"Iniziamo con uno spoiler: farò un concerto il prossimo anno allo stadio Maradona. La suggestione del nuovo fumetto? È nata perché io e Recchioni siamo appassionati di calcio, di storie legate al calcio", l'annuncio di Max Pezzali arriva direttamente da Napoli, ospite del Comicon 2025 per presentare il nuovo comic-book.

Sul palco, durante un'ora di talk, Pezzali ha raccontato di quanto i comic siano, da sempre, parte integrante della sua vita. Il pretesto per l'incontro, infatti, parte dal quarto capitolo della serie Max Forever, realizzato appunto da Roberto Recchioni. Al centro, la vita del fondatore degli 883, amalgamata alla figura di Diego Armando Maradona. "Attraverso la lente del più grande di tutti, io e Roberto volevamo raccontare il nostro rapporto con un idolo gigantesco", spiega un generoso Pezzali.
Il calcio come metafora

Del resto, se pensiamo La dura legge del gol, il calcio per Pezzali è una sorta di stato mentale. "Le metafore calcistiche sono immediate. Il calcio racconta bene la vita. Siamo appassionati di vita, e siamo appassionati di calcio". L'artista, poi, racconta di come è nato il rapporto con Recchioni. "Ci siamo conosciuti in modo più approfondito a distanza, durante il lockdown. Ho trovato in Roberto una sorta di mentore! Sui social ci sono molti stimoli e segnali, da parte su. Al di là della nostra amicizia, immaginiamo le cose insieme perché ci capiamo al volo".
Fumetto e musica, una dicotomia che Pezzali conosce bene. "Ho sempre immaginato le canzoni per fotogrammi, se non visualizzo le cose non riesco a raccontarle. Penso a fumetti, ragiono sull'effetto wow. I fumetti permettono di raccontare la storia per immagini, sintetizzando i concetti". E prosegue, "Un fumetto arricchisce una canzone perché può dare ulteriore supporto emotivo. Quando c'è una grande storia, ben fatta, non risente del passaggio del tempo. Il linguaggio del fumetto può valorizzare una canzone, dando una quarta dimensione comunicativa che un brano per struttura non può avere. Creare mondi è straordinario".
Max Pezzali e Sam Raimi
Max Pezzali, davanti la sala gremita, confida anche quale sia stato il suo colpo di fulmine cinematografico. "Sono affezionato alla trilogia di Sam Raimi de l'Uomo Ragno. Vidi il primo a New York, e rimasi folgorato da quella roba... Uscivo dalla sala e mi ritrovato a Time Square. È stata la prima volta in cui Spider-Man veniva raccontato sul grande schermo, come lo avevo già immaginato".
Questione di stupore, questione legate al sogno. "Vivo tutto con lo stupore del neofita", confida Max. "Come sul palco, quando sali per la prima volta su un nuovo palcoscenico è spiazzante. Il mio sogno? Che i concerti diventino dei parchi a tema. Devi fare qualcosa che diverta te in prima persona. Sono i colpi di scena a rendere unici questi lavori dalle svolte inaspettate".
Fattore nostalgia

Naturale, vista la rilevanza generazionale dei testi degli 883 (tornati a risuonare grazie alla top serie di Sky, Hanno ucciso l'Uomo Ragno - La vera storia degli 883), obbligata la domanda sull'emozione contemporanea più comune: la nostalgia. "Non sono un nostalgico, devo dire. Accarezzo solo il sapore agrodolce di questa emozione. A posteriori, penso: una canzone come Gli anni... dai, potevo vivermi il presente, avevo 27 anni quando l'ho scritta! Dico che i cambiamenti del futuro non solo non mi spaventano, ma mi incuriosisce scoprire il loro effetto. Cosa ci sarà dietro la prossima curva? Come le canzoni. Quelle più belle devi ancora scriverle. Certo, il processo di creazione di una cosa è molto pesante. A volte è liberatoria, altre volte è devastante. ".