La ragazza di neve 2, recensione: il gioco dell'anima di Miren nella serie Netflix

Un nuovo libro, un nuovo caso per la giornalista investigativa nella serie spagnola di successo in streaming. Questa volta però non è da sola.

I protagonisti de La ragazza di neve 2.

I successi, pur se nati come storie a sé stanti, spesso portano a inaspettati capitoli successivi, e di questi tempi ne siamo ben a conoscenza. Ne sa qualcosa La ragazza di neve che ha avuto un'incredibile seguito nella sua versione televisiva su Netflix, dopo più di un milione di copie vendute del romanzo omonimo di Javier Castillo. Un'operazione interessante, perché nonostante le proprie origini, lo scrittore aveva deciso di ambientare la storia negli Stati Uniti.

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Un'immagine della protagonista

L'adattamento a episodi l'aveva in un certo senso, riportato a casa. Sono seguiti prima un nuovo romanzo, intitolato Il gioco dell'anima la cui unica regola per stessa definizione dell'autore è "non giocare se non puoi permetterti di perderla", e una seconda stagione che prende ispirazione proprio da quel sequel, già in Top 10 sulla piattaforma. Andiamo a scoprire se merita la visione e le differenze ed analogie con la stagione d'esordio.

La ragazza di neve 2: doppio caso, doppio detective

Come il capitolo precedente e per continuità narrativa, anche la seconda stagione della serie Netflix, è ambientata a Malaga e non a New York. Tutto parte da un classico incipit di un capitolo 2 e da una regia che indugia sulle piuttosto che sui primi piani: Miren si sta godendo la soddisfazione di aver risolto il caso di Amaya e aver parallelamente fatto pace col proprio passato e con la violenza subita, ha scritto un libro-nel-libro per raccontarla e sensibilizzare sull'argomento. Proprio ad una presentazione dello stesso, però, riceve un enigmatico biglietto anonimo "Vuoi giocare?" che ritrae la polaroid di una ragazza legata e bendata, con tanto di nome e cognome.

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Il giornale dove lavora Miren

Allo stesso tempo, il corpo di una diciassettenne viene ritrovato crocifisso in periferia. Mentre la polizia investiga (torna la detective del ciclo inaugurale), un'indagine parallela scatta automaticamente in Miren, vista la giovane età delle due "vittime", ma questa volta non è da sola. La affianca infatti, su ordine del direttore del Sur, Jaime (Miki Esparbé), new entry fondamentale per fare da contraltare alla protagonista. Torna anche Eduardo (José Coronado), il suo professore, consigliere, coscienza.

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Ancora demoni del passato nella serie Netflix

Il nuovo caso non solo si rivela più intricato e complesso, ma ancora una volta personale per Miren, mettendola al centro di un gioco al massacro che poi è quello del sottotitolo della stagione 2. Milena Smit conferma, un po' come tutti gli interpreti, le esasperazioni tipiche delle produzioni spagnole in alcune sequenze ma centra il trauma interiore vissuto dal personaggio. Il passato torna a bussare alla sua porta con una vecchia inchiesta rimasta irrisolta.

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La ragazza di neve. Milena Smit e Miki Esparbé in una scena della seconda stagione.

Non solo: dovrà confrontarsi con Jaime e con un approccio lavorativo diverso, così come con un setting a cui non è abituata: quello di una scuola privata e molto esclusiva, di cui il giornalista è un ex allievo e che viene gestito nel nome della religione. C'è una caratteristica comune praticamente in tutti i personaggi coinvolti: l'essere danneggiati e feriti, spesso in fuga da qualcosa, come Jaime che vuole riabilitarsi dopo una brutta storia che l'ha coinvolto. Gli altri grandi protagonisti sono i ragazzi in quest'analisi generazionale, come in parte lo era stato il ciclo inaugurale, attraverso la loro educazione sentimentale e spirituale.

Il nuovo tema della serie crime spagnola

Tutti termini che non utilizziamo a caso, dato che dopo la violenza sessuale al centro de La ragazza di neve, questa volta ci si concentra sulla religione. Un credo che rischia di diventare estremismo - il confine è spesso fin troppo labile - e soprattutto mostra quanto spesso sia il risultato di come ci hanno cresciuto i nostri genitori. Ecco che torna l'eredità generazionale che diventa di frequente più un peso che una risorsa, testimoniando la confusione e il disagio delle nuove generazioni.

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La protagonista alle prese con le teorie e gli indizi

Ma anche la loro noia un sentimento fin troppo preso sottogamba e che bisogna imparare a gestire, altrimenti il confine tra sfide pericolose e riti sanguinari diventa sempre più labile. Così come quello tra comunità e setta fanatica di un culto che mette al centro la cosa più preziosa che abbiamo: l'anima.

Conclusioni

La ragazza di neve 2 è un interessante seconda stagione, a metà strada tra sequel e antologica dato che inizialmente non era prevista, e che in realtà potrebbe non terminare qui a questo punto. Si conferma un'indagine viscerale quella della protagonista, che deve rimettere insieme altri pezzi del proprio passato. L’attrice si conferma in overacting come altri interpreti ma i temi affrontati e il modo di veicolarli, insieme al nuovo giornalista che non fa combattere Miren da sola contro il mondo, rendono avvincente questo prosieguo, pur iniziando in modo un po’ classico. Lo stesso dicasi per il comparto registico.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.6/5

Perché ci piace

  • Il passato di Miren che ritorna ancora.
  • Il nuovo caso e la tematica religiosa.
  • La new entry Jaime e il suo rapporto con Miren.

Cosa non va

  • L’incipit un po’ troppo schematico.
  • La recitazione esasperata ed esagerata in alcuni frangenti.
  • Il finale, che questa volta apre ad un possibile terzo capitolo.