Dopo ben quattordici anni dall'uscita della romantica commedia al sapore ellenico, riecco al cinema Il mio grosso grasso matrimonio greco 2, scritto dalla protagonista stessa della pellicola, Nia Vardalos. Coadiuvata dal regista Kirk Jones, la Vardalos fa un ottimo lavoro, portando al cinema una commedia fresca e leggera, soprattutto dinamica e dal ritmo incalzante. La famiglia Portokalos ritorna sul grande schermo in pompa magna, questa volta però alla prese con un nuovo matrimonio: quello del patriarca Gus (Michael Constantine) e Maria (Lainie Kazan), i quali scoprono per caso che il loro certificato di nozze non è valido, in quanto non firmato da nessun sacerdote.
La paradossale situazione, visto il morboso attaccamento che i coniugi Portokalos hanno da sempre dimostrato nei confronti delle tradizioni legate al matrimonio, porta a un primo risvolto tragicomico. Maria, dopo tanti anni di unione - tra alti e bassi - pretende una dichiarazione d'amore, ma il testardo Gus non sembra esserne molto intenzionato.
A un passo dal precipizio, la famiglia non può fare altro che rivolgersi alla fixer di tutti quanti, ovvero Toula (Nia Vardalos).
La famiglia può essere un grosso problema se la si tiene troppo stretta
Gli anni sono passati e Toula e Ian (John Corbett) sono felicemente sposati con una figlia adolescente in piena fase di ribellione, Paris (Elena Kampouris). Eppure alcune "cose" rimangono invariate. Per esempio? La famiglia! Toula e Ian vivono, infatti, tra i genitori di Toula e il fratello e la sorella. Non mancano nemmeno zii e cugini, ubicati giusto qualche isolato più in là. In tutti questi anni Toula non solo non è riuscita a distaccarsi un po' dalla sua famiglia, abbandonando il ruolo da bastone per tutti, ma neanche a credere un po' di più in se stessa, restando ancora incastrata nel ricordo di quella ragazza impacciata e dagli occhiali spessi di quattordici anni fa. Solo zia Voula (Andrea Martin), con il suo far eccentrico e irrefrenabile, consiglierà alla nipote di prendere un po' di tempo per sé e per Ian, spolverando dalla solita routine il suo matrimonio.
Generazioni a confronto
Non è più Ian a essere sotto il mirino della famiglia Portokalos, ormai, ma proprio la figlia Paris. Infatti, anche Paris deve subire le continue pretese, da parte dei parenti della madre, di sposare un ragazzo greco. Inoltre, non manca occasione in cui la famiglia non la mette in imbarazzo, anche durante il giorno di meeting con le possibili università da scegliere dopo il liceo. Proprio per questo motivo Paris è decisa a trasferirsi molto lontano, generando scompiglio tra la famiglia, in particolar modo nella madre. Toula non solo deve riuscire ad accettare, come ogni madre, la decisione della figlia, la quale non resterà nel ristorante di famiglia, imbrogliata nel suo stesso ruolo della madre da tutto fare, ma deve riuscire a farlo capire anche propri parenti, i quali sembrano ancora vivere sotto una bolla di tradizionalismo pittoresco ma antiquato. Si da ancora una volta una certa importanza al rapporto genitori-figli, questa volta reso ancora più suggestivo dalle turbolenze tra Ian, Toula e Paris, ma senza dimenticare anche quello più esasperante ma tenero tra Gus e i suoi figli.
L'amore non è bello se non è... greco
Il mio grosso grasso matrimonio 2 funziona bene, soprattutto grazie al ritorno dei suoi personaggi caratteristici, come zia Voula, che animano in continuazione la scena, ma anche ai temi universali e moderni all'interno dei quali qualsiasi spettatore può ritrovarsi.
L'intera pellicola è costellata da dialoghi brillanti e scene paradossali, senza mai scivolare nel trito o nell'eccessivo. Il film mantiene l'eleganza, e anche quella vena leggermente romantica, evidenziata nel capitolo precedente.
Si gioca con le diverse sfumature dell'amore, da quello innocente e immaturo, a quello ormai stagionato che ha bisogno di riscoprirsi, di accettarsi ancora una volta, fino ad arrivare nuovamente a quello equilibrato e un po' ribelle di Toula e Ian.
Nonostante la pellicola si muova su una base un po' debole, apparentemente frutto di una scelta più dettata dal caso, la resa finale è soddisfacente grazie all'ottimo ritmo con il quale procede dall'inizio alla fine.
Si respira un'aria nuova a casa Portokalos, pur restando fedeli alle premesse esplicate nel precedente capitolo.
In questo "episodio" tutti i personaggi, o quasi, devono nuovamente affrontare un processo interiore di accettazione dei difetti, pregi e differenze del proprio vicino. Così come Toula deve imparare ad accettarsi per quello che è, senza però lasciarsi calpestare da chiunque, al tempo stesso Paris deve imparare a capire la sua famiglia un po' (troppo) sopra le righe. Il mio grosso grasso matrimonio 2 è una commedia che fa sorridere, dall'inizio alla fine. Spensierata e leggera, porta a riflettere su quelli che sono i legami familiari, suscitando differenti emozioni che vanno dallo sbuffare per una zia che ancora telefona nel cuore della notte per sapere se abbiamo mangiato, al sorriso più nostalgico condotto dal ricordo di quando, per la prima volta, abbiamo dovuto salutare la casa della nostra infanzia.
Movieplayer.it
3.0/5