Il concorso di Venezia 2024 decolla con Maria di Pablo Larrain, imponente biopic dedicato all'ultima fase della vita di Maria Callas. A interpretarla un'Angelina Jolie fiera e dolente che ipoteca un Oscar (?) grazie a una performance misurata e dolente, da vera diva. E pensare che l'attrice, nel suo privato, preferisce tutt'altro genere di musica. "Ora deluderò i fan, ma non sono esperta di opera e non ero fan di Maria Callas" ammette."Io sono più punk, sono fan dei Clash, anche se amo tutta la musica. Ammetto però che invecchiando mi sono addolcita". Poi aggiunge: "Ma sono convinta che a un tale livello di disperazione corrisponda un solo suono ed è l'opera. Solo la lirica è in grado di trasmettere quel tipo di sentimento".
Se Angelina Jolie confessa di preferire il punk, il vero fan della lirica e della Callas è proprio Pablo Larrain, che racconta di essere cresciuto con le sue arie. "A spingermi a fare questo film, però, è stato il fatto che esistono pochissimi lungometraggi sull'opera, è un arte ignorata dal cinema" spiega. "Volevo fare un film su un'artista dalla vita così affascinante e a convincermi definitivamente è stata la fantastica sceneggiatura di Steven Knight. Ma non avremmo mai potuto fare un film simile senza Angelina Jolie".
Maria: un cast che parla italiano
Oltre a fornire una prova d'attrice superlativa, per Maria Angelina Jolie ha dovuto apprendere anche l'arte del canto, preparandosi per sette lunghi mesi. Una faticaccia anche per l'interprete di Lara Croft ed Eternals. "Ero spaventata, Pablo è fantastico, ma è anche molto esigente. La prima volta che ho cantato ero talmente nervosa che mi sono chiusa a chiave dentro una stanza. Non volevo che nessuno mi sentisse, tremavo" confessa, per poi soffermarsi sui punti di contatto con la Callas. "Sicuramente le somiglio nei suoi lati più dolci, nell'emotività. Condivido la sua stessa vulnerabilità. Abbiamo altro in comune, ma non ve lo dirò anche se potete immaginarlo".
A dar manforte ad Angelina Jolie, in Maria, ci sono due interpreti italiani dal respiro sempre più internazionale. Pierfrancesco Favino interpreta Ferruccio Mezzadri, il fidato maggiordomo autista tuttofare autore di un libro sul suo rapporto con la Divina, mentre Alba Rohrwacher è la governante Bruna. Insieme i tre formano un nucleo unito che rappresenta il cuore pulsante del film. Favino spiega di aver scelto di non fare direttamente riferimento alla vita del maggiordomo, ma di aver usato la sceneggiatura per comprendere la devozione che nutriva per la sua datrice di lavoro: "Se incontri qualcuno come la Callas questo incontro ti permette di fare tua un pizzico di quella luce. Maria era una regina egiziana, lavorare con Angelina Jolie mi ha permesso di condividere lo stesso privilegio". Anche Alba Rohrwacher ringrazia la collega americana "per la sua generosità e per la capacità di vivere il personaggio con autenticità".
La fatica di diventare Divina
Pablo Larrain ha scelto di fotografare la vita della Callas in uno dei momenti più cupi della sua esistenza quando, dopo la morte di Onassis, si sentiva isolata dal mondo per via della pressione pubblica, dei problemi familiari e di salute, ma soprattutto per la perdita della sua celebre voce. Ed è proprio da questa voce che è partito il lavoro attoriale di Angelina Jolie. "Solo ascoltando e riascoltando i suoi dischi ho compreso la disciplina che l'aveva portata a raggiungere quel livello. Prima mi sono allenata a lungo e quando mi sono sentita pronta ho lasciato che le sue emozioni mi entrassero dentro" dice. "Pablo mi ha protetto, grazie a lui ho sperimentato qualcosa mai fatto prima". Interviene Larrain spiegando che il senso di tragedia che trapela dalla sua opera è legato sia alla qualità emotiva della lirica che alla scelta della Callas di trasformare la sua vita in un'opera d'arte totale: "Lei è diventata il suo personaggio. Ha passato la vita cantando per gli altri e prendendosi cura degli altri. Io la racconto nel momento in cui a pronta a vivere per se stessa".
Maria è, infatti, un inno alla disciplina e al duro lavoro che ha permesso alla Callas di diventare immortale. Come ammonisce Larrain: "Nella lirica, come nel cinema, senza disciplina non arrivi da nessuna parte". Per Angelina Jolie, "il termine diva ha sempre avuto una connotazione negativa, ma la Callas mi ha insegnato un altro significato, la sua devozione all'arte era totale". Le fa eco un appassionato Pierfrancesco Favino che spiega: "La pressione su Maria Callas era tale che ormai non poteva più liberarsi del ruolo cucitole addosso. Era una regina e tale doveva restare per il mondo. A quel livello di perfezione e di sacrificio, che sia la voce della Callas o i dipinti della Cappella Sistina, osservando l'opera vediamo le loro emozioni e per riflesso anche le nostre".