Ci siamo lanciati con entusiasmo in questo nuovo confronto tra pellicole, per sottolineare punti di contatto e differenze, presi dal calore che ci ha lasciato nel cuore Luca, il nuovo film Pixar disponibile su Disney+, ma ci siamo scontrati presto con una difficoltà: più che tra due film, i nostri appunti evidenziavano una continuità tra due autori, tra il nostro Enrico Casarosa che ha debuttato in un lungometraggio dopo l'adorabile corto La Luna, e Hayao Miyazaki, dichiaratamente tra le sue ispirazioni. Una scelta, però, andava fatta e abbiamo identificato nella semplicità e purezza di una piccola pesciolina dai grandi occhi l'ideale punto di riferimento per portare avanti il nostro discorso, in un confronto tra Luca e Ponyo sulla scogliera, tra Pixar e Studio Ghibli, tra Enrico Casarosa e Hayao Miyazaki. Sull'onda (e perdonateci il gioco di parole marino) di una genuinità che non è mai banale, di un candore capace di raggiungere e conquistare tutti.
Occhi spalancati sul mondo
Ci sono due immagini che si propongono decise mentre ripensiamo ai due film, così parallele e simili, sospinte dalla medesima motivazione: Ponyo da una parte, Luca dall'altra, le teste di entrambi che emergono dall'acqua con gli occhi spalancati su un mondo da scoprire. C'è la stessa curiosità e spinta verso il mondo, verso una esplorazione e conoscenza che non può che essere il primo necessario passo per accettare e annullare qualsiasi diffidenza. C'è questa spinta verso l'altro, verso la conoscenza e comprensione, nell'opera di Casarosa; c'è sempre nelle opere di Miyazaki, un autore che tende a individuare del buono nei cattivi e del male nei buoni, senza distinzioni nette e con tante sfumature. È così anche in Luca, che racconta dei mostri marini rendendoli protagonisti di una grande amicizia e tratteggia un antagonista che non è altro che un bulletto di paese, di certo non il Male assoluto.
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Il calore e la natura
Se la curiosità può rappresentare un ponte verso l'altro e abbattere il muro di diffidenza, è la purezza di fondo delle storie che contribuisce ad annullare la distanza dallo spettatore, a stabilire un legame e a far nascere quel calore di cui parlavamo. La si ritrova in disegni semplici, ma ricchi di dettagli e mai essenziali, nell'attenzione per i particolari, nei colori vibranti e nel modo in cui la natura è viva e protagonista. Il mare da cui viene Luca non è dissimile da quello da cui proviene Ponyo. In entrambi c'è una vita sorprendente e accogliente. In entrambi ci sono i rifiuti dell'uomo a rappresentare un'esca per la curiosità dei protagonisti, per la loro sete di conoscenza. La differenza è nell'impronta ecologista, nella condanna presente in tutta l'opera di Miyazaki nei confronti del progresso e dei frutti della tecnologia umana.
Le radici, il contesto, il linguaggio
L'Italia da una parte, il Giappone dall'altra. Due mondi così diversi ma uniti da un aspetto: nell'accortezza e l'affetto con cui i due autori li rendono parte del racconto. Luca è incastonato nel paese d'origine di Casarosa come Portorosso sulla costa ligure in cui lo si colloca; Ponyo sulla scogliera evoca le peculiarità della cultura giapponese come è solito fare il maestro nipponico. Entrambi tengono alle proprie radici e le comunicano con calore; entrambi rendono il contesto parte integrante del racconto e non mero background senza profondità. Sia Casarosa che Miyazaki raccontano i loro paesi attraverso spaccati di autenticità ottenuti mostrando luoghi, caratteri e ogni sorta di riferimento culturale.
Ci mostrano la cultura che li ha cresciuti senza trascurarne due aspetti fondamentali: il cibo e il linguaggio. Il cibo di Miyazaki è morbido, genuino, appetitoso; quello di Casarosa non è da meno, in un tripudio di formati di pasta, gelati e convivialità tipica del nostro paese. Talmente preponderante da sfociare nel linguaggio in espressioni come "Santa Mozzarella", "Santa Ricotta" o "Santo Gorzonzola" che evocano la tipicità della sua Portorosso.
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L'essenza dell'animazione
C'è un ultimo punto che non possiamo non evidenziare, perché ci sembra essenziale in Luca quanto in Ponyo e nella produzione Ghibli: un gusto per l'animazione e il disegno intesi nel modo più semplice e prezioso. C'è il disegno a pastello nei fondali di Ponyo, la solita morbidezza del tratto e fluidità nei movimenti dei personaggi, un ragionamento sui colori che supporta lo spirito immediato e diretto della storia. Caratteristiche che si riscontrano nella CGI Pixar di Luca, che non cerca l'iperrealismo di altre produzioni in computer grafica, ma ne sfrutta possibilità e mezzi per raggiungere un risultato che abbia il gusto del disegno a mano, degli schizzi su cui lo stesso Casarosa ha costruito le sue Cronache veneziane a fumetti.
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In entrambe le opere ritroviamo l'essenza dell'animazione in quanto arte visiva, fatta di racconto per immagini che non cercano di riprodurre la realtà in quanto tale, ma fornirne una propria interpretazione brillante, creativa e capace di trasportare su schermo l'anima e la personalità dei suoi autori.