Sono passati dodici anni dalla messa in onda di Alex, la miniserie a metà tra il giallo e il noir che la vedeva giovanissima protagonista nei panni di una studentessa universitaria affascinata da indagini e misteri della porta accanto, ma la sua passione per il thriller paranormale e per le investigazioni non si è mai affievolita. Parliamo di Romina Mondello, trentacinquenne attrice romana proveniente dal 'vivaio' di Non è la Rai e lanciata verso il successo nel 1995 da La Piovra e per il suo ruolo, al fianco di Giancarlo Giannini e dell'allora fidanzato Raoul Bova, in Palermo Milano sola andata. A quasi vent'anni di distanza e dopo il successo nei panni della criminologa Giorgia Levi in R.I.S. - Delitti Imperfetti, la Mondello torna al fianco dell'altro Giannini, il bell'Adriano che tanto somiglia a papà Giancarlo, in una nuova avventura piena di segreti ed enigmi ambientata su una splendida isola del Mediterraneo a largo della Sicilia. Si chiama Korè (nella realtà è l'isola di Favignana, nell'arcipelago delle Egadi in provincia di Trapani) ed è un'isola di rocce laviche contornata da insenature, scogliere a strapiombo e grotte marine, uno scrigno di tesori archeologici abitata da una comunità che da secoli deve fare i conti con accadimenti tanto strani quanto sinistri.
Maria Grimaldi (Romina Mondello) vi è nata e cresciuta, poi ha lasciato la casa di famiglia per studiare e diventare ispettore di polizia. Ora è tornata per convolare a nozze con il suo fidanzato ma al suo arrivo qualcosa di inquietante sconvolgerà nuovamente Koré: una serie di misteriosi omicidi e diversi enigmi legati all'antica leggenda dell'isola torneranno a sconvolgere quell'angolo di paradiso e il sogno d'amore di Maria si infrangerà contro quegli scogli maledetti. La ragazza deciderà così di fermarsi più a lungo del previsto per aiutare il nuovo commissario dell'isola Vasco Brandi (Adriano Giannini), inviato sul posto da Roma, a risolvere il mistero che sembra avvolgere senza scampo la favolosa isola di Koré.
Signor Tognazzi, ci racconta questa sua nuova esperienza alle prese col thriller?
Ricky Tognazzi: E' stato molto stimolante dirigere questa serie innovativa che vuole in qualche modo rileggere in chiave moderna un genere ormai in disuso come il thriller-mistery. Sono la persona più realista e razionale che conosco ma non c'è nulla che mi diverte di più dei thriller o delle storie di fantasmi, proprio perché non ci credo. Mi affascina molto creare mistero e paura attorno a cose che appartengono esclusivamente all'immaginario collettivo.
Com'è andata sul set?
Ricky Tognazzi: La riuscita di questo progetto è anche merito di Simona che, oltre a scrivere la sceneggiatura insieme agli altri ragazzi che si sono occupati di adattare il format allo scenario italiano, mi è stata accanto in tutti i quattro mesi di lavorazione. E' stata un po' una mezza vacanza per tutti noi in quei posti meravigliosi della Sicilia ma è stata anche una grossa sfida per me con un genere inconsueto per non parlare dei tempi strettissimi e delle difficoltà logistiche dovute alla concomitanza delle riprese con la stagione balneare.
Cosa c'è di diverso rispetto alla serie francese?
Ricky Tognazzi: L'ambientazione innanzitutto, qui italianissima e verace al contrario di quella dell'isoletta della Bretagna francese sulla quale pesavano tradizioni e leggende celtiche assai diverse, e poi la sequenza degli omicidi, le soluzioni di alcuni dei gialli dell'isola e alcuni dei personaggi qui sono nuovi o completamente diversi dagli originali.
Signora Izzo, è stato difficile donare nuova linfa ad un genere televisivamente poco gettonato come il mistery?
