Sono tante le caratteristiche che tornano in M. Il figlio del Secolo l'imponente serie Sky Original - per noi già tra le migliori del 2025 - che chiude ha chiuso la sua corsa (ma la trovate per intero on-demand su Sky e NOW). C'è però un elemento che ha guidato la messa, a partire dalle prime scene: i discorsi di Mussolini.
![M Figlio Secolo Luca Marinelli](https://movieplayer.net-cdn.it/t/images/2022/11/11/m-figlio-secolo-luca-marinelli_jpg_375x0_crop_q85.jpg)
Tanto i discorsi con sguardo in camera a rompere la quarta parete, strizzando l'occhio al Frank Underwood di House of Cards, quanto i discorsi del Duce che, attraverso il suo interprete Luca Marinelli, ha rivolto al popolo italiano influenzandone inevitabilmente la Storia. Per arrivare, nell'ultimo episodio, a quello in Senato. Decisivo per stabilire una volta per tutte il proprio controllo politico. Ripercorriamoli insieme in questo nostro speciale.
M. Il figlio del secolo e il promo a reti unificate
Sky ha avuto un'idea geniale, provocatoria (e potenzialmente rischiosa) per promuovere la sua serie di punta (qui la nostra recensione). Uno spot televisivo in onda a reti (quasi) unificate sui principali network italiani: Rai, Mediaset, La7, i canali di proprietà Warner Bros. Discovery e ovviamente quelli del gruppo Sky, insieme alle maggiori radio italiane. In onda la sera del 9 gennaio tra le 20:35 e le 21:00, la clip in bianco e nero vedeva Luca Marinelli trasformato in Benito Mussolini che parlava alla nazione davanti ad una folla in delirio: "Noi che abbiamo spinto a calci il Paese in guerra e lo abbiamo condotto alla vittoria. Noi che abbiamo versato il sangue per la Patria, noi oggi fondiamo i fasci di combattimento, per il futuro, l'avanguardia, la rivoluzione: oggi nasce il Fascismo. Una creatura bellissima fatta di sogni, di ideali, di cambiamento, che conquisterà milioni di cuori. Seguitemi, anche voi mi amerete. Anche voi diventerete fascisti".
Un discorso che chiarisce da subito il tono grottesco, satirico e farsesco messo in piedi dagli sceneggiatori Stefano Bises e Davide Serino e dal regista Joe Wright partendo dal romanzo Premio Strega di Antonio Scurati. Perché forse l'unico modo per denunciare il pericolo del ritorno di un certo tipo di ideologia estrema è ironizzare sulle sue effettive capacità; che poi sono quelle di tutti gli aspiranti dittatori. Grandi oratori carismatici, proprio come Mussolini, e allo stesso tempo degli scaltri inetti che sono arrivati in cima non tanto e solo grazie al proprio talento, ma soprattutto grazie all'impreparazione degli altri. Nessuno ha fermato la loro ascesa. E il resto è Storia. La Storia però ha il vizio di ripetersi. Forse è proprio per questo che la serie Sky non poteva arrivare in un momento più adatto. Per l'Italia, e per il mondo intero.
La serie di cui avevamo bisogno è anche quella che ci meritavamo?
![M Il Figlio Del Secolo Trailer Still](https://movieplayer.net-cdn.it/t/images/2024/08/02/m-il-figlio-del-secolo-trailer-still_jpg_375x0_crop_q85.jpg)
Il finale di M. Il figlio del secolo si concentra sull'omicidio di Giacomo Matteotti (Gaetano Bruno) perché questa prima stagione vuole raccontare l'ascesa del Fascismo dal 1919 al 1925. Per la precisione il 3 gennaio (quest'anno - guarda caso - è il centenario dell'evento): Benito Mussolini, all'epoca Presidente del Consiglio dei ministri, pronuncia un discorso alla Camera dei Deputati del Regno d'Italia. Emblematico e fondamentale, poiché apre al ventennio fascista, che si concretizzerà nei mesi successivi con le leggi fascistissime durando fino al 1945.
Un discorso apre la serie ed uno la chiude, e non è un caso. Un preludio a ciò che verrà: "Nelle prossime 48 ore, la situazione sarà chiarita su tutta l'area" e infatti la circolare di Luigi Federzoni ai prefetti di lì a breve disporrà drastiche limitazioni alla libertà di stampa, nonché la chiusura di tutti i circoli di partito in opposizione in tutto il Paese. Il punto fondamentale fu però il silenzio dei Deputati presenti: il Duce gli disse chiaramente che, se avevano prove concrete della sua responsabilità nell'omicidio Matteotti e se ritenevano che doveva essere fermato, quella era l'occasione per farlo. Nessuno fece niente, e la serie riesce bene a rimarcare come spesso i grandi eventi (tragici) capitino per l'inadempienza di tanti, più che per la capacità di pochi. Non era la prima in quella sede, ma fu l'arringa decisiva da parte sua.
![M. Il figlio del Secolo rivisto da Joe Wright e Luca Marinelli: 'Il nostro è un racconto ammonitore'](https://movieplayer.net-cdn.it/t/images/2025/01/24/m-il-figlio-del-secolo-luca-marinelli-mussolini-joe-wright-intervista_MH7h4v2_jpg_200x150_crop_q85.jpg)
Dal farsesco al drammatico: il tono cambia con la Storia
![M Il Figlio Del Secolo](https://movieplayer.net-cdn.it/t/images/2024/08/02/m-il_figlio-del-secolo_jpg_375x0_crop_q85.jpg)
Non solo: la serie è strutturata in modo che alla fine di ognuno degli otto episodi riesce a far sembrare che il protagonista sia un uomo finito, politicamente e personalmente, prima di rialzarsi. Non solo: non commette mai atti di crudeltà inaudita in prima persona ma aizza sempre i suoi seguaci a farlo (appunto, le camicie nere), per poi lavarsene le mani. Tale era però il carisma che suscitava nelle masse, soprattutto di giovani che cercavano la propria identità e il proprio posto nel mondo, che gli obbedivano ciecamente anche quando erano in disaccordo con lui. Tanti sono i discorsi pronunciati in questo senso nel corso dell'opera. Questa è la violenza più pericolosa: quella manifesta ma conseguente ad una silente, sussurrata, influenzata. Non c'è più niente da ridere arrivati all'epilogo ed ecco perché tutto si fa più oscuro, a partire dal tono utilizzato per il racconto, che non utilizza più la rottura della quarta parete ma cambia registro.
Infatti, all'inizio del racconto la caratterizzazione del Duce (quasi una parodia), era quindi essenziale, e l'unica strada percorribile per dimostrare quanto fosse un piccolo uomo ad aver cambiato il corso degli eventi. Non si nega la sua innata capacità oratoria - ispirata a quella degli antichi romani, proprio come il saluto erroneamente attribuito a quel tempo dalla propaganda - ma il suo vero talento nello sfruttare, appunto, l'assenza di reazione con l'esplosione di estrema violenza. Proviamo a farne tesoro e ricordarcelo: a volte stare in silenzio diventa più pericoloso che prendere posizione. Un monito, oggi, quanto mai vitale.