Dopo un'ottima annata 2015, anche il 2016 si annuncia propizio per quel sottogenere della commedia che si diverte a mettere alla berlina le convenzioni della spy story.
È imminente Grimsby - Attenti a quell'altro, pellicola inglese contenente l'ennesima performance provocatoria e sopra le righe di Sacha Baron Cohen, enfant terrible della commedia britannica, questa volta accompagnato da Mark Strong, Rebel Wilson, Penelope Cruz e la moglie Isla Fisher.
In estate invece arriverà Una spia e mezzo, altra parodia del genere spionistico con protagonisti Dwayne Johnson e Kevin Hart, che vede protagonisti due ex compagni del liceo coinvolti in un intrigo internazionale. Nel cast anche Aaron Paul e Amy Ryan.
Mentre aspettiamo di scoprire queste due nuove incursioni nella spy comedy, abbiamo pensato di rivisitare alcuni esempi emblematici, principalmente anglo-americani, di questo filone.
La classifica che segue è in rigoroso ordine cronologico.
1. James Bond 007 - Casino Royale (1967)
Da non confondere con il Casino Royale di Martin Campbell, uscito nel 2006, questo film "fuori serie" della saga di 007 (nel senso che non è stato realizzato dalla EON, e quindi non fa parte della serie ufficiale) reinterpreta in chiave comica il primo romanzo di Ian Fleming dedicato alle avventure di James Bond. La celebre spia con la licenza di uccidere ha qui numerosi volti, ma soprattutto quello di David Niven, già considerato alcuni anni addietro per la saga vera e propria, mentre il temibile Le Chiffre ha le fattezze di Orson Welles. Il risultato non è sempre all'altezza delle aspettative, rendendo questo Casino Royale un prodotto più curioso che riuscito, ma vale la pena (ri)vederlo per farsi un'idea più completa dell'evoluzione di Bond al cinema, nonché per la gioia di avere, nello stesso film, tre mostri sacri del calibro di Woody Allen, Peter Sellers e il già menzionato Welles.
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2. Top Secret! (1984)
Meno conosciuto (e meno amato) de L'aereo più pazzo del mondo, questa seconda incursione nella parodia da parte di David Zucker, aiutato ancora una volta da Jerry Zucker e Jim Abrahams, contiene comunque una lunga sequela di gag simpaticissime (il cameo di Peter Cushing in primis), per non parlare di una delle interpretazioni più riuscite di Val Kilmer, che esordì al cinema proprio nei panni di un improbabile agente secreto la cui capacità maggiore è imitare alla perfezione Elvis Presley (cosa che l'attore si è ritrovato a fare più di una volta, in particolare in Una vita al massimo). Manca all'appello solo Leslie Nielsen, ma la sua presenza non è necessaria per rendere godibile questo film volutamente, gloriosamente strambo.
3. Spie come noi (1985)
Non sarà il miglior film di John Landis, ma le risate sono assicurate grazie a Dan Aykroyd, allora reduce dal triplo successo di The Blues Brothers, Una poltrona per due e Ghostbusters - Acchiappafantasmi, e Chevy Chase, ancora nella fase "promettente" della sua carriera cinematografica. I due attori, amici dai tempi di Saturday Night Live, sono uniti da una grande intesa personale e comica che compensa le occasionali cadute di ritmo o scrittura, aiutati anche dal contributo canoro di Paul McCartney e da una serie di camei eccellenti (Sam Raimi, Terry Gilliam, Joel Coen e altri). Rimasto un oggetto di culto negli USA, il film è anche stato parodiato in un episodio de I Griffin, con la partecipazione di Aykroyd e Chase (resi vere spie da Ronald Reagan dopo che questi vide Spie come noi).
4. La trilogia di Austin Powers (1997-2002)
Tre film assolutamente irresistibili (anche se il terzo mostra segni di stanchezza creativa), nati dalla fantasia del comico canadese Mike Myers. La saga nasce come parodia di James Bond, cosa evidente soprattutto nei titoli dei due seguiti, Austin Powers la spia che ci provava (traduzione molto libera dell'originale The Spy Who Shagged Me, letteralmente "La spia che mi trombava") e Austin Powers in Goldmember, ma vi sono anche elementi di quella comicità inglese più surreale tanto cara a Myers, che rende omaggio agli idoli Peter Sellers e Monty Python interpretando sempre almeno due personaggi in ciascun film. Viene messo alla berlina soprattutto lo stile di vita molto libertino associato alle spie inglesi, con svariate gag sulla vita sessuale di Austin e nomi di personaggi femminili che farebbero arrossire Roger Moore. Per non parlare del colpo di genio di far interpretare il padre del personaggio a Michael Caine, alias Harry Palmer, l'altra grande spia cinematografica di stampo inglese, già fonte d'ispirazione per gli occhiali di Powers.
