Oramai possiamo definitivamente dimenticare Romy Schneider e lasciare la trilogia anni '50 per i rewatch delle festività natalizie. Sintonizziamoci invece tutti su Netflix per i nuovi episodi de L'imperatrice la serie che prova a raccontare con maggiore veridicità storica la vita di Elisabetta d'Austria, detta Sissi. Se il ciclo inaugurale risultava particolarmente revisionista e con molte scelte visive psichedeliche, nella seconda si prova ad essere un po' più classici, e forse per questo più incisivi.
Erede al trono cercasi
Le nuove sei puntate della serie ripartono dalla seconda gravidanza di Sissi. Dopo la primogenita, femmina e quindi "inutile" ai fini della successione al Trono d'Austria, tutti gli occhi sono puntati sulla seconda gestazione della protagonista. La giovane donna però fatica a rimanere incinta e a portare a termine le nascite e per questo viene vista con ancora più sospetto dalla Corte e soprattutto dall'Arciduchessa, la madre dell'imperatore Francesco Giuseppe. Una situazione molto precaria che riflette quello che sta accadendo nell'Impero: Franz vorrebbe la pace piuttosto che la guerra, ma stanno nascendo svariate ribellioni locali, tra cui una in Italia nel lombardo-veneto. Un episodio in particolare stravolge la tranquillità a Corte e la sanità mentale di Sissi, facendole ancora una volta capire quanto vorrebbe essere protagonista attiva e non spettatrice passiva dell'Impero.
Di madre in figlia
La maternità è quindi la tematica centrale de L'imperatrice 2, che vede da un lato Elizabeth non voler perdere il contatto coi propri figli, ma allo stesso tempo voler partecipare attivamente alle decisioni importanti e non essere una mera "sfornatrice di prole". Si nota come Devrim Lingnau abbia abbracciato meglio il ruolo, complice la maturità del personaggio rispetto al ciclo inaugurale, che era tutto incentrato sull'arrivo a corte, in un mondo totalmente nuovo con regole e costumi diversi. Dall'altro lato non manca di voler mantenere la propria voce in capitolo l'Arciduchessa Madre - una perfida Melika Foroutan, quindi se vogliamo più in linea con le illustri pellicole precedenti che hanno costruito un immaginario collettivo condiviso su Sissi, Franz e Maman. Lei prova a prendere il controllo sulla primogenita della coppia, per mettere in atto ciò di cui non è stata capace l'imperatrice.
A proposito di successione al trono, fondamentale è l'evoluzione del legame tra i due fratelli. Philip Froissant è ancora una volta Francesco Giuseppe, aperto eppure legato inevitabilmente alla tradizione, dolce eppure risoluto, sensibile ma anche fermo e deciso. Johannes Nussbaum è l'Arciduca Massimiliano, mandato in esilio a Trieste dopo il suo tradimento verso l'Impero e verso il fratello. I due provano a ricucire il rapporto e Maximilian si ritrova a fare il diplomatico - proprio lui che ha sempre rappresentato l'eccesso e la ribellione - per conto dell'Austria-Ungheria nientemeno che alla Corte di Napoleone. Uno dei nuovi scenari esplorati, come quello di un'altra Principessa su cui mette gli occhi il donnaiolo. Una Corte che ha regole tutte proprie e per le quali si discute se un imperatore nasca tale (per volere di Dio) o abbia l'ardire di proclamarsi tale. Un dilemma che in qualche modo parla anche dell'oggi, tra diritto di nascita ed elezione su chi governa il popolo.
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Una regia meno autoriale
Il period drama tedesco targato Netflix trova un equilibrio maggiore rispetto alla prima stagione. Se lì si osava di più a livello di regia e montaggio, con scelte che potremmo definire psichedeliche, in questo nuovo capitolo si opta invece per qualcosa di più classico, che però dona coesione e coerenza al racconto. Un prodotto meno onirico e più coi piedi per terra, senza dimenticare le "visioni" del personaggio titolare e la sua sensibilità innata verso il popolo e verso chi le chiede disperatamente aiuto. Anche dall'oltretomba. Un elemento mistico che ben si sposa con la forte credenza religiosa dell'epoca all'interno della Corte, da cui nemmeno l'imperatrice riesce a rimanere immune.
Conclusioni
L’imperatrice 2 si dimostra una stagione maggiormente equilibrata e coerente rispetto al ciclo inaugurale per la serie Netflix. Gli interpreti prendono maggiore coscienza dei propri personaggi, vestendo meglio i loro scomodi panni, e la messa in scena sceglie uno stile più classico ma per questo anche più solido. Non mancano comunque le sequenze oniriche che coinvolgono la protagonista e il suo spirito volonteroso verso il proprio popolo, mentre sullo sfondo si annida una crisi generale. Sissi deve anche far fronte ad una gravidanza complicata e delicata per mettere un erede sul Trono d’Austria.
Perché ci piace
- Il cast maggiormente in parte.
- La perfidia di Melika Foroutan.
- Lo sfondo storico delle ribellioni nell’Impero, soprattutto in Italia.
- La maternità come fil rouge stagionale.
- Una regia più canonica…
Cosa non va
- …che potrebbe lasciare insoddisfatto chi ha preferito i voli pindarici della prima.
- Ci sarà chi ha ancora in mente Romy Schneider e non riuscirà a togliersela dalla testa.