Simona Izzo: L'Isola dei segreti è un po' un tuffo nel passato della nostra televisione, un omaggio alle serie storiche trasmesse dalla Rai decenni fa come Il segno del comando o A come Andromeda. Unisce insieme la commedia, il melodramma, il giallo e le venature sentimentali di quegli sceneggiati che ancor oggi tutti noi ricordiamo. Abbiamo voluto porre l'accento sul contrasto tra il razionale e l'irrazionale, impersonati amabilmente dai personaggi di Romina Mondello e Adriano Giannini, ma anche da Ricky e da me se proprio vogliamo dirla tutta.Perché la scelta di questi due attori?
Simona Izzo: Perché si conoscono da tanti anni, quando erano ragazzini c'è anche stato un mezzo flirt tra loro, e entrambi racchiudono la dualità che i due personaggi richiedevano. Lei una donna che sa essere indifesa e un po' bambina a volte, ma anche femmina sensuale e voluttuosa, lui ha le corde della commedia ma sa essere anche estremamente seduttivo quando vuole. E' stato molto interessante modellare la storia su di loro in corso d'opera, intervenendo sul processo di lavorazione giorno per giorno.
Cosa ha spinto la Albatross a produrre una fiction così innovativa ed anche tutto sommato rischiosa?
Alessandro Jacchia: Abbiamo voluto intraprendere un viaggio in qualcosa di nuovo e inesplorato dalla tv moderna e quando abbiamo preso in esame questa storia c'è sembrata senz'altro la migliore per realizzarne una fiction di alto livello. La storia dell'Isola dei Segreti si offre a vari livelli di lettura, quella dell'intrattenimento puro e semplice e quella dell'interpretazione di una realtà parallela, dell'esplorazione dell'inconscio e della soluzione di misteri antichi ricchi di fascino esoterico. Vedremo una comunità in sofferenza, quella degli abitanti di Koré, che si troverà isolata e senza punti di riferimento ad affrontare il suo oscuro passato, alle prese con un impoverimento dei mari circostanti e una diminuzione del turismo. Insomma una situazione di enorme difficoltà che tutti loro attribuiscono alla maledizione che da più di trecento anni sembra affliggere l'isola e i suoi abitanti.
Come si è trovato Adriano Giannini al suo primo ruolo da commissario televisivo alle prese con i misteri di Koré? Ha preso ispirazione da qualche suo collega?
Adriano Giannini: Il commissario Vasco Brandi è intollerante al matrimonio e al pesce e finisce in un'isola del Mediterraneo alle prese con un'affascinante ispettrice che si trova nello stesso posto proprio per sposarsi. Il personaggio è venuto fuori da sé, durante le riprese e le letture del copione, dal mio canto ho cercato di seguire le direttive di Simona e di conferirgli quella luminosità e quell'ironia che non era presente nella serie originale. E' stata Simona a conferire ai personaggi la giusta carnalità e la passione vibrante nei confronti della storia. E poi è vero in tv non avevo mai fatto il poliziotto mentre al cinema si, ho fatto l'ispettore nel film Sandrine nella pioggia, diretto da Tonino Zangardi e di prossima uscita in sala.Romina, com'è stato interpretare una donna siciliana verace così attaccata alla sua terra e al suo lavoro?
Romina Mondello: E' stato bello mettere tutta me stessa in questa donna fragile ma anche molto carnale, una donna tosta alle prese con le sue origini e il suo oscuro passato che contiene la soluzione del mistero. Maria fa della sua fragilità il suo punto di forza, crede molto in quel che le accade intorno, crede alle sue visioni, ai segnali, ai presagi di morte, ma non è una sensitiva, solo una persone estremamente più sensibile delle altre che sente se stessa e vuole andare fino in fondo.
Il vostro rapporto con il paranormale?
Adriano Giannini:Non ho mai approfondito la tematica nella mia vita ma ammetto che ci sono dei fenomeni nella vita di tutti i giorni che sono impossibili da spiegare con razionalità e scienza. E' una verità che rispetto ma che preferisco non approfondire. Meglio che certe cose restino celate dietro il mistero.Romina Mondello: Credo nell'esistenza di energie positive e negative, ognuno di noi ha dentro di sé forze contrastanti che si manifestano nel contatto con gli altri e con il mondo circostante.