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5. Johnny English (2003)
Nato come personaggio in una serie di spot pubblicitari per la televisione britannica, Johnny English è l'ennesimo parto creativo di Rowan Atkinson, artefice e protagonista di Blackadder e Mr. Bean. Nonostante la frase di lancio ("Non sa cos'è la paura. Non sa cos'è il pericolo. Non sa proprio nulla."), English è alquanto intelligente, ma anche impulsivo e distratto. A detta dello stesso Atkinson, l'intenzione non era tanto di parodiare 007 come aveva già fatto la trilogia di Austin Powers, quanto piuttosto rendere omaggio agli elementi più leggeri della saga di Bond, in particolare nei primissimi film dove la superspia, allora interpretata da Sean Connery, non era sempre immune agli strafalcioni. Difatti la trama è piuttosto credibile, e il merito è anche della scrittura a quattro mani di Neal Purvis e Robert Wade, veterani di Bond. Il seguito, Johnny English - La rinascita, è un po' meno brillante, ma contiene la battuta più divertente del dittico: "Signore, ti prego, non lasciarmi morire per mano degli svizzeri."
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6. OSS 117: Le Caire nid d'espions (2006)
Il pubblico internazionale li conosce soprattutto grazie a The Artist, ma in patria l'attore Jean Dujardin e il regista Michel Hazanavicius erano già delle star grazie alle gesta dell'agente segreto Hubert Bonisseur de la Bath, alias OSS 117. Il personaggio è protagonista di diversi romanzi pubblicati dagli anni Quaranta in poi, che possono risultare involontariamente ridicoli oggi per via dei contenuti datati. Da qui la decisione di portare la spia francese al cinema in chiave volutamente esagerata, creando una risposta parossistica al Bond di Connery (con il quale Dujardin vanta una certa somiglianza fisica). Dall'Egitto al Brasile (nel sequel OSS 117: Rio ne répond plus), Bonisseur de la Bath viaggia costantemente, ma senza imparare molto dalle culture che lo circondano. Imprescindibile, da quel punto di vista, la sua reazione allo slogan "Fate l'amore, non la guerra": "Perché l'una o l'altra? Io ho sempre fatto entrambe le cose, e finora nessuno si è lamentato."
7. Agente Smart - Casino Totale (2008)
Nato dalla fertile fantasia di Mel Brooks, l'agente Maxwell Smart ha segnato un'intera generazione di telespettatori, contribuendo anche alla nascita di un personaggio come l'Ispettore Gadget (che in inglese aveva la voce di Don Adams, l'interprete di Smart sul piccolo schermo). Il tentativo di rilanciare il franchise al cinema non ha avuto gli effetti desiderati, ma il film rimane un omaggio abbastanza simpatico ad un programma di culto, e le risate sono assicurate grazie al trio centrale composto da Steve Carell, Anne Hathaway e Dwayne Johnson. In particolare, è molto efficace e spassoso il rimando ai titoli di testa originali, accentuato dalla vis comica di Carell.
8. Kingsman: Secret Service (2015)
Qui non siamo propriamente dalle parti della commedia, ma la componente satirica è comunque forte e debordante nella seconda collaborazione fra il fumettista Mark Millar e il regista Matthew Vaughn, già artefici di Kick-Ass. Anche qui è simbolica la presenza di Michael Caine, leader di un'organizzazione segreta il cui agente di punta ha il volto di Colin Firth, il quale in altri tempi sarebbe stato un candidato ideale per interpretare Bond. Pieno zeppo di violenza e risate, il film è soprattutto una lettera d'amore al periodo più eccessivo ed ironico della saga di 007, quando la spia aveva il volto di Roger Moore, con l'aggiunta del senso dell'umorismo molto politicamente scorretto di Vaughn (vedi il doppio senso finale tra il protagonista Eggsy e la principessa svedese). Carino anche l'omaggio al genere spionistico in generale attraverso il cane di Eggsy, chiamato JB. "Come James Bond?" "No." "Jason Bourne?" "No. Jack Bauer."
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9. Spy (2015)
Dopo aver esplorato in chiave comica, e al femminile, gli stilemi del poliziesco in Corpi da reato, Paul Feig ha ritrovato Melissa McCarthy per un film che, come Johnny English e Kingsman, non si propone come una parodia, bensì una pellicola di genere di tutto rispetto dove l'atmosfera più leggera si combina in maniera efficace con la componente più action, con l'aggiunta di una riflessione, divertente ma non banale, sul ruolo delle donne in ambito professionale. Ma la vera carta vincente è Jason Statham, che sembra uscito dal set di uno dei suoi tanti film fracassoni ed entra senza problemi nel mondo meno folle creato da Feig, vantandosi delle sue varie imprese al limite dell'impossibile, come questa: "Ho ingoiato ed espulso talmente tanti microchip che ci potrei costruire un computer."
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10. Operazione U.N.C.L.E. (2015)
Un altro adattamento televisivo, che evoca le atmosfere della Guerra Fredda con un tono allegramente scanzonato, non tanto dissimile da quello adoperato dal regista Guy Ritchie per il suo Sherlock Holmes. E come nella sua trasposizione degli scritti di Arthur Conan Doyle, Ritchie ottiene il massimo risultato dal suo carismatico duo di protagonisti, Henry Cavill e Armie Hammer.
E tra i due litiganti, Alicia Vikander gode, mentre Hugh Grant, che vent'anni prima era stato considerato per la parte di Bond, entra finalmente a far parte di una saga spionistica con un certo fascino vintage e l'aria giustamente divertita dalle varie gaffe dei due "eroi".
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