Con tre milioni e quattrocento mila spettatori, la prima puntata della fiction è stata un successo. Suddivisa in due prime serate su Rai1, Marconi è prodotta da Stand by me in collaborazione con Rai Fiction, ed è diretta da Lucio Pellegrini. Protagonista, Stefano Accorsi nei panni, appunto, di Guglielmo Marconi. Un biopic che è anche una spy story (come scritto nella nostra recensione) che si concentra sull'ultimo anno di vita del celebre inventore ed imprenditore italiano, che oggi "potrebbe insegnarci moltissimo". Almeno a detta di tutto il cast, come ci raccontano in questa intervista.
Guglielmo Marconi e l'Italia del 2024
A dircelo per primo è Stefano Accorsi: "Quello che ancora può insegnare è un rapporto molto sano con la scienza. Vedendola come qualcosa che unisce, che connette appunto. Ha creato la radio senza fili, e siccome la radio andava in un'unica direzione, era ossessionato affinché la trasmissione avvenisse in entrambi i sensi. Lui ha predetto che un giorno saremmo andati in giro con delle scatolette che avrebbero trasmesso nelle due direzioni. Un visionario assoluto. Se si pensa che gran parte della tecnologia oggi viene da studi militari, lì era esattamente il contrario e lui ha creato qualcosa di totalmente civile, nel senso più alto del termine. La trasmissione della musica, della cultura, del sapere, delle opinioni, la conoscenza dell'altro, di tutto ciò che è distante da noi, da guardare con curiosità e non con diffidenza, e non con la voglia di usare quella tecnologia per distruggere, bensì per unire e avvicinare".
Gli fa eco Ludovica Martino, che qui interpreta la giornalista Isabella Gordon, liberamente ispirata all'ultima intervistatrice dell'inventore. Il documentario che sta girando nella storia fa parte di una serie di film sui grandi talenti italiani nel mondo, raccontandone le imprese e le biografie con aneddoti e vite private, senza edulcorarli o ripulirli agli occhi del pubblico: "Questa miniserie oggi potrebbe dirci molte cose perché è ricca di spunti. Sicuramente potrebbe incentivare i giovani ad incanalare il proprio talento, anzi a scoprirlo, perché a volte è nascosto e non sappiamo bene dove cercarlo, ci mortifichiamo e ci frustriamo a riguardo. Invece ci vuole la perseveranza, la caparbietà, il non cedere mai, nonostante magari la famiglia non ti dia supporto, anche perché come per lo stesso Marconi il tuo talento riesce ad emergere alla fine, quindi insegna anche a non abbattersi".
Con lei anche l'altro giovane membro del cast, ovvero Nicolas Maupas, che aveva la doppia sfida di interpretare non solo un personaggio storico da adolescente ma anche Accorsi da adolescente: "Marconi è un grande esempio di perseveranza delle proprie idee. Aveva una grande convinzione nella sua ricerca scientifica e l'ha portata avanti fino alla fine. Questo può essere un ottimo spunto per i giovani di oggi. Non soltanto gli scienziati e i ricercatori di domani. E sicuramente studiare l'eredità di quello che è diventata oggi la nostra quotidianità, sapere quando, come e dove è nata".
Si tratta anche di una questione di sensibilizzazione, come ci dice Cecilia Bertozzi, ovvero la moglie e migliore amica del personaggio principale, Maria Cristina: "Questa fiction aiuta a porre l'attenzione sul fatto che ci sono delle eccellenze culturali in Italia e ci sono sempre state. Sarebbe importante incentivare le scoperte, la ricerca e queste teste che nascono magari una volta ogni cent'anni, ma ci sono, anche in Italia".
La miniserie è stata realizzata in occasione del 150° anniversario dalla nascita del "padre del wireless" (Bologna, 25 aprile 1874) e del 100° anniversario della nascita di Radio Rai (6 ottobre 1924). Ma anche, come ricorda Alessio Vassallo, interprete del terribile membro dell'OVRA Achille: "Quest'anno festeggiamo i settant'anni della Rai. La chiave penso sia la parola 'idea'. Le forza delle idee, bisogna cercare di portare avanti ciò in cui si crede, senza ascoltare delle false sirene che arrivano dall'esterno. Allo stesso tempo bisogna metterlo in dubbio, perché in questa miniserie si vede proprio come Marconi metta costantemente in discussione il proprio credo e le proprie convinzioni. E avere il coraggio di raccontare il nostro passato per comprendere chi siamo oggi e poter affrontare meglio il futuro".
