Non è stato un anno particolarmente felice per Un certain ragard, normalmente una delle rassegne parallele più interessanti del circuito dei festival cinematografici, ma alcune gemme ci sono state: il delizioso The Treasure di Corneliu Porumboiu, lo sconvolgente Louisiana del nostro Roberto Minervini, l'intenso The High Sun di Dalibor Matanic, e questo Rams dell'islandese Grímur Hákonarson, che, prima che un dramma o una commedia è un film che ha il sapore di vita autentica, anche se è vita che si svolge in una delle aree più remote e fredde d'Europa.
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I protagonisti di Rams sono allevatori, due fratelli che, a causa di divergenze ormai sepolte tra le coltri della memoria, non si rivolgono la parola da quarant'anni. Solo una volta l'anno Gummi e Kiddi accettano di trovarsi nella stessa stanza, a pochi passi l'uno dall'altro, per partecipare alla competizione locale che mette in palio un premio per il miglior montone; un premio che regolarmente finisce in mano all'uno o all'altro. Fino a che un giorno lo sconfitto Gummi non fa una scoperta preoccupante esaminando l'animale vincitore; una scoperta che mette in moto una inesorabile catena di eventi...
Nati sotto il segno dell'Ariete
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Sarà già evidente a questo punto che il titolo del film non fa riferimento solo al tipo di bestiame che i due protagonisti allevano ma anche alla proverbiale testardaggine dell'ariete (e soprattutto dell'ariete islandese!); decenni trascorsi nell'isolamento hanno fatto assomigliare i due uomini più ai loro adorati animali che l'uno all'altro. Il maggiore, Kiddi, è un uomo rissoso, ubriacone e bisbetico; Gummi invece è gentile, paziente e silenzioso; ma quando il sistema sanitario impone a tutti i fattori della valle l'uccisione delle greggi minacciate dalla scrapie - una malattia neurologica simile al morbo della mucca pazza - è lui a sfidare le autorità di per cercare di salvare qualche esemplare del loro pregiato allevamento.
Perché i montoni, le greggi nella loro interezza, sono qualcosa di più che un mezzo di sostentamento per questi due uomini. La stirpe di pecore della famiglia è la migliore della zona e rischia di essere spazzata via per un caso isolato di scrapie, ma c'è di più: quegli animali, quel prezioso DNA, simboleggiano anni perduti, un mondo condiviso e ormai inafferrabile; quei ricordi in comune che soltanto i fratelli posseggono.
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Un inverno senza greggi
L'importanza di questo retaggio, il fatto che per quarant'anni, amando i loro animali, hanno amato il proprio fratello, sembra sfuggire a Gummi e a Kiddi, almeno a livello conscio. Sono preoccupati dal fatto di dover affrontare l'inverno senza le loro pecore. Per il latte e la carne? Per la lana? Per le pelli? Certamente, per secoli sopravvivere in Islanda è stato possibile solo grazie alle greggi. Ma soprattutto per la compagnia. Anche i vecchi arieti solitari sono capaci di gesti grandiosi per i loro amici. E così, per salvare quegli esemplari "illegali", i due fratelli sono disposti a sfidare il rigore di un inverno inclemente, e addirittura a rivolgersi la parola. Per trovare, nel cuore dell'inverno, un tesoro inestimabile, per loro e per noi.
Movieplayer.it
3.5/5