La regola d'oro, la recensione: sbatti il dolore sul piccolo schermo per i tuoi 15 minuti di celebrità

La recensione de La regola d'oro, opera seconda di Alessandro Lunardelli con Edoardo Pesce e Simone Liberati, disponibile dal 26 febbraio on demand su iTunes, Google, Chili Tv, Rakuten e Amazon Direct.

Regola Doro Edoardo Pesce
La regola d'oro: Edoardo Pesce in una scena corale

Un tema tutt'altro che banale, un regista da tenere d'occhio, un racconto che si sforza di offrire uno sguardo diverso sulla realtà, come sottolinea la nostra recensione de La regola d'oro. Alla seconda regia dopo Il mondo fino in fondo, Alessandro Lunardelli si misura con un'opera sfaccettata in cui si intersecano due mondi diversissimi tra loro. Una storia che esula dai temi che vanno per la maggiore nel panorama cinematografico italiano per raccontare una storia di vinti che non hanno intenzione di arrendersi. A dare il là alla trama è il ritorno in patria di un militare italiano rapito dopo aver oltrepassato illegalmente il confine siriano in cerca della fidanzata Jamila, volontaria libanese (quanti film americani affrontano il tema - da noi ignorato della Sindrome da Stress Post-Traumatico?). Ma La regola d'oro offre anche uno sguardo disincantato sul dietro le quinte del mondo della televisione e sugli spietati meccanismi che lo regolano. Non per nulla, oltre ad Alessandro Lunardelli e Davide Lantieri, la sceneggiatura porta la firma del co-creatore di Boris Giacomo Ciarrapico.

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La regola d'oro: un'immagine

Edoardo Pesce e Simone Liberati vengono chiamati a due prove d'attore tutt'altro che semplici. Liberati interpreta Ettore Seppis, Caporale dell'Esercito che fa ritorno in Italia dopo una lunga prigionia in Siria per essere preso in consegna da un accondiscendente autore televisivo (Pesce). Il compito dell'uomo, un letterato di mezza età autore di un programma d'approfondimento, è accompagnare Simone in Sicilia per fargli ritirare un premio nel corso di un galà della lirica a Taormina condotto dalla moglie (Barbora Bobulova), convinta che la sua presenza garantirà un'impennata dell'audience. Ma l'impresa non sarà così semplice.

La voglia di raccontare storie fuori dai canoni

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La regola d'oro: una scena

Alessandro Lunardelli evita la via più facile optando per una temporalità non lineare. L'intento del regista è quello di dare una base che motivi i comportamenti dei due protagonisti attraverso la creazione di un complicato background. La struttura del film è così scandita da tre blocchi: il primo è dedicato a Ettore, il secondo a Massimo e nella parte finale le due storie si intrecciano. Si va così a creare una fitta rete di flashback essenziali per comprendere motivazioni e comportamenti dei personaggi. Alla luce del racconto fatto da Ettore a Massimo, che ha il compito di scrivere il suo discorso di ringraziamento, trovano giustificazione le reazioni rabbiose del militare, provato nel corpo e nello spirito dall'esperienza in Siria. Man mano che il film avanza i tasselli vanno ognuno al loro posto, ma il regista sceglie di mantenere un certo grado d'ambiguità su alcuni punti. Allo stesso modo l'ambiguità contraddistingue il personaggio di Massimo, il suo rapporto conflittuale con la moglie e le sue ambizioni frustrate.

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La regola d'oro: una scena del film

Ne La regola d'oro non ci sono né buoni né cattivi, il film opera nel regno dei chiaroscuri. I personaggi soffrono, sbagliano, omettono. Il regista punta a costruire figure in carne ed ossa, e non figurine, con la complicità degli interpreti, in primis dei due protagonisti. Edoardo Pesce, fa valere la sua esperienza dando vita a un personaggio sfaccettato, empatico, umano. La performance di Simone Liberati è volonterosa, ma a tratti sopra le righe per via di una sceneggiatura che eccede nel calcare la mano sulle sue reazioni violente e impulsive.

Una storia senza vincitori né vinti

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La regola d'oro: una sequenza

Al netto di qualche sbavatura, La regola d'oro è una delle pellicole italiane più interessanti viste di recente. Salta agli occhi il tema "facile" dell'esibizione mediatica del dolore incarnata dal personaggio della mamma di Attore (Francesca Antonelli) che ha trascorso la prigionia del figlio nei salotti tv trasformandolo in una sorta di star a sua insaputa. Ma il discorso sul mondo della televisione è ben più complesso e va a intrecciarsi con la riflessione sugli obiettivi professionali che nella vita uno si pone e nei compromessi che si è pronti ad accettare per emergere. In tutto questo, il povero Ettore fa da "capro espiatorio" in un finale in cui non ci sono vincitori. Così è la vita, e Alessandro Lunardelli ce ne ha fornito uno spaccato dandoci materiale su cui riflettere. Non è forse questo che dovrebbe fare il cinema?

Conclusioni

Una storia originale che tocca temi poco frequentati nel panorama italiano come indica la nostra recensione di La regola d'oro, seconda regia di Alessandro Lunardelli che vede lo zampino dell'autore di Boris Giacomo Ciarrapico. E infatti, oltre a una cruda riflessione sul circo mediatico del dolore che oggi è una delle industrie più lucrose per il piccolo schermo, il film analizza i meccanismi del mondo della televisione mentre racconta due vicende aliene che si intrecciano nell'improbabile incontro ti due protagonisti.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.1/5

Perché ci piace

  • Il film tocca temi inediti nel panorama cinematografico italiano e questo è un grande pregio.
  • Edoardo Pesce sa dare spessore e umanità a un personaggio non facile, la speranza è di vederlo sullo schermo sempre più spesso.
  • La struttura della storia in tre blocchi si arricchisce di una serie di flashback...

Cosa non va

  • ...che, seppur interessanti, a tratti complicano la comprensione.
  • Il personaggio di Ettore si caratterizza a tratti per reazioni eccessive che rischiano lo stereotipo.