Languidi sbadigli
Un lento risveglio al primo giorno del festival veneziano. La 64° Mostra internazionale dell'arte cinematografica sbadiglia grazie ad un soporifero film d'apertura: Espiazione di Joe Wright.
Il primo lungometraggio in concorso, attesissimo adattamento del best seller di Ian McEwan Atonement, affascina in un primo momento per poi perdersi nella seconda parte in una esasperata lentezza e esilità di trama.
La storia inizia sul ritmo incalzante di una macchina da scrivere che, quasi parte integrante della musica, si alterna ai tasti di un pianoforte. I suoni sembrano rincorrere i movimenti di una bambina, Briony Tallis (Saoirse Ronan a 13 anni e Romola Garai a 18), se non la protagonista del film, certamente il personaggio centrale della vicenda. Sarà la fantasia diabolica dell'adolescente, scrittrice alla disperata ricerca di attenzioni, a complicare la tranquillità di una ricca famiglia inglese, soprattutto di sua sorella Cecilia (Keira Knightley) e del suo amato Robbie (James McAvoy). Un'immagine spiata dalla finestra si trasforma in una grave accusa, del tutto infondata, che incrimina l'innocente ragazzo e segna per sempre la vita dei due giovani innamorati.
Il mistero che intesse il principio della storia e le erronee interpretazioni dei fatti dell'ingenua Briony sono resi con astuzia registica dalle immagini in flashforward, anticipazioni corrispondenti alle affrettate considerazioni della piccola. Un avanti e indietro nell'intreccio che riesce a rendere movimentato e interessante la prima parte del racconto.
Grandi attori a sostenere i più giovani interpreti, un finale nelle mani di una sempre ammirevole Vanessa Redgrave e una piccola parte per Brenda Blethyn (già presente in Orgoglio e Pregiudizio, blasonato esordio di Wright, insieme alla Knightley), ma nessuna speranza per la sopravvivenza del film nel suo secondo tempo. La guerra incombe con una lentezza inimmaginabile tra le allucinazioni dei soldati al fronte ed il drastico cambiamento di vita delle sorelle Tallis. La storia non procede mentre è invece a stato avanzato la sonnolenza dello spettatore.
È davvero un peccato, perché Wright aveva coinvolto con una regia stretta sulla raccolta di piccoli particolari: una sigaretta accesa, un disco graffiato, i bottoni della giacca, il ticchettio di un accendino che scatta ed il palmo di una mano che si appoggia a fior d'acqua, immagine semi erotica del desiderio del tatto.