Cuore di mamma. Per presentare l'opera prima da regista di Luigi Lo Cascio, il thriller La città ideale, in concorso nella Settimana della Critica, si è mossa addirittura la mamma dell'attore che nel film interpreta proprio... la mamma del protagonista. Oltre a essere madre di cinque figli, tra cui Luigi Lo Cascio, Aida Burruano è sorella dell'attore Luigi Maria Burruano, presente anche lui nel film così come la moglie di Lo Cascio, la montatrice Desideria Rayner. Aida Burruano, alla sua prima esperienza in assoluto davanti alla macchina da presa, confessa di aver accettato, dopo tanti rifiuti, solo per amore del figlio e insieme al fratello Luigi Maria mette in piedi un esilarante siparietto di fronte al pubblico accorso a vedere il film, curioso thriller a sfondo ecologista ambientato a Siena e in parte a Palermo, città natale del regista e interprete. Dopo la proiezione, Lo Cascio ha scambiato qualche battuta con noi sulla sua esperienza dietro la macchina da presa.
La città ideale è un film caratterizzato da un'atmosfera strana. C'è una suspence che si crea. E' come se i mondi della commedia e del dramma si scontrassero. Come hai ottenuto questa tensione?
Luigi Lo Cascio: Non parlerei di commedia, ma di umorismo. A creare questo umorismo è l'insinuazione di un dubbio. Un personaggio che aveva solide certezze si trova d'un tratto a dover mettere in discussione tutto. E poi c'è l'esasperazione, l'estenuazione che viene fuori da una situazione che è talmente assurda, ma a cui sembra impossibile sfuggire. Devo dire che alla resa del risultato finale hanno contribuito molto il montaggio e le musiche di Andrea Rocca, che è un amico e mi ha seguito dall'inizio.
Quando si inizia un'avventura nuova è pericoloso, ma anche inevitabile, portarsi dietro dei modelli. Io mi sono ispirato a Pirandello, Kafka, Sciascia e alla tragedia greca, che poi sono le mie letture preferite.
Come pensi che proseguirà la tua carriera da regista?
Il cinema costa, non è come scrivere un romanzo e tenerlo nel cassetto, perciò prima del prossimo film ci sarà un momento di verifica e di bilancio. Ma spero di continuare.
Nel film la tua madre cinematografica è interpretata dalla tua vera madre. Ma tu hai mai pensato di affidare il ruolo di Michele a un altro attore?
In realtà all'inizio non pensavo di recitare io perché come attore sono piuttosto complicato. Avrei preferito concentrarmi solo sulla regia, ma il mio produttore Angelo Barbagallo mi ha detto che sarebbe stato bello avere un film totalmente personale. Alla fine questo, per me, è stato un vantaggio perché ho spostato il baricentro della regia sulla recitazione degli attori. Ovviamente c'è stata anche la parte legata alla preparazione delle inquadrature, ma alla fine per me è stato conveniente pensare anche ad altro.
L'ostinazione di Michele a isolarsi rispetto al resto del mondo non è un saggio sulla presunzione?
Michele crede di vivere nel giusto. E' orgoglioso di sentirsi dalla parte dei buoni, di rispettare la natura e di vivere in armonia con ciò che lo circonda. L'ecologismo, nel suo caso, è un sentirsi installato nella verità. In una situazione di questo tipo, ovviamente, c'è una componente di presunzione.
Il riferimento a Siena come città ideale non viene meno con le vicende economico-politiche di quest'ultimo periodo. Io credo che oggi a Siena ci sia un grande travaglio, ma resta comunque un modello urbanistico e naturalistico privilegiato, una città a misura d'uomo. La separazione tra contrade, paradossalmente, ha cementato un sentire comune che distingue gli abitanti della città perciò spero che Siena superi le difficoltà per tornare solida come prima.