Ha fatto la comparsa nella prima serata di Rai 1 Lea un nuovo giorno, la nuova fiction che, sull'onda del successo di Doc - Nelle tue mani, ripropone agli spettatori un medical che si pone l'ambizioso obiettivo di arrivare al cuore degli spettatori. Coprodotta da Rai Fiction e Banijay Studios Italy, questa serie accompagnerà il pubblico per quattro prime serate dall'8 febbraio 2022, trasportandolo in una storia personale, spesso intima, di una donna alle prese con l'immenso dolore di aver perso suo figlio ancora in grembo. Seguiamo infatti le vicende di Lea Castelli, un'infermiera dell'Ospedale Estense che dopo un periodo di aspettativa causa problemi personali, torna a lavoro nel reparto pediatrico della struttura. Ad attenderla nuovi e vecchi colleghi, ma sopratutto, con sua sorpresa, Marco, il suo ex marito che ora è diventato primario del reparto dove lei lavora. Inutile dire che la convivenza sul posto di lavoro non si rivelerà facile, e diverse situazioni delicate metteranno alla prova la protagonista sia dal punto di vista emotivo che da quello personale. Abbiamo potuto prendere parte alla conferenza di presentazione di questa serie, in cui la regista Isabella Leoni e gli attori Anna Valle, Giorgio Pasotti e Mehmet Günsür hanno parlato dei loro personaggi e della preparazione che hanno affrontato per portare alla luce questo nuovo medical della rete ammiraglia.
La centralità del personaggio di Lea
Come di consueto a fare gli onori di casa è stato il vicedirettore di Rai Fiction Ivan Carlei che ha parlato di alcuni elementi salienti di questa produzione: "Questa è una storia molto al femminile. Il personaggio di Anna è centrale, è la storia della sua rinascita e di come, a volte, la dedizione al lavoro aiuti a sopportare i dolori personali. Per la prima volta affrontiamo un medical dal punto di vista delle infermiere, figure che stanno molto più a contatto con i pazienti." Anche Massimo del Frate di Banijay Studios Italy ha parlato di alcune caratteristiche di Lea un nuovo giorno: "Nel panorama dei medical drama il nostro si può distinguere per un lavoro molto sofisticato fatto con gli autori della serie per affrontare in maniera sempre realistica temi molto profondi e delicati, sempre con un tono di leggerezza, senza mai cadere nel patetico e nella tv del dolore. Penso siano questi i tratti distintivi di questo prodotto."
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L'ispirazione per la serie
Isabella Leoni, ha raccontato non solo la sintonia e la stima che si è instaurata con il cast, ma anche della pellicola che ha ispirato questo progetto, un film di Kornél Mundruczó che ha conquistato critica e pubblico fin dalla sua presentazione in concorso alla 77esima Mostra del cinema di Venezia: "Devo dire grazie a questa serie perché mi ha fatto conoscere un gruppo di attori meravigliosi che mi ha regalato momenti unici. Ognuno di loro in modo diverso ha nella vita una compassione verso l'altro e l'ha messa nel lavoro. Noi siamo partiti da un film Pieces of a Woman. Almeno per la parte iniziale del racconto, Lea e Marco hanno fatto un percorso simile ai protagonisti del film." La regista ha poi posto l'attenzione sulla nascita di questa fiction, sul suo coinvolgimento iniziale e sugli obiettivi che la produzione si era posta: "Io sono entrata in questa storia quando già era stata concepita, quando avevano lavorato alla storia sia Massimo del Frate che Ivan Carlei che Francesca Tura e quindi quando sono entrata la serie era già stata improntata. Ovviamente abbiamo poi fatto degli aggiustamenti in corsa. Ma quello che mi piaceva tantissimo raccontare era la parte umana della malattia, noi non abbiamo fatto un medical che sviscera i casi come Dr House e The Good Doctor, assolutamente no. Noi partiamo dalla malattia per raccontare la ferita profonda che c'è dietro, tutto quello che rende una persona fragile agli occhi del medico, dell'infermiere e delle persone che guardano la serie. Tutti noi vogliamo dedicare questa serie alle infermiere e a tutti coloro che in questo periodo ci hanno aiutato a superare questo momento tragico."
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Raccontare il dolore
Anna Valle interpreta Lea Castelli, una donna reduce da un grande dolore, ma mossa da un grande amore per gli altri e per il suo lavoro: "Emotivamente è stato pesante, perché questo tipo di dolore è una cosa che nella vita allontani. Isabella ci teneva che vedessi Pieces of a Woman che è stato il punto di partenza per raccontare la perdita di Marco e di Lea, ma mi piaceva come Lea raccontasse il suo lavoro. Tutti i personaggi sono alla ricerca della loro felicità, ma nel cercare questa felicità riescono a fare una cosa grandiosa: fanno del bene e lo fanno con passione facendo in modo che non sia solo un lavoro." Per recitare il ruolo dell'infermiera l'attrice ha dovuto preparasi insieme al personale sanitario: "Ho avuto una mano, due infermiere di Bassano che mi hanno dato una mano su come si utilizzavano determinati strumenti. Loro mi hanno aiutato, mi hanno portato a casa alcuni strumenti che si usano sui bambini più piccoli, volevo acquisire un po' di familiarità in modo da prendere dimestichezza con qualcosa che avrei dovuto maneggiare come se le usassi quotidianamente."
Anche Giorgio Pasotti ha raccontato qualcosa di sé e del suo personaggio: "Quando mi sono trovato a vestire i panni del medico ho pensato che quella poteva essere la mia vita, perché ho fatto cinque anni di medicina. Ma non sarei stato un grande medico, non riesco ad empatizzare più di tanto con il dolore, vedere dei bambini malati è una cosa troppo forte, sarà perché sono padre. La perdita di un figlio si riflette non solo sulla madre e fa si che il dolore si rifletta anche sulle scelte sbagliate di quest'uomo, nonostante lui sia bravissimo nel suo mestiere, rimane un essere umano e come tale ha tratti positivi e negativi. Penso questo sia il modo giusto di raccontare una professione." Mehmet Günsür ha, invece, fatto un paragone con il suo personaggio ne La compagnia del cigno: "Dopo La compagnia del cigno, dove avevo un personaggio che era l'opposto di Arturo, ora trovarmi in questa famiglia meravigliosa con i miei colleghi è stata un'esperienza indimenticabile. Sono un ex musicista e quindi con tutte le musiche che ho cantato e suonato mi sono divertito tantissimo."