Chiude la questione Flavio Furno alias il ministro delle corporazioni e dell'educazione nazionale Giuseppe Bottai, antagonista sottile che commissiona l'intervista per spiare il suo lavoro: "Innanzitutto Marconi può essere un grande incoraggiamento alle nuove generazioni di non demordere. Se si ha un progetto e un grande sogno, bisogna insistere. L'inventore è stato un esempio oltre alla genialità scientifica proprio di una grande insistenza, credo sia un bel messaggio per i giovani di oggi".
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Connessione e disconnessione oggi
La fiction Marconi ha il sottotitolo "L'uomo che ha connesso il mondo". Non potevamo quindi non chiedere al cast se secondo loro siamo più connessi oggi nel 2024 con gli smartphone o forse lo eravamo più all'epoca con le invenzioni di Marconi. Stefano Accorsi è sicuro della disconnessione di oggi: "Oggi siamo talmente connessi che forse si è tornati un po' indietro secondo me (ride). Tutto il fenomeno che rappresenta una parte di questo mondo connesso, ovvero gli hater, ti dà l'idea proprio della distanza rispetto al soggetto che guardi. Grazie ai telefoni la comunicazione nei due sensi avviene molto di più, mentre per quanto riguarda i social secondo me rimane una comunicazione abbastanza univoca".
Continua Accorsi: "A volte le due parti si parlano - e questi sono i casi migliori - comunicando ed essendo costruttive: ci sono vari casi forse meno eclatanti ma altrettanto importanti in questo senso. Molto spesso invece, purtroppo, alimentano quella distanza emotiva e non empatica che ci può essere tra le persone. Però ci sono degli esempi, ultimo tra tutti la Rai che ha portato in scena questa trasmissione sulla fisica che nasce sul web e sui social, La fisica dell'amore, un bellissimo esempio di connessione positiva. Viviamo in un'epoca in cui c'è un investimento sulle guerre enorme, mentre come diceva anche il Presidente Mattarella si dovrebbe farlo piuttosto sul prevenire il cambiamento climatico. Quindi io credo che la scienza possa fare un sacco di bene. Invece oggi c'è anche questa voce che dissente. Siamo nell'epoca in cui abbiamo tutto a disposizione, conosciamo tutto di tutti, eppure c'è una parte di mondo che diffida di tutto quello che esiste. Un sacco di dietrologia, come ad esempio anche quella sulla scienza rispetto ai vaccini. Io credo che sia abbastanza emblematico: è come se questo eccesso di connessione oggi crei ancora di più alcune barriere".
Il resto degli interpreti si divide nei pensieri riguardo la comunicazione oggi. Martino e Maupas concordano sulla diversità abnorme fra le due epoche: "Siamo connessi anche oggi ma in modo diverso. Su certi punti di vista siamo disconnessi, perché i social danno ad esempio solo una parvenza di connessione e a volte ci disconnettono da noi stessi, dai nostri veri pensieri e dalle nostre vere volontà". Aggiunge il giovane Guglielmo Marconi nella miniserie: "Oggi forse siamo più connessi perché prima lo eravamo poco e quindi avevamo questo grande desiderio di connessione. Credo che le due realtà non siano paragonabili perché hanno a disposizione degli strumenti molto diversi: gli smartphone oggi sono un grande retaggio di quello che è stato il primo studio di Marconi in fondo. Il desiderio però di rimanere connessi non credo passi mai di moda (ride)".
Opinioni quasi agli antipodi (ma forse non troppo) invece per Bertozzi e Vassallo: "Per quanto mi riguarda il singolo, l'individuo è molto più connesso adesso. Non è detto che sia un bene però, questo non lo so. Prima la vita era un po' più semplice, meno frenetica. C'erano meno stimoli e forse erano quelli giusti". Chiude Vassallo: "Sicuramente eravamo più connessi all'epoca, perché a quel tempo la radio e il telefono erano strumenti realmente inventati con l'obiettivo di comunicare. La comunicazione oggi non è più centrale, siamo tornati un certo senso ai segnali di fumo con le emoticon e le reaction (ride). Oggi si tratta quasi di comunicazione fittizia".