Dopo il successo di Normal People e In nome del cielo, Daisy Edgar-Jones si misura col suo primo ruolo da protagonista assoluta. L'aria fragile e gli occhi da cerbiatta la rendono l'incarnazione perfetta dell'eroina dell'adattamento del best-seller di Delia Owens, diretto da Olivia Newman e prodotto da Reese Witherspoon. Ma come sottolinea la nostra recensione de La ragazza della palude, la performance dell'inglese Daisy Edgar-Jones traghetta una pellicola che presenta evidenti limiti.
In parte romance, in parte southern gothic e in parte dramma procedurale, La ragazza della palude ricostruisce in retrospettiva la drammatica vicenda di Kya Clark, bambina costretta a sopravvivere da sola nelle paludi che circondano Barkley Cove, villaggio di pescatori nella Carolina del Nord, negli anni '50. Come apprendiamo dai lunghi flashback in cui è strutturato il film, la famiglia di Kya si è disintegrata a causa del padre violento e alcolista, che ha spinto la madre e i fratelli ad andarsene per sempre. Dopo la scomparsa dell'uomo, la piccola Kya rimane sola nella casa di legno nella palude e cresce a contatto con la natura, imparando a pescare granchi e cozze che vende all'emporio locale, e a difendersi dai malintenzionati. Il tutto finché l'amore non fa irruzione nella sua esistenza, scombussolando i suoi piani.
Dal romanzo al film: un adattamento troppo letterario
In Italia il nome di Delia Owens non è molto noto, ma negli USA il romanzo d'esordio della zoologa e conservazionista americana ha fatto scalpore, raggiungendo i 4 milioni e mezzo di copie vendute e superando in classifica Margaret Atwood, John Grisham e Stephen King. Non deve stupirci, dunque, che una lettrice illustre come Reese Witherspoon abbia scelto di farne un film che, al botteghino americano, ha incassato ben 90 milioni di dollari. Il tutto nonostante le critiche poco lusinghiere si siano accanite contro i toni sdolcinati e la confusione stilistica.
Al netto dei difetti, La ragazza della palude si rivela un intrattenimento piacevole e coinvolgente, un film al femminile che propone un modello di donna forte e dolce al tempo stesso stesso. Ormai allenata a recitare con l'accento americano, Daisy Edgar-Jones sembra piuttosto a suo agio in un ruolo fuori dai canoni come quello di Kya, dimostrando massima professionalità anche nei momenti in cui la credibilità della storia vacilla. La ragazza della palude soffre, infatti, di un'eccessiva dipendenza al romanzo da cui si origina e la regista Olivia Newman non sembra possedere il coraggio e la personalità necessari a recidere il cordone ombelicale. Ecco allora la presenza di una voice over ridondante e l'amplificarsi dei toni melodrammatici che però non riescono nell'intento di commuovere realmente, visti certi eccessi nella storia della povera Kya.
Una donna promettente
Cresciuta da sola nella palude senza soldi, educazione né legami umani, sulla carta il background di Kya dovrebbe averla resa una specie di Tarzan al femminile. La sua versione adulta, interpretata da Daisy Edgar-Jones, è invece una giovane donna schiva, garbata, intelligente e di buone maniere, perfino troppo moderna per il contesto storico. Pur non sapendo leggere né scrivere, la giovane è dotata di grande talento nel disegno e conosce a menadito ogni singolo insetto, serpente o pianta che cresca nelle paludi di Barkley Cove. La componente naturalistica, seppur rappresentata in modo un tantino naif, è un punto di forza della storia visto il background di Delia Owens e vista l'importanza assoluta della natura, rifugio e protezione di Kya. Le paludi della Carolina (il film, in realtà, è stato girato in Louisiana) rappresentano la fonte di sostentamento di Kya e avranno un ruolo chiave anche nella componente mistery della storia, diventando a loro volta protagoniste.
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Un mix di generi
Figlio di tanti (troppi?) padri, La ragazza della palude non rinuncia a inglobare le innumerevoli suggestioni contenute nel romanzo di partenza. Tra le influenze più forti vi è senza dubbio quella di un classico come Il buio oltre la siepe, con cui la storia del film di Olivia Newman condivide il plot processuale, l'ambientazione nel Sud razzista e retrogrado e la rappresentazione del diverso percepito come una minaccia per la società. Nel caso del romanzo di Harper Lee si trattava di un nero, qui è una giovane donna vissuta ai margini, entrambi accusati di un omicidio che potrebbero non aver commesso. Non per nulla, tra i pochi amici fidati di Kya vi è una coppia di afroamericani che gestisce un emporio. E non manca neppure l'Atticus Finch di turno nella persona del comprensivo avvocato interpretato da un eccellente David Strathairn, uno dei pochi a schierarsi dalla parte di Kya senza tentennamenti.
Tra romanzo di formazione e crime story, ad avere la meglio è però soprattutto la componente sentimentale, visto che la bellezza di Kya attira le attenzioni di due giovani uomini assi diversi che sconvolgeranno il suo (precario) equilibrio. Scelta, questa, che denuncia la volontà di catturare soprattutto quel pubblico giovane, per lo più femminile, che si è identificato nell'innamorata imperfetta interpretata da Daisy Edgar-Jones in Normal People e che chiede solo di continuare a sognare con un'altra eroina romantica. Pazienza se per forgiarla si attinge a piene mani ai cliché del caso. L'importante, alla fine, è il sogno.
Conclusioni
La recensione de La ragazza della palude mette in luce la capacità di Daisy Edgar-Jones di aderire con convinzione al suo ruolo da protagonista glissando sulle imperfezioni dell'adattamento del popolare romanzo di Delia Owens. Eroina romantica e selvaggia, la sua Kya si destreggia in un oceano di solitudine, razzismo e scelte sbagliate in un melò che mescola gotico sudista e dramma procedurale. La matrice letteraria ha la meglio su una storia che intrattiene pur non riuscendo a mascherare difetti e cliché.
Perché ci piace
- Daisy Edgar-Jones si rivela attrice di carattere capace di catturare l'attenzione del pubblico.
- L'ambientazione suggestiva delle paludi del sud degli Usa è un punto a favore del film.
- Nella storia non mancano spunti interessanti...
Cosa non va
- ...anche se l'uso abbondante dei cliché fa cigolare l'impianto narrativo.
- Un po' di confusione dovuta al mix di stili e riferimenti.
- L'intento di commuovere ed emozionare il pubblico non sempre centra il bersaglio.