Marcello Mastroianni fa 100: quello che forse non sapevate sull’attore (visto attraverso scatti inediti)

In occasione del centenario dalla nascita, il Lecco Film Fest dedica una mostra a Marcello Mastroianni, uno dei nostri attori più amati all'estero: lo riscopriamo attraverso alcune rare fotografie.

Marcello Mastroianni sul manifesto della mostra.

Quando ci sono i centenari dalla nascita di grandi artisti, molti sono i pretesti che il mondo del cinema contemporaneo coglie per ricordarne i film, le scene iconiche, la vita oltre il set, i grandi amori. È successo con Federico Fellini e ora accade con un attore che gli è fortemente legato, Marcello Mastroianni. Marcello, vieni qui! è infatti il titolo della mostra che il Lecco Film Fest ha voluto dedicargli, provando ad andare oltre l'attore, puntando invece all'uomo.

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Il baffo di Mastroianni in Matrimonio all'italiana

Ovvio: il titolo della mostra proviene da una delle sequenze più iconiche della storia del cinema che lo vedono protagonista diretto dal Maestro Fellini: Anita Ekberg che lo invita a bagnarsi con lei nelle acque della Fontana di Trevi gridandogli: "Marcello, come here!". Ad inaugurare la mostra, ideata e realizzata dallo Studio Migual di Marco Micci e curata dai giornalisti Eugenio Arcidiacono e Alberto Picci, è stato chiamato Gianluca Guidi, una sorta di "voce narrante" dell'esposizione, impreziosita da rari scatti esposti in quattro pannelli. Visitandola, abbiamo scoperto alcune curiosità sull'attore, suddivise in quattro ideali sale cinematografiche.

Il quinto colonnello della risata

Gassman Soliti Ignoti
I soliti ignoti: Vittorio Gassman e Marcello Mastroianni

Mastroianni rimane un simbolo del cinema italiano, un modello di versatilità e di fascino intramontabile che partiva dalla semplicità e dal suo essere uomo della provincia - come ha ricordato anche Riccardo Scamarcio di recente - e viene considerato uno dei cinque colonnelli della commedia all'italiana accanto ad Alberto Sordi, Vittorio Gassmann, Nino Manfredi e Ugo Tognazzi. Forse non tutti si sono resi conto che, simbolicamente e ciclicamente, lui quel genere che portò nuova linfa al cinema italiano dopo il neorealismo, lo aprì e lo chiuse, proprio accanto a Gassmann: all'inizio con I soliti ignoti (1958) e alla fine con La terrazza (1980). Vent'anni di cinema attraversati con il valore delle caratterizzazioni dei personaggi resi subito iconici e delle piccole geniali trovate che lo hanno sempre contraddistinto, come il braccio ingessato nel capolavoro di Monicelli.

Da Fellini a Visconti

Mastroianni e la Ekberg in una leggendaria scena de La dolce vita di Fellini
Mastroianni e la Ekberg in una leggendaria scena de La dolce vita di Fellini

Il rapporto tra registi e interpreti è sempre unico e particolare, tanto da cambiare di volta in volta. Marcello Mastroianni definiva la professione dell'attore come la sindrome di Peter Pan: "Non si cresce mai, si viene accuditi, truccati, guidati, si può fare eternamente i bambini, interpretare i propri sogni". Infatti Federico Fellini lo definì "amministratore delegato dei propri sogni" ed etichettò il loro rapporto come "una vera amicizia basata su una totale reciproca sfiducia". Fu lui a farlo diventare il più celebre attore italiano al mondo, prima con il già citato La dolce vita e poi con . Prima di lui, però, a forgiarlo fu Luchino Visconti, portandolo in tournée in teatro in tutta Italia con la propria compagnia dal '48 al '56, avendo anche il "coraggio" di offrirgli la prima parte drammatica in un suo film: Le notti bianche (1957), tratto dall'omonimo racconto di Dostoevskij. Toccherà poi ad un altro milanese, Marco Ferreri, spogliare Mastroianni dell'aura da latin lover che il regista riminese gli aveva cucito addosso accanto ad Anita Ekberg. Tutti e tre i casi furono comunque sinonimi di profonde amicizie anche fuori dal set, elemento ricorrente nella carriera di Mastroianni.

Il divo della porta accanto

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Marcello Mastroianni in 8½

Nel 1962 la rivista Time lo definì "l'attore straniero più ammirato negli Usa", un riconoscimento mai assegnato prima ad un'italiano. Il che è un primato che non stupisce dato che l'Academy lo amava molto: nel corso della sua carriera, interrotta proprio a teatro con Le ultime lune di Guido Bosetti per un cancro al pancreas, ottenne svariate statuette. Tre nomination all'Oscar, quattro Golden Globe e BAFTA vinti, due volte Miglior Attore Protagonista al Festival di Cannes, un César onorario, un Concha de Plata a San Sebastian. Nonostante questo non accettò mai di lavorare ad Hollywood - perché troppo frenetica nei ritmi di lavoro rispetto alla sua inerzia e pigrizia - salvo che per Shirley MacLaine in La vedova americana (1992). Lo disse anche Catherine Deneuve, da cui ebbe una figlia, Chiara, che ha seguito le orme del padre. Impronte che sono tuttora ben piantate e ben visibili nella Walk of Fame dal 1965, a testimonianza del suo successo e riconoscimento anche da parte dell'industria americana. Sono più di 140 i titoli presenti nella sua sterminata filmografia: alcuni più riusciti altri meno come diceva lui stesso, ma non se ne vergognava, anzi li vedeva come un'occasione per girare il mondo (affrontò molti set all'estero, dal Congo all'Ungheria). Rimase però sempre "il divo della porta accanto", pronto a distruggere qualsiasi immagine l'opinione pubblica e la stampa avessero creato su di lui: "È un mio limite. Non ho una grande ricchezza spirituale".

Chiara Mastroianni: 'La mia passione? Recitare in italiano'

Una coppia particolare

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L'iconica scena dello spogliarello in Ieri, oggi e domani

Quattordici film insieme nell'arco di quarant'anni. Mastroianni non è stato legato solo ai registi che hanno plasmato la sua carriera. Un'attrice in particolare è stata un punto di riferimento, Sophia Loren. La "coppia d'oro del cinema italiano", qualcuno ha detto, insieme professionalmente fino alla notte degli Oscar del 1993, durante la quale consegnarono il Premio alla Carriera a Mr. Fellini. Sapete a chi dobbiamo il merito della nascita di quest'accoppiata leggendaria? Ad Alessandro Blasetti, che li volle l'uno accanto all'altra in Peccato che sia una canaglia del 1954.

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Loren e Mastroianni consegnano l'Oscar alla carriera a Fellini

Il successo internazionale dei due arriverà con il trittico Ieri, oggi e domani (ed è subito Oscar), Matrimonio all'italiana e I girasoli. Proprio alla pellicola di Desica dobbiamo quello "spogliarello da Oscar" ricreato simpaticamente dalla coppia in Prêt-à-porter e omaggiato successivamente in tante occasioni nell'audiovisivo, ultima quella di Emanuela Fanelli e Corrado Guzzanti in Call My Agent 2. Fuori dal set i due, che non sono mai stati una coppia, si sono sempre supportati: lei lo considerava il suo migliore amico, lui la persona a cui voleva più bene. Un bell'esempio, al di sopra delle relazioni che confondono e mescolano set e vita privata. Insomma, foto dopo foto, non ci resta che dire: "Marcello vieni qui!"