Mad God, la recensione: il genio della stop-motion e un mondo disgustoso in perenne autodistruzione

La recensione di Mad God: l'uscita homevideo di Midnight Factory permette di apprezzare il monumentale lavoro in stop-motion di Phil Tippett durato trent'anni per rappresentare la cupa visione di un universo delirante votato all'autodistruzione.

Mad God, la recensione: il genio della stop-motion e un mondo disgustoso in perenne autodistruzione

Un'allucinante, ermetica e debordante opera di animazione densa di significati, frutto del genio di Phil Tippett e di un lavoro lungo trent'anni. Basterebbe questo per capire l'importanza dell'uscita homevideo della Midnight Factory di Plaion, che permette finalmente di apprezzare Mad God, monumentale opera omnia del pluripremiato mago degli effetti speciali che ha lavorato con Spielberg e Lucas, nonché riconosciuto maestro della stop-motion.

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Mad God: una scena del film

Come vedremo in questa recensione, difficile definire e incasellare Mad God, in pratica un horror animato che è un manifesto di visione cupa e pessimistica sul mondo, praticamente un incubo senza dialoghi con un sottofondo curatissimo di sound design e musica, un delirio che comprensibilmente può restare indigesto, sia per le immagini a volte disgustose sia per la mancanza (solo apparente) di una narrazione chiara e lineare.

In un mondo da incubo, senza senso e votato all'autodistruzione

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Mad God: una scena del film

Di cosa parla Mad God? Ardua spiegazione. Un passo del Levitico fa da premessa a una gigantesca metafora perfettamente attuale su un mondo che si crea continuamente ma che sembra votato sempre all'autodistruzione. Tutto questo lo viviamo attraverso la missione di un misterioso esploratore che piomba in stop motion in un mondo squallido e orrorifico dai vaghi toni post-apocalittici, un vero inferno dove regnano dolore, sofferenza e violenza viscerale. La carrellata che passa davanti all'esploratore, che consulta continuamente una mappa anch'essa in continua distruzione, è mostruosa e indefinibile, rinchiusa in universi inscatolati uno nell'altro dove regna il caos totale.

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Mad God: una scena del film

Passano in rassegna esseri bizzarri, feti deformi, creature aberranti, sacrifici sanguinari, disgustosi fluidi corporei e defecazioni, gnomi, minotauri, folletti, scheletri, esperimenti, esecuzioni sommarie, vivisezioni, carri armati, olocausti nucleari, divinità o supposte tali. Un continuum di nascita a morte, di sistemi di vita e sottoinsiemi che sembrano obbedire a precisi ingranaggi e meccanismi e probabilmente a una sorta di burattinaio in carne e ossa. O forse no, magari a dominare è solamente il caos. Il tutto mentre un ossessivo e opprimente ticchettio di orologi scandisce l'inesorabile passare del tempo e la sua opera di decomposizione. La principale sensazione che se ne ricava è il dominio di un'efficienza tristemente fine a se stessa, quasi assurda e alla fin fine inutile. E di conseguenza una totale mancanza di senso dell'esistenza.

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Mad God: una scena del film

Infiltrazioni a sorpresa su un'incredibile stop-motion

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Mad God: una scena del film

Il bello è che questa enorme magnificenza visionaria è infatti messa al servizio di una abilità e una maestria tecnica impressionante con un'animazione artigianale zeppa di materiali organici, pupazzetti e plastilina. Un mondo animato a passo uno che però Phil Tippett si permette il lusso di far infiltrare da attori in carne ed ossa o filmati in live action. Il tutto circondato da un curatissimo sound design: non ci sono dialoghi, solo rumori dall'inferno, versi mostruosi, suoni angoscianti e qualche parola incomprensibile, con le stranianti musiche di Dan Wool perfettamente aderenti al contesto.

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Mad God: una scena del film

Un trip ipnotico che è un urlo di resistenza al digitale

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Mad God: una scena del film

Alla fine di questo trip ipnotico disperato e a tratti raccapricciante, che si conclude addirittura con il monolite di 2001: Odissea nello spazio che si riproduce più volte, cosa ci resta? Stupore? Incomprensione? Meravigliosa rivelazione? Disgusto? Gli stati d'animo possono essere comprensibilmente diversi, di sicuro non può esserci indifferenza di fronte al lavoro e alla spaventosa creatività di Phil Tippett. Mad God è tante cose, forse troppe, ma c'è tale generosità in questo lavoro immane durato oltre trent'anni che ogni sbavatura passa in secondo piano. Alla resa dei conti Phil Tippett ha realizzato la sua opera omnia, un lavoro sincero e appassionato, una rivendicazione dei tempi lenti dello stop-motion, una sorta di urlo di resistenza all'attuale mondo dominato dal digitale, soprattutto negli effetti speciali.

Il blu-ray: video e audio ottimi, booklet e tanti extra

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Come detto, Mad God è disponibile grazie all'uscita blu-ray targata Midnight Factory, come sempre elegante e curata nella sua confezione slipcase, arricchita da un booklet illustrato di 12 pagine. Ottimo il video, che risponde sempre fedelmente alla volontà del regista: nitido e perfettamente dettagliato in alcune scene, sporco, granuloso e volutamente confuso e degradato in altre. Ma a colpire è soprattutto l'audio in DTS HD 5.1 (traccia unica visto che non ci sono dialoghi), che riesce a esaltare in maniera magistrale il curatissimo sound design composto da suoni infernali e inquietanti e da una colonna sonora magnetica: tutti i diffusori sono costantemente coinvolti con impeto, energia e grande precisione direzionalie, supportati quando è il caso da un sub deciso e possente.

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Mad God: una scena del film

Buona anche la sezione dedicata agli extra. Troviamo innanzitutto un Making of (10') nel quale Phil Tippett e i suoi collaboratori raccontano la nascita del progetto e la sua durata decennale tra pause e riprese, seguito da un Dietro le quinte (12') nel quale il regista e gli altri della troupe preparano le scene finali. Troviamo poi Phil Tippett - L'ispirazione di MG (6') e Phil Tippett - Peggio di un demone (12') nei quali si analizza il processo creativo del film, poi un'intervista a Tippett solo audio su filmati in bianco e nero (4' e mezzo). A chiudere interviste agli studenti dell'AAU che hanno lavorato sul film (5') e infine il trailer.

Conclusioni

A conclusione della recensione di Mad God, non possiamo che inchinarci davanti all’incredibile lavoro durato decenni di Phil Tippett, che con una stop motion pazzesca riesce a descrivere in modo fin troppo profondo la sua visione cupa, violenta e pessimistica di un universo in perenne autodistruzione. Ma comprendiamo anche chi si sentirà respinto da un tipo di animazione che privilegia immagini crude e disgustose, oltre a una narrazione non semplice da seguire e dai significati enigmatici e stratificati.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.7/5

Perché ci piace

  • Il film di Tippett trasuda sincerità e grande passione.
  • Il lavoro durato trent’anni presenta una tecnica di stop-motion davvero pazzesca.
  • Il regista non ha timore di presentare immagini crude e disgustose per rappresentare la sua cupa visione.
  • Un sound design geniale e molto curato.
  • Il blu-ray è tecnicamente ottimo e ricco di extra.

Cosa non va

  • Per tanti motivi, non è certo un film per tutti.
  • L’inserimento di filmati live e personaggi in carne e ossa nella stop-motion, potrebbe risultare spiazzante.