A sedici anni di distanza dalla sua opera seconda, Da zero a dieci, Luciano Ligabue torna dietro la macchina da presa con Made in Italy, nelle sale dal 25 gennaio, film che si collega all'omonimo concept album dedicato all'Italia, di cui è anche sceneggiatore, ritrovando, dopo venti anni, Stefano Accorsi, a cui aveva già affidato il ruolo principale nella sua pellicola d'esordio, Radiofreccia, come protagonista, e Domenico Procacci come produttore.
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Il film racconta la storia di Riko, cinquantenne emiliano impiegato da anni in un salumificio, sposato con Sara (Kasia Smutniak), parrucchiera, e con un figlio che sta per andare all'università. Onesto e fedele agli amici, l'uomo cerca di andare avanti come meglio può, incassando le batoste che la vita gli presenta. Presentato da Ligabue come il suo alter ego se non fosse diventato un cantautore, Riko è un personaggio caro al regista, come ha detto in conferenza stampa a Roma, presentando il film alla stampa.
Proprio a Roma abbiamo incontrato Ligabue e i suoi attori, che sullo schermo sono protagonisti di una storia d'amore imperfetta ma genuina, che, nelle intenzioni dell'autore, cerca di dare una fotografia delle persone normali, partendo da un punto di vista non privilegiato, né in senso positivo né negativo.
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Prepararsi all'Inferno e sfasciare macchine come Beyoncé
Mentre la storia di Riko e Sara si sviluppa sullo schermo, i testi di Ligabue accompagnano i volti dei protagonisti e a un certo punto si sente la frase: "L'Inferno è solo una questione temporale, a un certo punto arriva e basta". Come ci si prepara dunque all'Inferno visto che deve arrivare in ogni caso? "Non ci si prepara" ci ha detto l'autore, proseguendo: "L'Inferno quando arriva te lo becchi e bisogna capire come ne esci, se ne esci. Se ci arrivassimo preparati non sarebbe Inferno". D'accordo Accorsi: "Concordo: quando arriva si presenta in modi inaspettati. Anche quando pensi di essere preparato, l'Inferno ti atterra".
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In una scena di Made in Italy Stefano Accorsi sfonda una macchina a colpi di mazza: proprio come Beyoncé Knowles nel video del suo concept album Lemonade: "C'è gente che paga per sfondare le macchine: è un tabù, anche se non ti piacciono le automobili" ha ammesso l'attore, proseguendo: "È liberatorio, è come fare una cosa che è proibita, che ti hanno insegnato che non si fa". Ligabue ha aggiunto: "Lui non solo l'ha fatto gratis, ma è stato pagato per farlo! I privilegi di un attore. Un colpo l'ho dato anche io alla fine, ma maldestramente: la mazzetta mi è finita dentro l'abitacolo".
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