Il pubblico di Rai 1 ha dimostrato di apprezzare il genere medical negli ultimi tempi, confermando il successo di una serie come Doc - Nelle tue mani, e non sorprende che si sia scelto di aggiungere un'altra produzione che si muove in questo ambiente, pur virata verso toni e atmosfere diverse, come vedremo nella recensione di Lea Un nuovo giorno. La serie con protagonista Anna Valle, diretta da Isabella Leoni e in onda per quattro settimane dall'8 febbraio, è infatti una storia al femminile, che affronta il tema della rinascita, dando ampio spazio alla leggerezza, ai sentimenti e le relazioni interpersonali.
Ritorno a casa
Léa Un nuovo giorno ci porta a Ferrara per farci seguire le vicende del personaggio che le dà il titolo, Lea Castelli, di ritorno in città e al lavoro come infermiera nell'ospedale Estense. Un ritorno dopo un periodo di aspettativa dovuto a diversi problemi personali, a un bambino perso all'ottavo mese di gravidanza e il conseguente divorzio dal marito. Un ritorno che ha il sapore di una rinascita, di una voglia di ricominciare e dedicarsi ai piccoli pazienti del reparto per sopperire a quel desiderio di maternità rimasto incompiuto. Al lavoro viene accolta con affetto dalle infermiere e gli altri che già la conoscevano, ma anche con un pizzico di diffidenza dai nuovi arrivati che non aveva avuto ancora modo di incontrare. Non mancano le sorprese per Lea, alcune piacevoli come il casuale incontro con un affascinante musicista, altre meno: al suo arrivo scopre che il suo ex marito è diventato il nuovo primario dell'ospedale.
Le 35 serie tv più attese del 2022
La protezione nell'amicizia
Con i suoi traumi e dolori subiti, la Lea di Anna Valle è insieme forte e sensibile, spinta dalla voglia di sopravvivere al dolore, ma pronta a lasciarsi aiutare a farlo. In questo è importante il suo rapporto d'amicizia con un'altra delle infermiere dell'ospedale, la caposala Rosa interpretata da Daniela Morozzi, che la accoglie nel suo casale e nella sua famiglia in attesa di vederla ricostruire la sua vita. Sul fronte opposto c'è Giorgio Pasotti col suo Marco Colomba, l'ex di Lea che inizia il suo lavoro da primario proprio al suo rientro, che sembra non averla dimenticata e vorrebbe essere perdonato per gli errori commessi e ricostruire un rapporto di amicizia e serena convivenza.
Sono solo due dei personaggi che animano il reparto di pediatria e il mondo di Lea che ha una forte impronta femminile, tra note positive come l'Arturo di Mehmet Günsür e altre negative come la nuova compagna di Marco, la Anna di Eleonora Giovanardi: uno degli aspetti da medical che la serie mantiene è infatti la capacità di tratteggiare la vita del reparto in cui le storie si muovono, tra medici, infermieri e altro personale dell'ospedale, con le conseguenti relazioni interpersonali che intrattengono. Comprese quelle sentimentali.
Più Grey's Anatomy che Dr House
Da questo punto di vista possiamo avvicinare Lea un nuovo giorno a Grey's Anatomy piuttosto che Dr House: i casi affrontati in ogni episodio sono infatti un contorno a quello che è il cuore del racconto, che è più intimo e personale delle figure coinvolte piuttosto che rivolto al gusto dell'analisi medica delle patologie trattate. Nella nuova serie Rai si parla quindi di amicizia e passione, di dolori e speranze, di amori finiti e altri che cercano di nascere, di quella che è la vita dei suoi personaggi. Forse ci si lascia andare un po' troppo sul piano della leggerezza, si cercano scorciatoie e si sfocia in alcune banalità, ma con l'intento di intrattenere ed emozionare con semplicità e con quei toni che il pubblico delle fiction della rete ammiraglia Rai ha dimostrato di apprezzare.
Conclusioni
Arriviamo alla fine della recensione di Lea un nuovo giorno e sottolineiamo come la nuova fiction Rai sia un medical con un'attenzione ai personaggi e alle loro storie piuttosto che alle patologie e la loro cura. Il reparto di pediatria offre spunti diversi da altre serie del filone ospedaliero, ma è principalmente un contesto in cui innestare quella voglia di intrattenere ed emozionare con leggerezza che il pubblico Rai ha già dimostrato di apprezzare.
Perché ci piace
- La Lea di Anna Valle è un personaggio su cui si possono costruire storie interessanti, con i suoi traumi e la voglia di ripartire.
- Un cast di interpreti, e relativi personaggi, eterogeneo e capace di offrire spunti di riflessione.
- Il reparto di pediatria è un contesto originale rispetto ad altre serie ospedaliere.
Cosa non va
- La maggior attenzione alle storie dei personaggi, piuttosto che alla componente medica, può deludere chi preferisce le serie alla Dr House, in cui l'indagine delle patologia ha più spazio.
- Alcune scorciatoie e qualche banalità di troppo nello sviluppo degli intrecci.