Meno lavoro d'archivio, ma più racconto popolare. Il ritorno di Pietro Marcello dopo Martin Eden passa da qui, precisamente da una novella dello scrittore russo Aleksandr Grin, Le vele scarlatte appunto, di cui il film è un adattamento. Ma se in Martin Eden il protagonista andava incontro a un percorso di emancipazione dal nucleo familiare, ne Le vele scarlatte, in sala dal 12 gennaio, il viaggio è tutto all'interno di una famiglia composta da Juliette, giovane orfana di madre, il padre, Raphaël, reduce dalla prima guerra mondiale e madame Adeline, la donna che si è occupata della ragazza sin dalla morte della madre.
Appassionata di musica e di canto, Juliette ha uno spirito solitario fino a quando un giorno, lungo la riva di un fiume, incontra una maga che le predice che delle vele scarlatte arriveranno per portarla via dal suo villaggio. Juliette non smetterà mai di credere nella profezia. Il primo film francese di Marcello è una creatura ibrida, che se da un lato non smette di guardare al materiale di archivio e al reale, dall'altro cede al racconto fiabesco al confine con il realismo magico. Ecco cosa ci hanno raccontato il regista e la coppia di attori Juliette Jouan e Raphaël Thierry, definito da Marcello come il suo Geppetto.
Le vele scarlatte: intervista a Pietro Marcello
Le Vele Scarlatte (L'Envol), la recensione: il realismo magico di Pietro Marcello è grande cinema