Love, intervista al regista Dag Johan Haugerud: “La mia sfida? Scrivere dialoghi profondi”

Il regista ci parla del suo film, tra i titoli di una trilogia che affronta diverse sfumature dei rapporti sentimentali e sessuali, riviste nell'ottica della contemporaneità. In sala.

Dag Johan Haugerud

C'è un indubbio interesse nei lavori di Dag Johan Haugerud, certificato dall'attenzione internazionale ricevute dai suoi film: se Sex è stato presentato alla Berlinale 2024 e Dreams ha lasciato il festival tedesco con l'Orso d'oro per approdare nelle nostre sale a marzo, Love si è fatto notare alla scorsa edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Proprio in occasione del festival italiano, abbiamo avuto modo di approfondire i temi del suo film, che insieme agli altri citati compone una trilogia, in una interessante intervista con il regista, per capire in che modo affronti le diverse sfumature dei rapporti amorosi e sessuali.

Kjrlighet Love 2024Ndrea Brin Hovig Tayo Cittadella Jacobsen
Una scena del film di Dag Johan Haugerud

Centrali in Love, il film che Wanted ha portato nelle sale ad aprile, sono Marianne e Tor, una dottoressa e un infermiere interpretati rispettivamente da Andrea Bræin Hovig e Tayo Cittadella Jacobsen, e la loro amicizia nata sul lavoro, che li porta a confidarsi le rispettive storie sentimentali e sessuali. Punto in comune tra i due il rifuggire i rapporti convenzionali, preferendo una certa libertà nelle relazioni che intraprendono, che diventano il centro delle loro confidenze tra appuntamenti al buio e notti in cerca di avventure occasionali.

Esplorare la sessualità

"Tutti hanno pensieri sulla propria sessualità" ci ha detto Dag Johan Haugerud alla domanda riguardo l'idea della trilogia di cui Love fa parte, "è un tema basilare che può essere esplorato in tanti modi differenti. "Realizzare un film mi è sembrato poco per affrontarlo. In realtà si potrebbero fare infiniti film sul tema... e in realtà la maggior parte dei film parlano di sessualità e amore. All'inizio ho provato ad affrontare l'argomento in un film da 60 o 70 minuti, perfetto per l'uscita cinematografica, ma ho fatto fatica a trovare i finanziamenti perché i consulenti del Film Institute volevano una storia più epica. Ma non volevo fare un normale film da 90 minuti e ho pensato di potermi mettere alla prova realizzando una trilogia sul tema. E ho trovato i finanziamenti per farlo."_

La potenza delle parole

In Love e nei film di Dag Johan Haugerud le parole sono importanti, i dialoghi sono centrali. "Sì, mi piace scrivere dialoghi" ci ha detto confermando le nostre sensazioni, "e penso che comunicare, parlare gli uni con gli altri, sia quel che facciamo per gran parte delle nostre vite. È in questo che risiede l'azione, ma è anche dove si possono annidare le incomprensioni e dove possono nascere conflitti. Per me il dialogo è la più interessante forma d'azione. Mi piacciono i film con tanti dialoghi, ma devono essere profondi e non è semplice scriverne con questa caratteristica. Questa è la mia sfida, quello che mi interessa maggiormente."

Kjrlighet Kyip2Hy
I due protagonisti di Love

E proprio perché il dialogo è così centrale, lo diventa di conseguenza la scelta degli interpreti, di coloro che devono dar vita alle parole, che in Love appaiono spontanei e naturali. "Li scelgo prima di iniziare a scrivere" ci ha detto il regista, "in questo modo so come parleranno, li conosco e comprendo le loro personalità, così posso scrivere i dialoghi usando parte del loro linguaggio, del loro modo di parlare. E posso provare a sfidarli proprio perché li conosco. È stimolante per me e penso che lo sia anche per loro. E per loro è più semplice perché non devono affrontare un processo di provini: scrivo una prima bozza, poi li chiamo e gli chiedo se vogliono essere nel film. Fa parte del processo di costruzione della fiducia, perché sanno che pensavo a loro sin dall'inizio. Così non sono insicuri quando iniziamo ed è per questo che sembra così naturale."

Love e il mondo di Oslo

Personaggi, dialoghi, sensazioni, ma quel che sorprende è anche la capacità di mostrarci il contesto in cui ci si muove, la Oslo che fa da sfondo al racconto che ci colpisce per come ci viene raccontata. "I loghi sono molto importante per me. Uno degli aspetti della trilogia è proprio di esplorare parti diverse della città e mostrare come è cambiata negli ultimi vent'anni. È cambiata tanto. Nel primo film siamo in zone che sono in sviluppo, vediamo la nuova Oslo. Il secondo è sul vecchio e il nuovo. Il terzo, Love, è incentrato sulla City Hall è stata lì a lungo e significa tanto per gli abitanti di Oslo. È la parte della città che mi piace di più, che mi riempie di nostalgia quando ci vado."