L’ultimo bus del mondo, la recensione: a tutto drone… ecologico

La recensione de L'ultimo bus del mondo, la serie per ragazzi con Tom Basden e Robert Sheehan che affronta il tema della fine del mondo attraverso la tecnologia, l'ecologia e l'amicizia.

Lultimo Bus Del Mondo Scena
L'ultimo bus del mondo: una scena della serie

È con sano divertimento che scriviamo questa recensione de L'ultimo bus del mondo, la nuova serie inglese con volti noti di Netflix che va ad aggiungersi al sempre più folto catalogo della piattaforma dal 1° aprile (senza scherzi). Il pretesto narrativo della serie strizza l'occhio all'attualità senza dimenticare il proprio target di riferimento: una gita scolastica nel parco divertimenti/laboratorio scientifico più famoso della città per la presentazione dei nuovi "robot geniali" che dovrebbero ripulire l'ambiente.

A tutta Apocalisse

Quello con cui inizia questa storia è il giorno e il momento che alcuni dei giovani protagonisti - interpretati da Lauryn Ajufo, Moosa Mostafa, Phoebe de Silva, Daniel Frogson, Carys John, Nathanael Saleh, Marlie Morrelle - aspettavano praticamente da sempre, data la propria passione per le materie scientifiche. Ovvero l'opportunità di visitare e interagire con il parco divertimenti/laboratorio dei sogni per l'esclusiva presentazione. Loro - ma non solo - vedono Dalton Munkhouse, il giovane magnate che ha fatto la fortuna con tecnologia e scienza come un guru; ed è così che egli stesso si presenta al pubblico attraverso un ologramma, per unire fanatismo e tecnologia: chi poteva prestargli al meglio volto, voce e movenze di Robert Sheehan, già visto in un ruolo simile in The Umbrella Academy e prima ancora in Misfits?

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L'ultimo bus del mondo: un'immagine della serie

Sheehan qui si trasforma nel villain e non più nell'(anti)eroe non appena i bambini e tutti i presenti all'inaugurazione capiscono che l'obiettivo dell'uomo è eliminare una parte della popolazione, in pieno Thanos style, per consentire (a detta sua) all'umanità di sopravvivere negli anni a venire. Viene così dichiarata nemmeno troppo sottilmente una denuncia al cambiamento climatico, all'inquinamento, a tutte le colpe dell'umanità come prima e unica responsabile di aver rovinato, sfruttato e distrutto il Pianeta Terra - oramai lo abbiamo sentito così tante volte questo discorso tra grande e piccolo schermo, in aggiunta ai notiziari, che forse due domande dovremmo cominciare a farcele. L'umanità in fondo è anche responsabile dell'uso che fa della tecnologia, che non si "ribella" come azione primaria ma come reazione. Tra le righe ancora una volta gli uomini sono il problema e non la soluzione, e bisogna eliminarli alla radice.

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A tutta squadra

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L'ultimo bus del mondo: una foto di scena

Da After Life ritroviamo invece Tom Basden nei panni del timido e impacciato professore che accompagna i ragazzi in trasferta e che condivide la passione scientifica con uno di loro, il più bistrattato dal gruppo, e dovrà imparare a far sentire la propria voce, proprio come i suoi studenti. Il nutrito gruppo di ragazzi in gita sul L'ultimo bus del mondo racchiude tutte le "categorie" scolastiche - dai bulli ai secchioni, fino ai bambini eccessivamente vessati dai genitori - che dovranno imparare a fare squadra invece di "battersi" internamente, per poter sconfiggere il megalomane nemico comune. Per poter creare un futuro migliore. La serie dal canto suo racchiude molti generi di racconto, mescolando dramma e commedia, action e sci-fi, tra citazioni più o meno volute, per raccontare un romanzo di formazione fantascientifico che vale tanto per i giovani protagonisti quanto per i (pochi) adulti coinvolti. Un crescendo di plot twist narrativi che sveleranno man mano quanto spesso ci si comporti da prepotenti solo per paura, e quanto i timori degli adulti siano gli stessi dei ragazzini, solamente (ac)cresciuti. Una fotografia coloratissima e pop e una regia non rivoluzionaria ma dinamica mantiene bene il ritmo della narrazione, mantenendo gli stilemi del genere e a volte ribaltandoli. È così che il gruppo si troverà ad essere "il prescelto" in una guerra contro un esercito di spietati droni per salvare l'intera umanità. Se da grandi poteri derivano grandi responsabilità... da grandi droni e scienziati derivano grandi problemi.

Conclusioni

Il divertimento rimane a chiusura di questa recensione de L’ultimo bus del mondo, una serie per ragazzi che attraverso tematiche importanti come il cambiamento climatico e la raccolta differenziata mette in scena uno scontro apocalittico all’ultimo drone, mescolando generi, tecnologia e coming of age, in una storia dalle tinte coloratissime e pop.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.2/5

Perché ci piace

  • Colori e regia non rivoluzionaria ma dinamica mantengono un buon ritmo alla narrazione.
  • Robert Sheehan è il valore aggiunto del cast nei panni del villain-guru, così come Tom Basden in quelli del timido insegnante.

Cosa non va

  • Rimane una serie per ragazzi nonostante le tematiche anche importanti affrontate.
  • Non tutti i passaggi sono fluidi.