nucleo attorno al quale ruotano molti altri personaggi di passaggio, "camei di lusso" affidati a grandi attori come Michael J. Fox, Heather Graham, Matthew Perry e Brendan Fraser, per citarne solo alcuni.
In ogni episodio ci troviamo a seguire storie ed eventi che coinvolgono JD e i suoi amici, situazioni in cui s'intrecciano la vita e le esperienze personali, la morte (onnipresente in un ospedale), le paure e i sentimenti di ognuno, il tutto shakerato insieme a un'abbondante dose di ironia - che spesso fa virare il tono del racconto verso atmosfere da sit-com - e servito con un ritmo incalzante. A scandire costantemente l'azione all'interno dell'ospedale sono infatti dialoghi brillanti e battute caustiche, molti dei quali vedono coinvolti JD e il dottor Cox: i due sono legati da un rapporto di reciproco rispetto, mascherato tuttavia da un'accesa rivalità e dalle continue provocazioni e frecciate con cui il "veterano" Cox bersaglia il suo giovane apprendista. E' nota agli spettatori di Scrubs la sua abitudine di affibbiare a JD ogni sorta di nomignoli e vezzeggiativi tipicamente femminili come Angela, Belinda, Nancy, Rebecca e via dicendo.
La struttura del telefilm è articolata in episodi di mezz'ora che, oltre a far progredire la trama generale della serie, ci sottopongono piccole storie autoconclusive, ad esempio l'arrivo di un paziente che stabilisce un rapporto particolare con uno dei medici, il momento di crisi attraversato da uno dei protagonisti etc. etc. Il punto di vista privilegiato di tutte le vicende è ovviamente lo sguardo di JD, unico personaggio di cui riusciamo a sentire in tempo reale pensieri e commenti, e le cui esperienze personali danno il titolo a ogni puntata (Il mio primo giorno, Il mio appuntamento al buio etc. etc.). Lo stesso JD, inoltre, interviene alla fine di ogni episodio, come voce fuori-campo, per riassumere quella che può essere considerata la "morale" di queste brevi storie, una morale che cerca di illuminare con parole semplici i rapporti e i sentimenti che si dipanano tra i personaggi, di trarre conclusioni dagli eventi a volte luttuosi, spesso paradossali e divertenti che si susseguono tra le mura del Sacred Heart Hospital. In poche parole, la coscienza di JD raccontata in presa diretta, una coscienza che il più delle volte finisce col sovrapporsi alla nostra. E la forza di questo telefilm è proprio questo impianto "personale", grazie al quale possiamo identificarci con una serie di personaggi ben realizzati, la cui psicologia e la cui umanità emergono pezzo per pezzo in ogni episodio.
Ma Scrubs è anche, naturalmente, una serie esilarante, tutta giocata su gag e battute al fulmicotone, che lascia ampio spazio al surreale e al paradossale, specie nei momenti in cui vengono rappresentate le fantasie e i "sogni ad occhi aperti" di JD.
La serie, giunta finora alla quinta stagione (ne è prevista una sesta, che sarà probabilmente l'ultima), ma di cui in Italia stiamo ancora seguendo la terza, ha ricevuto tre nomination all'Emmy (Casting, Montaggio e Scrittura per una Sitcom). Altri premi vinti dallo show sono l'Humanitas Prize 2002 e il premio Sean Murtha. Zach Braff ha inoltre ricevuto due nomination ai Golden Globe come Miglior Attore.