Mafia: Definitive Edition - più che un gioco, una questione di "famigghia"

Mafia: Definitive Edition, remake del famoso videogioco del 2002, ci trasporta tra le famiglie mafiose dell'America del Proibizionismo.

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Mafia: Definitive Edition, un'immagine dal gioco

Era il 2002 quando per la prima volta mettevamo piede nella fittizia città di Lost Heaven e facevamo la conoscenza del protagonista Tommy Angelo. Il videogioco in questione si chiamava semplicemente Mafia, all'epoca girava esclusivamente su PC Windows, e aveva sbalordito un po' tutti non solo per la grafica strabiliante, ma soprattutto per la capacità di calare il giocatore in un'ambientazione e in un'atmosfera che sembrava davvero provenire dai migliori film gangster. Per chi, come noi, nei videogiochi cerca sempre una componente non solo narrativa ma quasi cinematografica, si trattava di un sogno ad occhi aperti.

Rivederlo e rigiocarlo oggi, 18 anni dopo, grazie a questo Mafia: Definitive Edition appena arrivato su PS4, Xbox One e PC, fa uno strano effetto. Perché ci riporta in mente le incredibili sensazioni provate la prima volta, ma al tempo stesso ci trasporta nell'America del Proibizionismo (e quindi degli anni '30) con una consapevolezza diversa. Una consapevolezza - data da un numero di film e serie (qualcuno ha detto Boardwalk Empire?) viste sullo stesso argomento - ancora maggiore, ma anche dal cambiamento del mercato videoludico degli ultimi decenni.

Nessuna libertà per i mafiosi

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Perché Mafia, a differenza di quello che si potrebbe pensare da una prima occhiata molto superficiale, non ha mai rappresentato un'alternativa ai tanti giochi open che cominciavano ad affacciarsi sul mercato (e che ora ne rappresentano quasi la gran parte), ma semmai una variazione sul tema in cui le meccaniche tipiche del genere erano di gran lunga meno importanti della storia che il gioco voleva raccontate e soprattutto dell'atmosfera che voleva trasmettere.

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Mafia: Definitive Edition, un'immagine dal gioco

Si tratta di una scelta che oggi potrà apparire forse un po' datata, ma che invece, ora dopo ora di gioco, ci siamo resi conto di apprezzare sempre di più. Perché grazie a questa impossibilità di poter fare esattamente quello che vogliamo, grazie al gioco che ci imponeva di passare da una missione all'altra senza distrazione alcuna, non ci siamo solo goduti di più la storia, ma siamo diventati parte integrante della famiglia di Don Salieri. Esattamente come il gioco si prefiggeva.

Merito anche di una particolare attenzione per il doppiaggio, in particolare quello originale in inglese che consigliamo a tutti di provare: come per i migliori film mafiosi (Coppola, Scorsese, etc etc...), sentire la parlata degli italo-americani non ha prezzo, visto che le frasi mezze in italiano sono frequentissime e aggiungono quel tocco di realismo in più che davvero può fare la differenza. Esilarante poi una missione in particolare, in cui il nostro Tommy si trova a fare coppia con un simpatico vecchietto (ladro) che parla solo in italiano.

La famigghia non tradisce. O forse sì?

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Mafia: Definitive Edition, un'immagine dal gioco

Che un film come Il padrino di Francis Ford Coppola sia un capolavoro, è indubbio. Lo è non soltanto per le straordinarie interpretazioni o le indimenticabili musiche di Nino Rota o le straordinarie scelte di regia, ma perché, esattamente come il romanzo di Mario Puzo, riesce a trasportarci all'interno di una famiglia mafiosa, con le sue regole e tradizioni, e ci fa amare quei personaggi e sentirci legati a loro. Nonostante nella nostra testa sia sempre chiarissimo, fin dalle premesse, che si tratti di criminali senza scrupoli. E, fondamentalmente, senza un futuro.

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Mafia: Definitive Edition, un'immagine dal gioco

Lungi da noi fare alcun tipo di paragone, il videogioco Mafia parte comunque dallo stesso presupposto e ottiene lo stesso tipo di risultato: dal primo momento in cui vediamo Tommy, un semplice tassista, immischiarsi negli affari della famiglia Salieri, sappiamo che finirà male. Così come sappiamo che finirà male per i colleghi (e amici) Paulie e Sam e che la guerra con la famiglia del boss rivale Don Morello non sarà l'unico problema che dovremo affrontare. Semplicemente perché non c'è mai pace o reale redenzione per chi si trova in questo "bissiness".

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Mafia: Definitive Edition, un'immagine dal gioco

Sappiamo tutto questo proprio perché ce l'ha già raccontato il cinema tante volte, ma non per questo smettiamo mai di fare il tifo per il nostro Tommy, non importa quanto si lasci attrarre dal lato oscuro della Mafia. Lo sappiamo anche perché la lunga, ma affascinante, cornice ambientata nel 1938 ci fa capire che il nostro protagonista ha deciso di tradire la sua famiglia e consegnarla alla polizia. Ed è proprio questo che ci attrae e ci porta a giocare con ingordigia una missione dopo l'altra quasi fossero episodi di una serie, semplicemente perché vogliamo capire cosa potrà portare Tommy (e quindi noi stessi) a tradire la sua famiglia e i cuoi compagni di viaggio.

Un remake che non si può rifiutare

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Un'immagine da Mafia: Definitive Edition

Se quindi l'aspetto narrativo rimane ancora oggi il fiore all'occhiello di un gioco come Mafia, va detto che rigiocarlo adesso, nella sua Definitive Edition, è un vero e proprio piacere. Questo grazie all'ottimo lavoro di Hangar 13, software house statunitense che si era già occupata del precedente Mafia III, che ha sviluppato da zero il gioco del 2020 lasciandone intatto lo scheletro ma realizzandone una confezione davvero spettacolare ed entusiasmante. Già dalla primissima missione, semplicemente girando per la città con il taxi di Tommy, non si può che rimanere stupiti dalla bellezza di Lost Heaven (un ibrido tra Chicago e New York, con un tocco di Los Angeles) e dalla grande cura riposta nei dettagli: le automobili, i palazzi, perfino le insegne pubblicitarie sono semplicemente perfette e riescono davvero a riportarci indietro ad un'epoca che abbiamo visto tante volte nei film ma che qui, nel gioco, sembra altrettanto viva e realistica.

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Un'immagine da Mafia: Definitive Edition

Ma al netto della straordinaria cura riposta in ogni elemento di questo remake, possiamo dire di essere felici di aver rigiocato questo vecchio capolavoro. Mafia: Definitive Edition ci ha ricordato il motivo per cui anche noi cinefili non abbiamo mai smesso di seguire il mondo dei videogiochi: esattamente come i film e le serie, a volte addirittura di più, riescono a trasportarci in epoche lontane e farci vivere, da protagonisti assoluti, storie che meritano di essere vissute. Nel caso di Mafia, sia chiaro, solo sullo schermo!