Lo schermo nero e il rumore di chiavi in sottofondo. Il settimo episodio della quarta stagione de L'amica geniale si apre con il rientro a casa di Lenù dopo la scoperta del tradimento di Nino. Il pantalone ancora bagnato della pipì della piccola Immacolata portata via in fretta e furia dall'abitazione di via Petrarca, uno straccio lasciato sul pavimento del bagno, quattro spazzolini in un bicchiere, simbolo di una famiglia che non c'è più e che, forse, non c'è mai stata. "La vita in quell'appartamento era finita. Si erano esaurite le ragioni della mia stessa presenza a Napoli", commenta la scrittrice. Ma i due episodi che anticipano il finale di stagione ci mostrano che la città, e sopratutto il rione, hanno ancora un ruolo determinante nella sua vita.
L'amica geniale, verso il finale: sbattere le porte
Il Capitolo 31, Il ritorno, è quello del risveglio per Lenù. Dopo anni passati dietro un uomo che l'ha riempita di bugie - e "una cofana di corna" come le racconta Antonio con il quale trascorrerà una notte di passione -, la donna si riappropria della sua voce. Quando il suo editore, al quale aveva promesso un libro per l'autunno, la chiama chiedendo che fine avesse fatto quella promessa, Lenù risponde che ha il giorno seguente le invierà il frutto del suo lavoro. Ma la scrittrice non ha buttato giù nemmeno una parola. Quello che arriverà sulla scrivania della casa editrice è Sbattere porte, il manoscritto al quale aveva lavorato anni prima a Firenze che parlava del rione, di lei e Lila, di Don Achille e Manuela Solara. Ma senza fare nomi.
Un successo non immediato, ma destinato a riportarla al centro del dibattito culturale quando un politico italiano cita il "romanzo non riuscito" in tv. Quel manoscritto era "un nuovo modo per raccontare e denunciare il malaffare che soffoca Napoli". Lo aveva scritto semplicemente ascoltando e osservando, affacciandosi alla finestra che dava sullo stradone del rione. Lo stesso luogo in cui torna a vivere, esattamente sotto l'appartamento dell'amica Lila. Un luogo che da piccola aveva subito e che ora provava a governare.
Il settimo episodio mostra anche il rapporto speculare tra Lila e Lenù e le loro due figlie Tina e Imma. Cresciute insieme come le loro madri, le due bambine sembrano ripercorrere gli stessi passi e stati emotivi che anni prima avevano attraversato le due donne. Tina è una fotocopia della madre, intelligente e sveglia e dall'apprendimento velocissimo. Imma, invece, è chiusa nei suoi silenzi, gelosa delle attenzioni riservate all'amichetta - che finirà anche sul giornale insieme a Lulù scambiata per sua figlia - e "orfana di padre" che vede quasi esclusivamente attraverso lo schermo del televisore dove Nino, ospite in programmi di approfondimento politico, parla di argomenti di interesse pubblico con il quale sottolineare il contesto storico in cui si muove il racconto.
Se Il ritorno segna il risveglio di Lenù non più vittima dell'uomo che per anni l'ha tenuta in un limbo, l'episodio ne segna un altro dai risvolti tragici. Il matrimonio di Marcello Solara con Elisa Greco segna l'inizio di un'inversione di atteggiamento dell'uomo e suo fratello Michele nei confronti di Lila. Se fino a quel momento la donna li teneva in pugno, ecco che la cacciata di Alfonso dal ricevimento e le successive botte in strada prese dall'amante Michele simboleggiano la fine di un equilibrio a favore della donna.
L'egemonia criminale dei Solara
Il successo di Sbattere porte riporta Lenù in giro per l'Italia tra presentazioni e incontri dove presenta il romanzo come "una sintesi evidente di Napoli e del nostro Paese, della sua miseria e della falsa legalità in cui tutti noi viviamo e accettiamo di vivere". E proprio come quando girava il mondo al fianco di Nino, anche nel Capitolo 32, L'indagine, i suoi vincoli di madre si indeboliscono lasciandoli alle cure di Lila nell'eccitazione che Greco, "il nome di nessuno, era diventato il nome di qualcuno". Ma la polmonite della piccola Imma la riporta alla realtà. Rientrando a Napoli, la donna scopre anche che Carmen l'ha denunciata per aver infangato la memoria di sua madre Giuseppina nel suo romanzo. Una pressione fatta dai fratelli Solara, infuriati per come quale pagine li descrivono tra le righe.
Lila consiglia all'amica di denunciare tutto attraverso la stampa mentre Lulù si domanda se il suo ritorno al rione non fosse solo un piano dell'amica per dare fastidio ai Solara. Ma quando Alfonso viene trovato morto su una spiaggia, le due donne affrontano i fratelli che le schiaffeggiano lasciandole attonite in strada. In quel momento cresce anche in Lenù il desiderio di porre fine alla loro egemonia criminale. Lila le affida le prove della loro corruzione per scrivere insieme un articolo da pubblicare su L'Espresso. Un'inchiesta che non porterà però agli esiti sperati e che farà inasprire ancor di più i rapporti con i Solara.
Due episodi meno controllati
Mentre la storia del nostro Paese, tra politica, società e costume, fa da sfondo al racconto grazie alla televisione e i giornali, gli episodi 7 e 8, Il ritorno e L'indagine, sono densi di avvenimenti ma meno controllati da un punto di vista narrativo. Come se assistessimo a un riassunto condensato degli eventi del romanzo ora che il finale di stagione è alle porte. Sempre molto interessante come i mutamenti del rione raccontino quelli dell'Italia e come quel luogo continui ad avere un ruolo centrale nell'evoluzione dei personaggi. Un microcosmo che si fa mondo per Lila e Lenù e le loro famiglie.
Due episodi che parlano di identità ritrovata anche grazie al lavoro. Il nuovo successo editoriale di Elena le permette di far diventare importante il suo nome. Un passaggio significativo per una stagione che in più punti ha parlato di un femminile ancorato solo alla maternità da scardinare, cognomi ereditati per via paterna e necessità di rivendicare la propria voce.
Conclusioni
Mentre ci avviciniamo verso il finale di stagione, gli episodi 7 e 8 segnano un cambio di passo importante per Lenù. Se la stagione si è aperta con la sua fuga e successiva convivenza con Nino Sarratore che l’ha allontanata dalla scrittura, ecco che Lenù torna a sé. Il tradimento del compagno l’ha risvegliata e il ritorno al rione le serve per ricostruire la sua identità. La maternità sua e di Lila e la crescita congiunta di Tina e Emma rendono ancora più profondo il loro legame che non è mai esente da tensioni. Il rapporto delle bambine sembra ricalcare lo stesso che avevano loro molti anni prima, tra complicità e invidie. Intanto, dopo anni di controllo, Lila non riesce più a tenere sotto scatto i fratelli Solara. Due episodi ricci di avvenimenti da troppo condensati narrativamente.
Perché ci piace
- La regia di Laura Bispuri capace di parlare grazie ai dettagli
- Il parallelo tra Lila e Lenù e Tina e Imma
- Il risveglio di Lenù
Cosa non va
- In certi passaggi sembra di assistere ad un riassunto degli avvenimenti del romanzo
- Il Michele Solara di Edoardo Pesce non convince del tutto per un’inflessione napoletana poco spontanea