In Matrix Resurrections Jonathan Groff, attore di teatro diventato celebre al grande pubblico grazie al musical Hamilton e alla serie Glee, non canta e non balla, ma trova altri modi per mostrare la sua grande coordinazione. Interprete di Smith, socio in affari di Thomas Anderson (Keanu Reeves), che ora progetta videogiochi, è forse l'incognita più imprevedibile del nuovo film di Lana Wachowski.
Nelle sale italiane dal primo gennaio, Matrix Resurrections, quarto film della saga di Matrix, riflette sulla mitologia creata dalle sorelle Wochowski alla luce di quanto accaduto negli ultimi vent'anni. Dall'uscita del film originale, nel 1999, molto è cambiato: l'industria cinematografica è diversa, la società è diversa, anche la regista è cambiata.
Abbiamo parlato di questo insieme a Jonathan Groff, che, come si dice nel film è pronto a cambiare il mondo cominciando dal disegnare arcobaleni nel cielo e sopratutto a fare in modo che l'arte diventi un ponte tra le persone.
La video intervista a Jonathan Groff
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Matrix Resurrections: il codice della speranza e della disperazione
L'Analista dice che la speranza e la disperazione hanno un codice quasi identico. Secondo te come possiamo preservare il codice della speranza?
Avendo speranza? Facendo in modo che registi meravigliosi come Lana facciano arte. È tornata a questo mondo che ha avuto così successo con grande speranza e cuore: sapeva che un film come questo sarà, si spera, visto da persone in tutto il mondo. Penso che l'arte ci dia speranza: l'arte di film come questo, arte più modesta, qualsiasi tipo di arte. Almeno per quanto mi riguarda: l'arte mi dà speranza per combattere la disperazione. E quando provo disperazione mi aiuta a processarla.
Matrix Resurrections: "noi e loro" è meglio di "noi contro di loro"
Senza rivelare troppo: in questo film capiamo la differenza tra "noi contro di loro" e "noi e loro". Il tuo personaggio è cruciale in questo. Come possiamo imparare che "noi e loro" è meglio di "noi contro di loro"?
Non posso parlare a nome del resto del mondo, ma, per quanto riguarda me, cercando di entrare in contatto con le persone, invece che concentrarci su cosa ci rende diversi. È molto più facile a dirsi che farsi: faccio pratica e cerco di ricordarlo ogni giorno. Non è facile. Bisogna entrare in connessione. E di nuovo: credo sia ciò che l'arte spesso ci offre di fare.
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Matrix Resurrections: Matrix si è evoluta nei social?
Nel film si dice che Matrix ci mette in testa un sacco di rumore. Secondo te in questi 20 anni Matrix si è evoluta nei social media? I social sono la nuova Matrix
Certamente ci danno la possibilità di essere diversi personaggi: i social, i videogiochi. È parte del motivo per cui non sono sui social. Innanzitutto non sono bravo a usare il telefono! Anche instaurare relazioni per messaggio sembra quasi come essere in Matrix. Sicuramente i social ci danno una miriade di modi diversi per esprimere noi stessi. Per me lavorare sulla realtà è già un'impresa impegnativa.
Matrix Resurrections: l'ultimo film della saga ci porta attraverso lo specchio
Nel film si parla di seconde occasioni e di cambiare il mondo. Se avessi la possibilità di cambiare il nostro mondo, cominceresti col dipingere arcobaleni nel cielo?
Certo! È un'idea fantastica. Mi piace questa cosa: dipingere il cielo di arcobaleni suona fantastico.