L'Orchestra Stonata, recensione: una bella commedia francese sull'importanza di un linguaggio comune

Quello di Emmanuel Courcol è un film che conferma la salute del cinema francofono, cerando di mischiare toni, argomenti e registri diversi. Al cinema dal 5 dicembre.

L'Orchestra Stonata, i protagonisti in scena

Per "fanfara", stando alla Treccani, si intende un "complesso di strumenti a fiato e di strumenti a percussione, che accompagna di solito sfilate, parate militari, cerimonie ufficiali", in senso figurativo invece è una "declamazione di tono solennemente squillante, iperbolicamente celebrativo". Insomma, una fanfara è un gruppo di persone che suonano facendo un gran casino, ma anche trovando dei picchi di incredibile espressività emotiva, a patto che si sia qualcuno ad accordarle. Un'immagine forte, trasportabile in qualsiasi ambito della vita, scelta da Emmanuel Courcol per il suo L'Orchestra Stonata (in originale En fanfare).

L Orchestra Stonata Protagonisti
I fratelli de L'orchestra Stonata in una scena da post sbornia.

Un maestro della nuova commedia francese (alcuni dei suoi film sono stati oggetto di remake anche da noi, tipo Un triomphe, trasformato in Grazie ragazzi di Riccardo Milani), che conferma il fetish del movimento per le pellicole sul linguaggio (pensate a La famiglia Bélier di Éric Lartigau, il cui rifacimento, CODA - I segni del cuore, vinse l'Oscar nel 2022), oltre alla sua volontà di mettersi alla prova miscelando generi e toni diversi con acume e brillantezza, senza andare mai fuori giri, ma, anzi, andando sempre a fondo sulle tematiche che affrontano.

In questo caso partendo da un dramma familiare, anche grazie alle interpretazioni magistrali dei due protagonisti, Benjamin Lavernhe e Pierre Lottin, per arrivare poi a farsi pellicola sociale e, infine, denuncia politica, riuscendo a parlare di classismo insito e degradazione sociale. Tante voci e tante ingredienti e se ci si mette la musica come elemento centrale non si fa fatica a pensare, di nuovo, alla fanfara. Fortuna che il regista sa benissimo come accordare tutto.

L'Orchestra stonata: fratelli diversi al centro del film

L Orchestra Stonata Benjamin Lavernhe
Thibaut in una scena del film

Thibaut (Lavernhe) è un direttore d'orchestra di fama internazionale, ma anche un uomo di mezza età completamente solo (tolta la madre e la sorella) e che ha sacrificato tutto per arrivare dov'è. Una solitudine che si accentua improvvisamente nel momento in cui scopre di essere affetto da leucemia e quindi di avere urgente bisogno di un donatore compatibile per un trapianto di midollo osseo.

Non c'è infatti nessuno, stando alle indagini mediche, compatibile intorno a lui. Bel modo di scoprire di essere stati adottati. Un dramma, ma non proprio del tutto, dal momento che non c'è nessuno di compatibile, ma solo intorno a lui, esiste infatti qualcuno di adatto, che però sta a qualche chilometro e qualche anno di distanza, un redivivo fratello di sangue, Jimmy (Lottin).

L Orchestra Stonata Scena
Thibaut che accorda L'Orchestra

Jimmy vive lontano dalle grandi città, in uno dei paesini della Francia settentrionale che galleggiano tra il mantenimento delle tradizioni e le influenze statunitensi. Uno di quei posti dove esistono ancora le associazioni dei minatori, ma il sindaco va in giro con il cappello da cowboy. Il nostro lavora come cuoco in una mensa, è separato e non vede mai la figlia. Un tipo burbero, completamente diverso da Thibaut, eppure l'unico compatibile e forse non solo per il midollo. Magari ad unire i due uomini c'è anche qualcos'altro, tipo la musica e un'orchestra.

Lo spirito della commedia francese

L Orchestra Sotonata Pierre Lottin
Pierre Lottin, protagonista

Il movimento audiovisivo transalpino ha pochi eguali in Europa e la commedia è solamente uno dei suoi fiori all'occhiello, ma bisogna ad ogni modo sottolineare la capacità che hanno gli autori del genere di riuscire sempre a mettersi in gioco, sperimentando, rubando e reinventando, senza perdere mai la capacità di essere diretti, veloci e immediati. In questo caso L'Orchestra Stonata affonda parte delle sue radici nel cinema britannico, specialmente quando usa toni leggeri per parlare di classismo all'interno della società e di come questo sia frutto anche della zona geografica dove si nasce.

Un esempio recente può essere Pride di Matthew Warchus, dove si utilizzava la sessualità per trovare una chiave di volta e c'era sempre in mezzo una paesino di minatori. In questo caso si punta di più sull'intimismo (maggiormente nelle corde del cinema francese dopo tutto) e si utilizza la musica come livellatore, come un mezzo per rinsaldare, riunificare e far dialogare ciò che il destino aveva deciso così arbitrariamente di allontanare. In questo caso due fratelli, che si riscopriranno uniti non solo per il legame familiare, ma anche per lo spirito. Loro due sono il fulcro di una pellicola che combatte l'elitarismo parlando di comunità e di legami umani.

L Orchestra Stonata
I fratelli protagonista in una sequenza

Per arrivare allo scopo il personaggio di Thibaut diventa un deus ex machina più della sua patologia, piombando nella vita del fratello chiedendo una parte di lui e dandogli indietro tutto se stesso, scoprendo così di essere stato, in qualche modo, sempre presente. L'Orchestra Stonata sono loro due, ma sono anche le loro rispettive realtà, metafore e archetipi di tante altre vite e situazioni quando non si riesce a trovare un linguaggio, una sintonia, uno spartito comune, qualcosa che possa mettere nella condizione di suonare insieme. Basterebbe trovare un'armonia, come quella, per esempio, de Il Boléro di Ravel.

Conclusioni

Emmanuel Courcol tira fuori dal cilindro un'altra commedia brillante, colta e profonda. Il suo L'Orchestra Stonata è in grado di parlare (o di suonare, fate voi) in modo leggero, ironico e coinvolgente, mischiandosi con altri generi e affrontando tanti argomenti differenti. Dal dramma familiare, questo soprattutto grazie ai due protagonisti, Benjamin Lavernhe e Pierre Lottin, alla pellicola di denuncia sociale per finire quella di vera e propria denuncia politica. Un altro grande film del cinema transalpino contemporaneo, a cui la maggior parte del cinema può ancora solo guardare da qualche metro di distanza.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.7/5

Perché ci piace

  • Le prove dei due protagonisti.
  • La capacità di utilizzare la commedia per affrontare argomenti e registri diversi.
  • L'utilizzo della musica, sia come componente filmico che simbolo metatesuale.

Cosa non va

  • Ci sono delle trame parallele lasciate un po' troppo sospese.
  • La scelta del finale non potrebbe piacere a tutti.